L’iconografia più classica e sdoganata del genere Sci-Fi ha sempre illustrato le figure degli extraterrestri dotate di triple file di denti, lunghi artigli e minacciosi tentacoli, tutti mossi da una ferale ostilità verso il genere umano, che il più delle volte si è ritrovato a fare i conti con delle vere e proprie bestie feroci. [table id=13 /]
Nel 2014, però, il famoso sceneggiatore britannico Warren Ellis si immaginò qualcosa che in pochi avevano già pensato e Saldapress ha portato ora anche in Italia la sua personale visione della vita oltre questo pianeta e del suo rapporto con l’umanità. Nessun tentacolo, nessun artiglio e nessun dente; gli alieni di Ellis avrebbero avuto la corteccia e null’altro.
AI PIEDI DELL’ALBERO
Nell’universo di Trees infatti il nostro pianeta è stato invaso da forme di vita extraterrestre approdate sulla terra dieci anni prima dell’inizio della narrazione. L’unica cosa nota agli abitanti della Terra è la loro forma, simile a quella di giganteschi tronchi, che dopo essere atterrati violentemente impiantandosi in vari luoghi del pianeta, non si sono più dati la pena di tentare di avere la minima interazione con l’ambiente a loro circostante, come se fossero muti e idioti, o semplicemente disinteressati alla vita che le persone e gli animali si costruivano ai loro piedi.
Spostandosi attraverso tutto il globo terrestre, il volume 1A di Trees presenta gli interessanti personaggi che porteranno avanti questa serie: sebbene questi ultimi vivano in luoghi diversi e siano di conseguenza totalmente scissi tra di loro e non si conoscano personalmente, sembrano tutti condividere un evidente senso di insoddisfazione riguardo alla propria vita, che ognuno di loro vive in maniera diversa: qualcuno tenterà di sfuggire a questa sensazione in maniera incoerente essendo mosso dall’istinto, qualcun altro cercherà di prendere in mano la situazione e cambiarla per se stesso e per gli altri, mentre qualcun altro ancora si nasconderà semplicemente nella propria stanza, o cercherà nell’isolamento il senso delle sue giornate. Tutti però dovranno fare presto o tardi, inconsciamente o meno, i conti con la silenziosa presenza degli Alberi venuti dallo spazio.
Le ambientazioni presentate all’interno dell’albo sono varie e ben diversificate tra loro: dalla cittadina italiana alla metropoli brasiliana passando per l’avamposto di ricerca situato nel circolo polare artico, queste location dipingono un mondo posizionato temporalmente in un futuro prossimo non molto differente dalla nostra epoca: ai droni della polizia in Brasile infatti si affiancano gli ideali fascisti e totalmente anacronistici della banda di strada di cui fa parte una delle protagoniste, andando a creare la sensazione che il progresso scientifico sia sì andato avanti, ma non abbastanza da lasciare dietro di sé tutti i contrasti e le incoerenze proprie di un progresso spinto senza coscienza, come avviene anche nel mondo reale.
Lo stile di disegno è proprio dei fumetti americani e pone particolare cura sulle espressioni dinamiche dei volti di tutti i personaggi. I colori utilizzati per arricchire l’opera sono fondamentali e si mostrano in tonalità acide e spesso di grande impatto, come se l’atmosfera all’interno delle pagine fosse intossicata dalle misteriose secrezioni oleose che di tanto in tanto gli Alberi lasciano colare dai loro tronchi sull’ambiente circostante.
LE RADICI
Fino alle sue ultime pagine questo primo volume di Trees è volutamente avaro di avvenimenti significativi: l’incipit in medias res e la narrazione lenta (dovuta certamente anche al bisogno di presentare i personaggi) sono infatti ottimi elementi per introdurci in un mondo dove le parole chiave per leggere l’opera sono “insicurezza” e “inquietudine”: la situazione presentata infatti è tutt’altro che conciliante e tranquilla, ma l’immobilismo degli invasori ne ha fatto accettare la presenza ai terrestri, che però non possono certo continuare quietamente le loro esistenze, vivendo in un contesto simile a quello descritto ne “Il Deserto Dei Tartari” di Dino Buzzati dove la presenza del nemico era costante, e la di lui attesa era il fattore che logorava i soldati schierati nelle posizioni difensive più duramente di un vero e proprio attacco. Allo stesso modo, il mondo di cui narra Trees è calmo ma potenzialmente pronto ad esplodere in qualcosa di catastroficamente sconosciuto, e per questo ancora più terrificante.
In conclusione Trees si presenta come un’opera interessante e tutta da seguire, e il suo primo numero riesce magistralmente a presentare ambiente e personaggi in maniera abbastanza dettagliata da far venire l’acquolina in bocca per ciò che verrà in seguito. Il comparto tecnico e artistico è di tutto rispetto e la serie sembra voler fermamente sgomitare per ritagliarsi un posto importante nel panorama del genere Sci-Fi portando al pubblico qualcosa di veramente nuovo e fresco. E questo è solo l’antipasto.