Sundered è l’ultima fatica dei Thunder Lotus Games, ed è disponibile attualmente su GOG, Steam e PS4. Con una componente artistica degna di nota e un sistema di gioco moderno, riuscirà Sundered ad elevarsi sopra la media definita dagli altri metroidvania? Scopriamolo nella recensione completa!
Metroidvania (un po’ più) moderno
Nonostante Dark Souls si sia accaparrato il titolo indiscusso di “hardcore-game”, sono in molti quelli che cercano di rubargli la corona, e Sundered non si tira indietro in questa cruenta battaglia. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una seconda giovinezza del genere metroidvania, con mappe sempre più grandi, meccaniche di gioco più profonde, componenti ruolistiche più marcate e, tornando in tema, livelli di difficoltà aumentati. Il titolo dei Thunder Lotus cerca, comunque, di scrollarsi di dosso alcuni dei cliché che questo genere si è accollato nel corso del tempo, come meccaniche roguelike e, passatemi il termine, una “forzata” non-linearità. Come ogni metroidvania che si rispetti, la scoperta della mappa è infatti strettamente legata alle abilità acquisite dal nostro personaggio, e da come queste vengono potenziate: non seguendo questo processo uno schema preciso (almeno per le prime fasi di gioco), significa che non ci sarà un ordine prestabilito ne per i boss da affrontare, ne per le regioni da visitare. Nella mappa di gioco avremo infatti dei suggerimenti dinamici, che si adattano al nostro attuale set di abilità, e che ci indicano in quale porzione della mappa “dovremmo” dirigerci.
Lo sviluppo del personaggio è anch’esso non lineare, e alla memoria il sistema richiama quello di Child of Light e Final Fantasy X. Avremo infatti a disposizione “una mappa” con diversi potenziamenti da acquistare (con l’utilizzo delle schegge, valuta di gioco): alcuni minori divisi in 3 parti (come ad esempio Attacco corpo a corpo +3), di cui bisognerà acquistarle tutte prima di poter procedere a quello seguente, e quelli maggiori, più costosi ma che forniscono bonus superiori (come ad esempio Scudo aumentato del 30%). I potenziamenti non sono, appunto, lineari, quindi non c’è una via specifica “a tema” da seguire per salute, attacco o altro, ma bisognerà valutare, prima di intraprendere una diramazione specifica, quali bonus avrà da offrire. Tutto questo ragionamento va fatto non solo per un mero lavoro di pianificazione a breve termine, ma soprattutto a lungo: ogni potenziamento acquisito aumenterà proporzionalmente l’acquisto di quello successivo, e di conseguenza il giocatore sarà portato a scegliere con parsimonia quali bonus accaparrarsi. Oltre ai potenziamenti acquistabili, ci sono i talenti, recuperati sconfiggendo boss, superando sfide e liberamente nella mappa di gioco. Essi offrono sia bonus che malus, con solitamente i primi superiori ai secondi, e alterano notevolmente il nostro stile di gioco: trovare quello adatto a noi potrebbe non essere così scontato.
Parlando invece dei combattimenti, man mano che li affronteremo, ci accorgeremo come, in Sundered, venga stravolta la regola del mero “schiva-e-attacca”, mettendo invece al centro del sistema un unico e solo concetto: priorità. La quantità di nemici a schermo arriva, in alcuni punti, a numeri esasperanti: vien da se che con quantità di schivate limitate e con uno scudo si disponibile, ma con carica anch’essa limitata, sarà impossibile evitare tutti i colpi e/o mitigare tutto il danno che ci pioverà addosso. Ben presto il giocatore imparerà ad identificare ogni nemico, memorizzarne i pattern d’attacco e a quantificarne il potenziale di danno. Subito dopo, imparerà ad affrontare, nella mischia, prima gli avversari più pericolosi, non per forza quelli più grossi o quelli più potenti, cercando tra schivate e brevi fughe di gestire punti vita e ricarica dello scudo, magari liberandosi dei “mob” più deboli col cannone della valchiria (arma a distanza). Qualunque altra strategia porterà ad una morte prematura, ma tranquilli: chiunque si metterà ad affrontare TUTTI i nemici col mero button smashing, imparerà la lezione in fretta. Questo apprendimento spietato è aiutato anche dalla meccanica degli allarmi: di tanto in tanto, scatterà un sistema di sicurezza che farà spawnare una miriade di nemici, con pattern d’attacco diversi e complementari, che metteranno a dura prova le nostre abilità di combattimento e, soprattutto, di platforming. In alcuni casi le situazioni raggiungeranno livelli di difficoltà quasi impossibili, al punto che la fuga sarà la nostra unica e doverosa opzione. Fortunatamente, non essendo un roguelike, ogni eventuale morte non ci priverà dei vari oggetti acquisiti, e considerando che si ripartirà dal nostro spawnpoint con vita, munizioni e schegge di vita rimpinguate al massimo, un’eventuale sconfitta coinciderà comunque con uno stabile inizio. Dont be scared, try again.
