Dopo aver pubblicato il primo capitolo nel mese di maggio Telltale Games ritorna nel mondo Marvel con Guardians of the Galaxy: The Telltale Series – Episode 2 – Under Pressure, con l’obiettivo di rendere migliore un inizio di serie un po’ claudicante soprattutto per quanto riguarda il ritmo, un po’ troppo lento, e la personalità dei personaggi da rivedere.
Sarà riuscita la compagnia a revitalizzare una serie che non è partita proprio al massimo del suo potenziale?
Il valore della famiglia
Nel primo episodio avevamo lasciato Peter Quill miracolosamente in vita dopo esser stato ucciso, grazie al potere della Forgia dell’Eternità, intento a partire insieme ai suoi amici per scoprire di più sulla natura di questo oggetto misterioso e sulle sue potenzialità.
Under Pressure parte proprio da questo punto anche se non riesce nell’intento di rialzare la verve del primo capitolo, concentrandosi soprattutto su un filone incentrato sui sentimenti e sul fattore psicologico che a lungo andare non riesce a catturare appieno il giocatore e, come in occasione del primo episodio, non dà all’utente l’idea di poter cambiare il plot narrativo tramite le sue scelte, deviando solo per pochi istanti degli avvenimenti predefiniti che in ogni caso ci vedranno protagonisti.
La trama come detto partirà dalla fuga dei Guardiani dalla terribile Hala, introducendo il personaggio di Yondu, il mentore di Peter, che non si era ancora visto nel primo episodio, e proseguendo con alcune rivelazioni che porteranno i nostri eroi alla ricerca di Nebula, la sorellastra di Gamora, dato che ella sembrerebbe l’unica a saper decifrare le iscrizioni misteriose presenti sull’artefatto.
Proseguendo nella vicenda, Telltale ci metterà davanti ad un bivio, ossia se ascoltare prima Gamora o Rocket, così da farci “assegnare” una preferenza ad uno dei due personaggi e osteggiando in qualche modo il rapporto con l’altro, il sempre presente marchio di fabbrica della compagnia, che consente al giocatore di scegliere, andando però a modificare quasi indissolubilmente il rapporto con gli altri eroi, salvo poi rimediare parzialmente con alcune apposite azioni che saranno apprezzate dai diretti interessati.
La storia proseguirà lentamente andando però a sviscerare il passato di Rocket soffermandosi più sul lato emotivo del personaggio, quasi a farlo sembrare umano, che sulle azioni compiute da quest’ultimo e dalla sua squadra, concentrandosi sul valore della famiglia come si può vedere nelle varie sequenze presenti che prendono in rassegna in un primo momento, Quill e la madre, successivamente Gamora e Nebula, passando per Rocket e la sua dolce metà, anche se tutto ciò non riesce fino in fondo a far immedesimare il giocatore nei protagonisti, come del resto era successo nel primo capitolo.
Tra QTE e dialoghi
Per quanto riguarda il gameplay di Under Pressure, rimane praticamente invariato dallo schema adottato nell’episodio precedente, con la compagnia che ha reso i dialoghi il fulcro della produzione, provando a mettere più pathos in alcune situazioni con i quick time event che risultano ben fatti e riescono a far tenere alta l’attenzione dell’utente.
Presente anche una sequenza simile al primo capitolo nella quale bisognerà cercare determinati indizi, che però non spicca di certo per difficoltà e al pari della prima risulta molto guidata e facile da portare a termine.
Oltre a ciò saremo praticamente vincolati alla Milano e ad un luogo collegato con la trama principale, portando l’esplorazione praticamente al minimo, concentrandosi come detto in precedenza prevalentemente sui dialoghi.
Per quanto riguarda invece il comparto artistico si può notare un passo in avanti anche grazie ad un sonoro azzeccatissimo che riesce ad accompagnare alla grande il giocatore e farlo sentire proprio dentro all’atmosfera scanzonata dei Guardiani della Galassia.
Alcuni buoni spunti ma non basta
Under Pressure non riesce nel complesso di revitalizzare l’andatura lenta e compassata del primo capitolo, diminuendo ancora di più il ritmo dell’azione, ma soffermandosi sui concetti di legame e di famiglia dei personaggi mostrando più il loro lato umano.
Anche se viene introdotto il personaggio di Yondu e sono presenti alcune sequenze ben fatte, anche per quanto riguarda i Quick Time Event, rimane sempre la sensazione che si possa fare di più, perché le scelte fatte nel corso dell’avventura non sembrano modificare realmente il plot narrativo, che risulta essere quasi su binari.
*Versione testata: PlayStation 4 gentilmente fornita dal distributore europeo.