Tra i disparati serial televisivi prodotti da Amazon in esclusiva per Prime Video c’è American Gods, la cui prima stagione è terminata da un paio di settimane e l’intera serie è tratta dall’omonimo libro di Neil Gaiman.
▼Sezione senza Spoiler
American Gods racconta le vicende di Shadow Moon, un uomo incarcerato per aver tentato di derubare un casinò che, nel giorno della sua scarcerazione, farà la conoscenza di una divinità in carne ed ossa: Mister Wednesday.
Da quel momento in poi, la storia diventerà un vero e proprio road trip attraverso gli States che porterà il protagonista e il suo nuovo amico divino a incontrare le più svariate divinità “del Vecchio Mondo”, nel tentativo di iniziare quella che sembra essere una vera e propria guerra tra dei.
Quante divinità!
Gli dei di American Gods spaziano da divinità arcinote, come Anubi, ad altri quasi completamente sconosciuti ai più.
Vi starete chiedendo, perché ci sono così tante divinità? Le ragioni sono due: prima di tutto ognuna di queste ha una propria storia che le ha portate, in qualche modo, a raggiungere gli Stati Uniti d’America ed è qui che possiamo vedere uno dei temi ricorrenti e più originali della stagione: quasi tutte le puntate iniziano con un flashback nel passato che racconta la storia di un dio della serie e di come questa sia giunta negli States dal suo luogo d’origine, infatti molti di loro fanno parte dei pantheon delle popolazioni europee, africane o medio-orientali.
Inoltre il numero di divinità nel mondo creato da Gaiman è dovuto anche ad una semplice regola: se un essere umano crede veramente in qualcosa, quel qualcosa ha un dio, e tale dio sarà potente tanto quanto è grande il numero di persone che credono in lui e tanto grande quanto è la loro devozione.
Amore, morte e ironia
Sebbene le divinità siano perlopiù immortali, la morte è una costante in American Gods, la serie tv ha effetti molto trash per le scene più cruente e a tutto il tema divino si affianca la travagliata storia d’amore tra Shadow Moon e sua moglie Laura.
▼Attenzione Spoiler: non li volete? Saltate direttamente alla conclusione
Ed è trash anche questo improbabile amore! Alcune pillole come la morte della ragazza in un incidente d’auto mentre faceva un “servizietto” al migliore amico di Shadow, il ritorno di lei in vita come zombie, la sua necessità di trovare il marito e il fatto che il loro amore può intralciare i piani di una divinità, rendono perfettamente l’idea! Quanta ironia sulla morte e sull’amore condensata in un solo rapporto tra due personaggi…
Fede e sacrilego
Che dire poi di Gesù? Ce ne sono così tanti che meritano una sezione tutta loro: ogni interpretazione della religione cristiana da origine ad una propria versione di Gesù, così che possiamo vedere sullo schermo quello più vicino al cristianesimo messicano, quello più simile al cristianesimo cattolico italiano e tanti altri Gesù che la serie non spiega nemmeno chi siano!
Leprecauni
Il personaggio che più mi ha colpito di American Gods è Mad Sweeny, uno dei tre coprotagonisti. È molto particolare perché si colloca a metà strada tra il dio e l’essere umano, non appare come vero e propria divinità ma come un essere sovrannaturale e questo rende il suo punto di vista molto interessante:
- Sweeny sembra odiare le divinità, infatti in uno scambio di battute con la moglie di Shadow sostiene che le divinità giochino con la vita delle persone, in particolare che “si prendono gioco di noi”, “they fuck with us”.
- Sweeny sembra essere al servizio di Mister Wednesday, ma è davvero così? Se Laura fosse stata davvero un problema per Shadow e il suo piano, perché scegliere di non lasciarla morire dopo l’incidente con il furgone dei gelati? È tutto un piano di Mr Wednesday fin dal principio, oppure Sweeny sta agendo di propria iniziativa?
- Sweeny è davvero così cattivo come vuole far sembrare? Prendiamo come esempio il suo comportamento nell’intera puntata dedicata al suo passato, la scelta di accompagnare l’anziana signora alla morte e quella di rimettere la moneta nel corpo di Laura dopo l’incidente oppure di chiedere a Ostara di riportare in vita Laura.
Non si è forse dimostrato umano?
Televisione, Media e Mister World
Questi sono i nomi delle tre nuove divinità introdotte da Gaiman, dei moderni che probabilmente hanno avuto origine proprio in America.
La dea della televisione, Media, appare come una diva del cinema anni ‘70/’80 e talvolta si presenta nei panni di Marilyn Monroe e di David Bowie.
Poi c’è il dio della tecnologia, Technical boy, qui rappresentato in chiave più moderna rispetto al libro e che appare come un ragazzino viziato: un ottimo modo di sottolineare che è una delle ultime divinità ad essere state create dagli uomini grazie alla fede.
E infine Mister World: un uomo enigmatico, elegante, di classe, l’antagonista di Mister Wednesday e che per il momento rimane una vera e propria incognita.
▼Sezione senza Spoiler
Conclusione
American Gods è una bella serie TV e se quello che avete letto finora ha attirato la vostra attenzione, datele un’occasione: graficamente è di grande impatto, non è solo piacevole da vedere ma ha anche una storia originale e ricca di spunti interessanti. Purtroppo non è tutto oro quel che luccica: il telefilm ha qualche sbavatura nonostante il voto complessivo sia più che sufficiente.
Le puntate centrali della serie rischiano di stancare un poco a causa del costante ricambio di location e di personaggi secondari, inoltre molti dei fatti narrati in quelle puntate non avranno troppe ripercussioni in questa stagione ma in un lontano futuro che appare molto distante e, a volte, lascia un senso di incompiuto e di scollegato dalla trama principale.
È giusto che sappiate che la serie presenta un alto tasso di trash: alcune scene sono davvero esagerate e assurde, soprattutto nelle prime due puntate.
Certo, col passare degli episodi trovo che la dose di trash diminuisca e, seppur presente, sia un ottimo mezzo per creare un giusto distacco tra il mondo comune degli esseri umani e quello in cui agiscono gli dei; bisogna anche tenere in considerazione questo fattore.
Per concludere, il finale di stagione è una puntata ben riuscita: la storia si dipana benissimo, gli effetti grafici non deludono e c’è tanta carne al fuoco. Trovo però che American Gods avrebbe dovuto proseguire almeno per un’altra puntata in modo da tirare le fila di tutte le storie in sospeso prima di lasciarci fino alla prossima stagione.