Impara l’arte e… mettila da parte?
Sundered è un titolo che è facilmente etichettabile come “bello”. Non c’è molto da spiegare: vedi gli screenshot, qualche video, e capisci che si tratta di un gioco piacevole alla vista e decisamente ispirato. Le sensazioni in gioco si riconfermano, con uno stile di disegno preciso e ben caratterizzato, con una colorazione flat basata su una palette cromatica piacevole, e filtri sapientemente utilizzati in base alle necessità ludico/narrative. Le animazioni sono anch’esse piacevoli, magari non sempre credibili in alcuni casi, con un effetto stretched troppo marcato, ma parliamo di cercare veramente il pelo nell’uovo. I fondali sono, invece, impressionanti, capaci di ammaliare e tenerci incollati allo schermo, e di trasudare passione: non c’è dubbio che ci sia stato un egregio lavoro di fondo, per quanto riguarda la caratterizzazione del mondo di gioco.
Il prezzo da pagare per questa bellezza a schermo è una ridotta percezione della profondità, che ci farà spesso perdere di vista la posizione del nostro personaggio, o di alcuni elementi a schermo, come ostacoli o oggetti da distruggere. Utilizzando un sistema di colorazione molto simile tra elementi in movimento e statici, si otterrà una piacevole omogeneità d’immagine, ma sarà facile, appunto, mancare un appiglio durante un salto e/o confondere spesso oggetti di fondo con piattaforme e viceversa. Inoltre, tornando al precedente discorso della profondità, parlando di un titolo bidimensionale, si pone il problema di come renderizzare più elementi a schermo nella stessa posizione: per qualche motivo, il nostro personaggio non sarà messo sempre in primo piano e, come detto prima, finiremo per perderlo tra la massa informe di nemici, complice anche una telecamera tutt’altro che reattiva.
Dal punto di vista audio, c’è invece poco da dire: la colonna sonora è ottima, ma è molto spesso relegata al compito di accompagnamento di fondo e sovrastata dall’azione di gioco. La campionatura sonora è altrettanto buona e credibile, mentre il doppiaggio, per quanto riguarda la voce narrante, è di alta qualità.
Conclusioni
Rispondendo ai dubbi posti in apertura, Sundered ci prova, e, parzialmente, ci riesce. La sensazione di trovarsi di fronte ad un metroidvania “più fresco” c’è, ma bisogna anche capire quali sono i limiti del genere o quanta voglia ci sia negli sviluppatori di rischiare. Nell’era degli ibridi, il sistema di combattimento è solido ma forse troppo semplice, basato soprattutto sullo sviluppo del personaggio. L’esplorazione meno lineare è un plus, ma non tale da stravolgere l’intero genere di appartenenza.
Se rinunciamo, insomma, alla ricerca dell’innovazione e della rivoluzione assoluta, in Sundered ritroveremo un titolo solido, con una componente artistica apprezzabile, che ci intratterrà per molte ore tra combattimenti frenetici e boss epici. Ad un prezzo tipicamente “indie” (17,99€), direi che l’esperienza di gioco generale è più che soddisfacente, a patto di essere pronti ad imprecare di tanto in tanto, causa difficoltà che spesso schizza a livelli “religiosamente peccaminosi”.
*Versione provata: PC (GOG) – copia review fornita da GOG.com