Quando durante la conferenza Microsoft è apparso il trailer di Life is Strange: Before the Storm (miniserie di 3 episodi, di cui il primo rilasciato il 31 Agosto 2017), non ho potuto fare a meno di sorridere. Rivedere quelle ambientazioni, quei colori e quei personaggi, è stato come incontrare dopo tanto tempo un amico di vecchia data, a cui sei affettivamente molto legato. Ho messo in un bozzolo tutte le emozioni del momento e le ho riposte da parte, in un immaginario barattolo di vetro. Dopo qualche giorno di gestazione, direi che è giunto il momento di andare a controllarlo: sarà nata una splendida farfalla blu o un terribile tornado avrà mandato tutto in frantumi dall’interno? Scopriamolo insieme!
Vecchie storie, nuovi protagonisti
Life is Strange è stata una pietra miliare nel suo genere, è probabilmente l’avventura grafica di stampo moderno più riuscita e bilanciata degli ultimi 10 anni; con un gameplay essenziale e sapiente che, senza mai risultare invadente, lascia largo spazio a narrazione e sceneggiatura. Il sistema di dialoghi a scelte multiple classico e gli snodi narrativi relegati a decisioni più importanti, si sposavano egregiamente col potere della protagonista, Max Caulfield, capace di riavvolgere il tempo e quindi di valutare ogni opzione nel breve periodo, lasciando comunque quel genuino senso di impotenza sul lungo termine che tanta tensione creava di volta in volta.
Questa importante meccanica di gioco verrà, per forza di cose, tagliata fuori dal nuovo capitolo, che avrà per protagonista una più “normale” Chloe. La trama si incentrerà su quello che era una delle colonne portanti nella sceneggiatura del primo titolo: il rapporto tra la punkettona dai capelli blu e la misteriosa Rachel Amber, degna erede di Carmen Sandiego. Il cambio di protagonista lascia due perplessità: in primo luogo, come già detto, perderemo la meccanica di riavvolgimento del tempo; non è nulla di grave, ma va tenuto conto di tutto ciò che questo comporterà a livello di profondità di gameplay, per quel che concerne i dialoghi, le scelte decisive e gli enigmi. A prima vista il tutto sarà più immediato, lineare e le scelte andranno fatte d’istinto, stile di gioco che si rifà, insomma, al modo di agire della protagonista, allineandosi però di conseguenza a molte altre opere della stessa categoria.
Il secondo punto è la stessa Chloe. Nel primo capitolo, abbiamo imparato a “volerle bene” in tempo zero: esagerata, scurrile, problematica, passionale e sempre pronta all’azione. In poche parole, la spalla perfetta, da proteggere, coccolare e… “col tempo riuscirò a cambiarla, mamma, lo giuro!”. C’è da chiedersi se Chloe funzionerà bene anche come protagonista e in che modo tutto questo influenzerà sceneggiatura, tempi narrativi e sfumature di fondo. Per fare un esempio in ambito sitcom, prendiamo The Big Bang Theory: il protagonista attorno a cui ruotano tutti gli eventi è Leonard, ma il personaggio più amato è, senza alcun dubbio, Sheldon; la domanda da porsi è: funzionerebbe una serie incentrata sul solo Sheldon? Quant’è alto il rischio che il tutto diventi una caricatura, perdendosi in clichè? Applicate gli stessi dubbi a Life is Strange: Before the storm. Fortunatamente, nel primo capitolo ci hanno abituato a personaggi dotati di ottima caratterizzazione e ad una sceneggiatura equilibrata e di buon livello, quindi gestire un personaggio difficile come Chloe dovrebbe assolutamente essere nelle loro corde, ma c’è da ammettere che è un compito davvero molto, molto delicato.
Vola come una farfalla, pungi come un’ape
A livello grafico le novità che risaltano a schermo sono principalmente due: modellazione e regia; i render risultano molto più definiti, leggermente più ricchi a livello poligonale e texturizzati, ad occhio, molto meglio; anche le linee sono più morbide e i colori più corposi e, in generale, si nota un filtro Anti-Aliasing meno invadente rispetto al capitolo precedente (probabilmente anche su console si passerà da un FXAA ad un MSAA). A livello di regia, invece, si notano inquadrature e stacchi decisamente più action, con una telecamera che ora si muove su 3 assi per creare un effetto a schermo più “moderno”; dai pochi minuti di gioco si nota dunque un taglio più cinematografico, a discapito di quella regia sognante o, se mi permettete, tipicamente “videoludica” del capitolo precedente. Scelte ovviamente dettate dalla necessità di adattarsi ai precedentemente citati cambi di protagonisti e sceneggiatura.
Conclusioni a scelta multipla
Devo essere sincero: alla notizia di un eventuale Life is Strange 2 ero estremamente felice. Ora? L’hype si è smorzato, ma è rimasto lasciando però spazio a dei dubbi e, soprattutto, delle perplessità.
La perdita di una meccanica caratteristica mi fa un po’ storcere il naso, ma va accettato in funzione delle scelte narrative fatte; invece il voler raccontare la storia di Rachel e Chloe mi lascia il dubbio che si tratti di mero fanservice: è una storia di cui i giocatori sanno già gli elementi fondamentali dal capitolo precedente e che vive(va) comunque del fascino del “misterioso”. È anche però possibile che escano fuori “gustosi” (cit.) dettagli di cui eravamo totalmente ignari, arricchendo così la trama di fondo. Ai posteri l’ardua sentenza.
Rimango comunque perplesso in generale riguardo un nuovo capitolo: ho sempre pensato che Life is Strange fosse un’opera perfetta e, soprattutto, autoconclusiva, con un universo disegnato su misura per riempire alla perfezione un singolo capitolo. Ma tant’è, siamo qui a porre dei dubbi che potrebbero essere cancellati dopo pochi minuti di gioco, trovandoci in futuro a parlare di una seconda perla in ambito videoludico o di un secondo caso “alla Dragon Ball” (“Dragon Ball è una bella serie, peccato per GT…”).
In ogni caso non vedo l’ora di giocare al nuovo capitolo, che è in realtà un vecchio capitolo, perché parla di una storia prima del precedente, quindi è vecchio… ma è nuovo… e…
Max porta qui le tue chiappette ossute e smettila di ca**eggiare col flusso temporale! (semicit.)