In attesa della recensione di NieR: Automata, abbiamo deciso di dedicarvi uno speciale su Yokoo Tarō, director e sceneggiatore dell’appena citato titolo.
In questo speciale dedicato a Yokoo Tarō, focalizzeremo la nostra attenzione su due delle sue saghe di cui ha scritto la sceneggiatura: Drakengard e NieR. Prima di tutto, vediamo un piccolo stralcio della sua carriera che lo ha elevato alla posizione odierna.
Yokoo Tarō si laureò all’Università di Kobe come graphic designer nel 1994. La sua prima opportunità di lavoro si presentò immediatamente il mese successivo, andando a lavorare come addetto alla grafica 3D per l’allora conosciuta come Bandai Namco Games (che poi divenne Namco Limited). Solo 4 anni più tardi, nel 1999, entrò a far parte di Sugar & Rockets Inc. (Ghost in the Shell per PlayStation del 1997), un’ormai defunta sussidiaria appartenente a Sony Computer Entertainment. Nel 2001 trova lavoro per Cavia, durante la quale nasce la prima delle opere che porterà a NieR: Drag-On Dragoon, conosciuto in occidente come “Drakengard“.
Oltre a lavorare al titolo in co-produzione con Takuya Iwasaki, Yokoo Tarō ne divenne il director e scrisse la sceneggiatura in collaborazione con Sawako Natori (l’ideatrice di NieR assieme a Kikuchi Hana). Nonostante la grande quantità di cambiamenti che fu costretto ad apportare a Drakengard, che lo portarono ed escludere la sua collaborazione in una new entry, Yokoo Tarō finì per venire coinvolto nella sceneggiatura di Drakengard 2. Subito dopo il completamento di quest’ultimo, iniziò a dedicarsi al terzo capitolo della serie, che divenne invece uno spin-off: NieR, uscito nel 2010, ultimo titolo di Cavia prima di unirsi ad AQ Interactive.
Questo lo portò alla decisione ultima di lasciare la compagnia e di dedicarsi ad un lavoro indipendente. Durante questo periodo, ha lavorato principalmente a giochi mobile e ad un social game conosciuto come “Monster x Dragon“. Solo dopo diversi anni, Yokoo Tarō unì le forze con i team di sviluppo sia di Drakengard che di NieR, allo scopo di creare un vero secondo sequel di Drakengard. Si dà infatti il caso che, sebbene Drakengard 2 abbia un collegamento con il suo prequel, la storia si basa su un universo indipendente. Approfondiremo questo aspetto in un altro speciale. Tramite i feedback ricevuti dai fan, il tema principale del nuovo titolo sarebbe stato tendenzialmente “Dark”. È così che si arriva a Drakengard 3, che si scoprì poi essere in realtà un prequel.
Concluso questo progetto, Yokoo Tarō iniziò a scrivere dei trafiletti per le pagine di Famitsu col titolo di “Le assurde idee di Yokoo Tarō” (licenza poetica). Nel Maggio del 2012, Yokoo Tarō unì le forze con DearStage (conosciuto anche come Akihabara DearStage), uno stage appunto gestito dalla compagnia “Moe Japan” ed utilizzato per eventi Live. Durante questa unione, il team creò il gruppo idol chiamato “YoRHa“, con tanto di storia di background ed un CD singolo. Una recita divisa in due atti che porta lo stesso nome fu scritta dallo stesso Yokoo Tarō. YoRHa 1.0 vide la luce nell’Ottobre del 2014 per poi venire rilasciata in DVD nel Febbraio seguente, mentre YoRHa 1.1 uscì nel Maggio del 2015. Questo portò, nel 2014, alla nascita del progetto “NieR: Automata“, che si ispira proprio alla recita scritta da Yokoo Tarō. Nel 2015 fondò una sua compagnia chiamata “Bukkono“, assieme alla moglie Yokoo Yukiko e Kikuchi Hana (romanziera e sceneggiatrice di NieR e Drakengard 3).
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Il suo marchio di fabbrica, se vogliamo, una maschera che tende ad indossare durante le interviste. Yokoo Tarō è un tipo particolare ed odia venire intervistato, secondo ciò che scriveva su Famitsu. La ragione è che, secondo lui, gli argomenti di uno sviluppatore sono noiosi per gli ascoltatori. Non ama inoltre essere fotografato, ragione per cui indossa la maschera.
Una carriera apparentemente non ricchissima, ma che ha dato vita a titoli memorabili, in particolare per la stranezza dei contenuti. Va infatti precisato che le serie di Drakengard e NieR condividono più di quanto non si creda, solo che è impossibile capirne ogni collegamento, a meno che non sapete che tra i vari giochi esistono dei romanzi che completano i buchi tra le storie. Veniamo dunque alla parte più importante dello speciale, ossia le sceneggiature di Yokoo Tarō.
