Sono passati dieci anni dall’arrivo degli alberi sulla terra, e l’unica interazione che il genere umano ha avuto con queste forme di vita sconosciute è quella del dittatore di un paese africano che ha ben pensato di usare la sommità del più basso dei tronchi degli invasori per installare una batteria di armamenti d’offensiva militare russa a medio raggio per portare avanti la sua ridicola guerra con il paese confinante di turno. Se voi foste una forma di vita aliena del tutto rassomigliante ad un gigantesco tronco di sequoia, provereste davvero a stabilire un contatto con quegli esserini che sciamano intorno a voi preoccupati solo di distruggersi a vicenda? [table id=14 /]Nell’universo narrativo di Trees, creato da Warren Ellis questo non accade, e le poche persone che non sono ancora riuscite ad accettare gli alberi come parte del panorama sul quale vivere le proprie insignificanti vite sono ancora preoccupate dal significato e le implicazioni che avrà presto o tardi l’arrivo degli alieni in mezzo a noi.
STRINGERE L’OBIETTIVO
La trama narrata in questo nuovo volume della serie Trees di SaldaPress riprende esattamente dal punto in cui si era interrotta nel precedente, presentando le incaute scelte militari e amministrative del capo di stato Rahim, che vuole annettere ai suoi territori lo stato del Puntland utilizzando come base d’offensiva missilistica la vetta di un Albero. Questo però è solo una breve introduzione che dimostra, come dicevo qui sopra, che molti degli abitanti del pianeta, non avendo capito a fondo dopo dieci anni funzione e scopo di questi invasori, si sono limitati ad accettarli come parte dell’ambiente, adeguandosi di fatto alla linea di interazione di questi ultimi: sterile e pressoché inesistente. La narrazione vera e propria infatti inizia subito dopo, riprendendo fondamentalmente tre dei personaggi presentati nel volume 1A: in primo luogo la storia si concentra sul giovane Chenglei, da poco arrivato in una città situata ai piedi di un albero dove il ragazzo, da sempre frustrato dalle millenarie e opprimenti tradizioni del suo villaggio in una provincia cinese, tenterà di capire chi realmente sia e ad accettare la sua persona ai suoi stessi occhi grazie all’ambiente privo di pregiudizi e forti istituzioni della metropoli in cui si ritrova.
Il secondo personaggio la cui storia è analizzata nello specifico è quello di Eligia Gatti, impegnata in una relazione sentimentale con Tito, il capo di una banda criminale filofascista che comanda le strade di Cefalù, in Sicilia, ora anch’essa ai piedi di un Albero. Scopriamo dunque come anticipato nel volume 1A di Trees che Eligia non ha nulla di che spartire con i bravi della crew di Tito, ma che resta al suo fianco solo per avere una situazione privilegiata in termini economici e sociali, pur ormai malsopportando la personalità e l’ottusità della banda e del suo leader. La situazione però cambierà radicalmente quando un eccentrico professore universitario proveniente da Milano avvicinerà la ragazza, dandole il coraggio e gli elementi per dare una reale svolta alla sua vita e a quella di tutta Cefalù.
La terza situazione, già analizzata in maniera privilegiata rispetto alle altre nel volume 1°A è quella che ha luogo in un avamposto di ricerca scientifica nelle isole norvegesi Svalbard, poco distante dal circolo polare artico. Qui un equipe di scienziati, tra cui i dottor Marsh e la Dottoressa Jo Creasy, che loro malgrado hanno già avuto a che fare col fenomeno dei papaveri neri e che ora si troveranno a fronteggiare direttamente ciò che le infiorescenze portano con se.
Tutta la parte concernente al comparto artistico è affidata a Jason Howard, che come al solito svolge un eccellente lavoro sia a livello di fisionomia ed espressività dei personaggi che a livello di colori, creando, atmosfere sublimi, inquietanti e di grande impatto sia che utilizzi tonalità fredde che calde. Ogni vignetta ha una sua propria bellezza, che però il lettore non riuscirà mai a godersi appieno come se fosse un turista proprio a causa del grande carico emozionale che ogni illustrazione riesce a trasmettere.
SOTTO LA CORTECCIA
Come abbiamo già detto, il mondo di Trees è terribilmente simile al nostro, sebbene un minimo futuristico: Warren Ellis è stato in grado attraverso la sua sceneggiatura di trasporre perfettamente in fumetto quelli che sono i problemi di tutti i giorni e quelli invece che minacciano ad un livello maggiore la quiete e il prosperare della società umana globale. Gli Alberi alieni che Ellis inserisce in un contesto così simile alla nostra realtà agiscono sul subconscio di tutti gli abitanti del pianeta similmente al Servo Plautino: essi infatti non muovono la vicenda in maniera esplicita con atti in grado di indirizzare il corso degli eventi in una determinata direzione, ma la loro presenza influisce sia sull’ambiente, che sull’economia che sulla società (come spiegato dal professore milanese a Eligia); questi silenziosi extraterrestri inoltre riescono a velocizzare tutti quei processi mentali che i personaggi inconsciamente svolgono per raggiungere il loro obiettivo, probabilmente a causa della sensazione di insicurezza e precaria attesa che la presenza degli alberi instilla come naturale in tutti i terrestri. Paradossalmente, gli alberi che sono rimasti immobili e zitti per dieci anni, sembrerebbero più interattivi di quello che appare col mondo che li circonda.
Importante in questo secondo volume è inoltre il concetto della conoscenza di se stessi, indagata soprattutto negli episodi di Chenglei e Eligia; mentre infatti il primo combatte con i pregiudizi che egli stesso si cuce addosso cercando di trovare la sua dimensione in una città che sembrerebbe liberale, la seconda ha invece presente in maniera molto più chiara quale sia la sua personalità e il suo potenziale, ma essendosi fatta prigioniera da sola di un ambiente ottuso e moralmente morto avrà bisogno di un aiuto esterno per prendere finalmente in mano le redini della propria esistenza.
In conclusione se il primo volume di Trees aveva introdotto personaggi e storia in maniera tale da sembrare solo un appetitoso antipasto, il volume 1B è una corposa prima portata, in grado di far riflettere sulle potenzialità narrative dell’universo di Ellis. Con questa ultima uscita non ci viene data alcuna risposta ma ci si concentra su quelle che sono le domande giuste, aumentando ancor più che in precedenza l’eccitazione e l’interesse per una storia fresca e mai vista prima. Ai piedi degli Alberi qualcosa si muove, e che i lettori siano terrorizzati o meno, nessuno potrà fare a meno di aspettare impaziente di scoprire la natura degli oscuri fatti che si affacciano all’orizzonte.
*Volume gentilmente fornito da SaldaPress per la recensione.