In seguito all’esordio come nuovo personaggio del panorama Bonelli, avvenuto il 25 maggio con “Roma dei Pazzi”, Mercurio Loi si ripresenta al pubblico nel secondo albo della serie totalmente a colori (unica insieme a Orfani) creata da Alessandro Bilotta.
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Docente universitario di giorno e protettore di cittadini romani e giustizia di notte, il buon Mercurio deve naturalmente ancora convincere il pubblico e la critica di essere un elemento valido e interessante in grado di trascinare una egualmente valida e interessante serie, e se in ambito musicale il secondo album è il più difficile per un artista, a maggior ragione nel campo dei fumetti il numero due di una collana è fondamentale per analizzare in maniera più definita il personaggio principale e quelle che sono le sue potenzialità narrative.
LA ROMA CHE NON DA RIPOSO
Nel secondo albo, intitolato La Legge Del Contrappasso troveremo il nostro Mercurio Loi a fare i conti con diverse situazioni intriganti che vanno a sovrapporsi le une sulle altre, creando in questo modo un gioco di intrecci capace di mantenere vivo l’interesse per la narrazione nel suo complesso: da una parte infatti il professor Loi si dovrà relazionare con la sua futura moglie in visita nella città eterna, la cantante dell’opera Amalia Pagano, mentre dall’altra sarà chiamato ad aiutare il suo assistente Otello, giovane reazionario carbonaro scampato quasi per miracolo ad un “blitz” della polizia pontificia avvenuto grazie alla soffiata di un traditore e che ha condannato all’impiccagione tutta la sua cellula rivoluzionaria.
Inoltre Mercurio dovrà vedersela con un pericoloso criminale che minaccia le personalità in vista di Roma: ponendosi come un giustiziere del popolo infatti, il fuorilegge imputa determinate colpe a determinate cariche della società (preti corrotti, boia ingiusti etc. etc.) e agisce in prima persona per punirle dei crimini di cui spesso sono effettivamente colpevoli. Questi si fa chiamare il Contrappasso perché seguendo l’omonima legge che utilizza Dante Alighieri per definire i tormenti delle anime all’inferno, anch’egli stabilisce delle pene calzanti, quasi parodistiche e ad personam per tutte le sue vittime.
Nonostante il soggetto e la sceneggiatura siano affidati sempre a Alessandro Bilotta, per questo secondo numero i colori sono di Stefano Simeone e i disegni di Giampiero Casertano, i quali riescono a svolgere un egregio lavoro in linea con lo stile artistico del primo volume, dando continuità alle scelte operate sul comparto pittorico e non facendo rimpiangere in alcuna maniera gli ottimi professionisti che avevano lavorato al numero precedente.
CHI SI INCONTRA MENTRE SI PASSEGGIA
I nuovi personaggi introdotti in “La Legge del Contrappasso” sono pochi, ma sono in grado di portare con se alcune interessanti tematiche che caratterizzano la storia. Innanzitutto c’è la futura moglie di Loi, Amalia Pagano, che attraverso la sua semplicità riesce a mettere in maggiore risalto il professore, e con la sua bontà d’animo e intelligenza fa lui da specchio, caratterizzandolo in maniera totalmente opposta a quello che potrebbe essere un classico “Sciupafemmine” e presentandolo come un ordinario brav’uomo.
Viene poi introdotta sin dalle prime vignette Eleonora, assistente di un sarto e madre di famiglia che è si un personaggio secondario, ma viene utilizzato per portare avanti quella che è probabilmente la tematica più importante dell’albo: il concetto Pirandelliano dell’utilizzo di “maschere che confondono” gli altri e noi stessi riguardo alla nostra vera Persona. Eleonora infatti ha un ruolo preciso all’interno della società: è sposata e madre di due figli, con un lavoro sicuro e un modesto benessere assicurato. Eppure questo suo “personaggio” è per lei una gabbia, e mentre posa davanti allo specchio coi vestiti del suo datore di lavoro per interpretare qualunque personalità della mitologia classica fuorché lei stessa sa di non riuscire a provare affetto per i suoi figli e di non amare suo marito, di non essere nessuno nel suo lavoro e di essere schiava di questa vita (non solo sociale ma anche amorosa) che non la soddisfa, così come molti altri.
Il criminale chiamato Il Contrappasso invece agisce da vero e proprio cuneo tra la falsità delle maschere e la triste realtà delle persone vere. A questo personaggio non interessa minimamente quale sia il ruolo che le persone interpretano nella società, e sebbene queste possano essere ricoperte d’oro placcato egli riesce a scrutare il marcio al di sotto di questo e tenta di renderlo distinguibile anche a tutti coloro che sono sottomessi a questo sistema Pirandelliano. Vestendo un elmo lucido sul quale le vittime si specchiano chiaramente, questi da l’impressione che siano proprio queste ultime a punirsi in maniera violenta, come se la loro reale personalità si scontrasse con quella artefatta. L’operato di questo bandito ha un grande effetto sul popolo (specie su Eleonora, che entrata in contatto con il criminale, ne resta soggiogata dalla forza morale), ma appunto perché la meccanica dell’utilizzo di maschere è molto radicata nella società, chi non vi si attiene è bollato come emarginato, e se addirittura vi attenta, come fuorilegge. Solo Mercurio Loi, che sembra essere già riuscito a mantenere una fondamentale coerenza in questa dicotomia sarà in grado di fermare il Contrappasso.
In conclusione, il secondo albo di Mercurio Loi ha molti spunti interessanti come anche alcune zone d’ombra: riguardo al comparto artistico e scenografico è infatti impeccabile e per giunta porta con se delle tematiche interessantissime, attuali e trattate in maniera competente e completa. D’altra parte, pensando anche al primo numero (e a quelli che verranno) ci si chiede come verranno presi in considerazione nella storia alcuni elementi che in questo capitolo sono stati totalmente ignorati e messi da parte, come la rivalità con Tarcisio Spada e soprattutto la relazione del professore con l’organizzazione segreta Sciarada, presentata sommariamente nel primo numero e poi lasciata cadere (finora) in un dimenticatoio difficile da giustificare, visto che la fase di presentazione del personaggio chiaramente non è ancora finita.
Riuscirà oltretutto il buon Mercurio Loi a mantenere l’interesse del pubblico tutto, anche restando a tal punto inattaccabile in una maniera così classicamente supereroica e integerrima in questi primi due albi oppure dovranno essere aggiunti degli elementi in grado di smuovere un poco il titanismo di un personaggio si carismatico, ma per ora (soprattutto in questo secondo numero)forse un po’ troppo statico?
La passeggiata è appena iniziata.