Innanzitutto, c’è da sapere che i genitori di Yokoo Tarō erano sempre molto occupati al lavoro, ragion per cui passava la maggior parte del tempo con la nonna, che lo crebbe come un figlio. Uno scenario abbastanza comune in anime e manga, se non per il fatto che l’anziana signora lasciò al nipote una forte impressione. È difficile dire se fosse lui facilmente impressionabile o se lei fosse davvero un tipo in gamba, sta di fatto che parte della sua personalità prese proprio dalla nonna. La cosa che però più influenzò le sue opere, fu un certo incidente che capitò ad un suo amico quando era piccolo. La morte del compagno che, a primo impatto gli sembrò una scena terribile, mutò nella sua testa in qualcosa di bizzarro. Se qualcuno dei lettori ha giocato Drakengard 3, capirà sicuramente cosa intendo.
Spostandoci alle sue opere vere e proprie, Yokoo Tarō ama scrivere storie di carattere “Dark”, con scene inquietanti ed atmosfere fuori dai canoni standard. Il suo stile si basa sulla “scrittura a ritroso” (perdonate se esiste un termine tecnico, ma non so esattamente come cercarlo), ossia prima scrive i finali per poi proseguire a ritroso fino all’inizio. L’ispirazione per l’utilizzo di questo metodo l’ha trovata leggendo “The Memory Palace of Matteo Ricci“, un libro di Jonathan Spence. I punti centrali della trama ed i dettagli vengono poi aggiunti successivamente e sparsi per tutta la storia. Lascia poi il compito al giocatore, tramite alcune scelte, di dare vita alla storia vera e propria.
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Per chiarire tutto ciò, vediamo un breve esempio: in Drakengard, il protagonista inizia la sua storia in mezzo al campo di battaglia, diretto al castello per salvare la Dea del Sigillo, Furiae. Durante lo scontro viene ferito a morte, ma grazie ad un patto con un Drago riesce a salvarsi. Ora, sappiamo che non è così, ma mettiamo che Caim avesse rinunciato al patto, cos’altro Yokoo Tarō avrebbe potuto scrivere per salvarlo? Un altro dramma? O forse un lieto fine? Quale fato attende il protagonista, lo decidono i giocatori, nessuno ci obbliga a giocare ed accettare tutti i finali che ha scritto. Il suo scopo è lasciarci scegliere quale conclusione è giusta. Sebbene questa è la mia idea della sua filosofia, non cambia il fatto che, come sceneggiatore, vuole essere lui a guidare la storia. Infatti, per riuscire ad immergersi nella serie appieno, è necessario conoscere tutti i finali. Pensandoci bene, in questo modo accontenta sia i tipi curiosi, che quelli che si accontentano della conclusione che preferiscono. Molte delle sue storie riflettono la sua retorica socratica riguardo al tema della morte, cosa che richiede una certa attenzione durante la partita. È facile perdersi durante le sue storie se non si ha idea di come la sceneggiatura è stata influenzata. Se c’è una qualità di cui tener nota, è la sua lungimiranza. Pensare che da un finale di Drakengard, apparentemente insensato e che probabilmente ha lasciato molti giocatori basiti davanti allo schermo, si potesse arrivare a NieR che è ambientato in mondo totalmente diverso, è incredibile. Non tanto perché impossibile da sceneggiare sia chiaro, ma il fatto che sia riuscito a renderlo logico sebbene non lo sia, è ciò che rende Drakengard e NieR affascinanti.
Non finisce qui, poiché oltre agli aspetti filosofici delle sue storie, Yokoo Tarō si è ispirato anche ad eventi reali. NieR, ad esempio, si basa sulla “Guerra del Terrore” il cui inizio fu il crollo delle Torri Gemelle l’11 Settembre del 2001. L’idea fu quella di mettere l’uno contro l’altro due fronti credenti nel proprio ideale come giusto. Questo è vero anche per Drakengard 3. Non solo, ma anche il gameplay ha subito influenze da altri giochi, quali God of War per NieR. Anche il tipico personaggio femminile degli RPG non esiste nelle storie di Yokoo Tarō: Zero, protagonista di Drakengard 3, era ad esempio una prostituta.
Come avete potuto leggere, Yokoo Tarō è uno sceneggiatore particolare. Sembra come se per ogni storia che scrive, ne conosca già il futuro e pertanto, anche se alcuni finali ci lasciano spiazzati, riesce a creare qualcosa che richiamerà l’attenzione dei fan. Chi mai avrebbe dato peso al Finale D di Drakengard al lancio? Nessuno. Oggi invece, attendiamo con impazienza l’uscita di NieR: Automata, seguito indiretto di NieR: Replicant, che è nato proprio da quella conclusione su cui nessuno avrebbe scommesso un centesimo. Le sue storie hanno alti e bassi, non sono perfette, ma il fascino dei suoi temi è ciò che mi ha spinto a scrivere questo e che mi farà preparare il prossimo speciale.