Dall’unione delle forze tra Three Gates AB e Slapshot Games, su Steam arriva Offensive Combat: Redux, irriverente FPS arena dallo stile decisamente marcato. Ma passiamo alla domanda di rito: avete mai fatto una partitina a qualcosa, in attesa che il vostro compagno di giochi ottenga la libertà vigilata dalla ragazza e si unisca a voi in una lunga sessione sul MOBA/MMO/FPS di turno? Avete presente, insomma, il concetto di gioco filler, tampone, “da antipasto”? Bene, alla prima impressione, il titolo in questione si pone in questa fascia, ma tra una scoreggia in faccia e un balletto derisorio sulla tomba del nostro peggior nemico, il concetto di fondo cambia… andiamo a scoprire come, nella recensione completa!
Prima ti owno, poi ti pwno
Offensive Combat: Redux fa della semplicità il suo piatto forte. Come già detto, il gioco è un FPS arena in cui 12-16 giocatori si affrontano su 6 mappe (molte altre in sviluppo, come dichiarato dagli sviluppatori), in 3 tipi di modalità diverse, ovvero Deathmatch, Deathmatch a squadre e Cattura la bandiera.
Per prendere familiarità con mappe e meccaniche di gioco, sono disponibili anche 3 modalità offline: Esplorazione, Deathmatch contro IA, Poligono di tiro. Per quanto riguarda l’arsenale che il titolo mette a disposizione, non c’è affatto da lamentarsi: le armi sono tante, le personalizzazioni pure così come gli extra! Ma procediamo per ordine.
Le armi appese nel nostro armadietto virtuale sono tante: si parla di fucili d’assalto, mitra, fucili a pompa, pistole, spade di legno (?), padelle (??), polli di gomma (???), pesci lessi (??????). Quello che mi piace molto di questo gioco, è che non ci sono misteri: i parametri di ogni arma sono in bella vista, quindi siamo a conoscenza anche di dati spesso nascosti, come il danno suddiviso per headshot e bodyshot, il rateo di fuoco, e tanti altri dati tutti espressi sotto forma numerica.
Ognuno dei nostri strumenti bellici può essere inoltre migliorato tramite dei potenziamenti, che vanno a sbloccare dei bonus sotto forma di modifiche da montare sulla nostra arma. Ce ne sono di classiche, come caricatori che aumentano la capienza, impugnature che aumentano la velocità d’estrazione, o… canne per pistola che riducono di 60 il danno da headshot ma aumentano di 60 il danno ai gioielli di famiglia. Basta questo per capire qual è il tipo di atmosfera che si respira in Offensive Combat: Redux.
Ma parliamo un attimo del gameplay di Offensive Combat: Redux, prima di continuare coi contenuti. Le meccaniche di gioco sono molto semplici, e si rifanno ad uno stile più vicino ai titoli del passato che a quelli moderni: le armi sono tutte hitscan; non c’è damage drop ma ogni proiettile, superato il suo raggio utile, NON infligge alcun danno; le munizioni sono limitate, ma possono essere raccolte sul campo di battaglia, così come armature o bonus ai danni; la vita si autorigenera completamente, permettendo di scandire dei ritmi di gioco più “aggressivi”. Insomma, molto classico, no? Per ora! Ogni uccisione portata a termine, ci ricompenserà con dei punti vittoria, con dei punti stella (per sbloccare i potenziamenti delle armi) e del denaro, per acquistare personalizzazioni per il nostro avatar. Tra questi, troviamo accessori, costumi e “pezzi del corpo” di ogni tipo, che ci permetteranno di combinare il tutto creando o creature epiche, o aborti e mostruosità degni del più violento attacco di diarrea su una tela bianca. Ma, se mi perdonate il francesismo di poco fa, passerei al punto forte: avete presente il “teabag”, quella “tossica” usanza dei giocatori online per “pwnare” gli avversari appena sconfitti? Bene, in qualunque gioco sotto moderazione, certi atteggiamenti possono essere considerati meritevoli di ban o di kick da parte dell’admin di turno. Qui? Oh buon dio, qui sono parte integrante del gioco!
Una volta abbattuto un nemico, sarà possibile, entro un tempo limite, eseguire una delle nostre PWN MOVES, che, se completata correttamente, aumenterà i nostri punti vittoria e, con un po’ di fortuna, sbloccherà anche un pezzo per personalizzare il nostro avatar! Le PWN MOVES sono varie e, per ovvi motivi, tutte ridicole: si passa dal teabag classico alla scoreggia in faccia, e ce ne sono di corte, medie e lunghe (le PWN MOVES, non le scoregge… ovviamente). Per assurdo, queste meccaniche che in gergo si definiscono “tossiche”, durante le mie sessioni di test si sono rivelate incredibilmente leggere: nessuno se la prendeva per essere stato “umiliato”, anzi, il tutto aumentava la genuina competitività e la voglia di giocare soprattutto per divertirsi senza rinunciare al giusto livello di agonismo. Touchè!
You cant see me! Tu-turu-tuuu!
Dal punto di vista tecnico e artistico preferisco non dilungarmi troppo: Offensive Combat: Redux ha uno stile marcato, tendenzialmente trash. Anzi, togliete il tendenzialmente e sostituitelo con decisamente. A livello sonoro, le musiche in background sono buone, e la campionatura di armi e suoni di fondo fa di tutto per non distaccarsi troppo dallo stile generale, risultando comunque piacevole e ben inserita nel contesto. Il motore di gioco è molto semplice e tendenzialmente leggero, con pochi particellari o oggetti in movimento ridotti a zero, e privo inoltre di filtri particolarmente avidi di risorse.
Le texture sono discretamente buone, le animazioni così così, un po’ pupazzose, se mi passate il termine. Il FOV è attualmente settabile fino a 75, non il massimo per un FPS, ma abbastanza ampio per non incorrere in problemi di “tunnel vision”. Le opzioni grafiche sono limitate ad uno slider che si può settare su diversi livelli di qualità predefiniti, e le opzioni a disposizione del giocatore sono poche ma, in generale, la qualità è buona su tutti i livelli a nostra disposizione, e il numero di frame erogati dovrebbe essere solido anche su configurazioni più deboli, a patto di avere comunque un quad core, o in alternativa un 2c/4t degno di nota.
Conclusioni
Cosa dire dunque, di Offensive Combat: Redux? Che, ad occhio, è il classico gioco da prendere alla leggera, magari da alternare a titoli più seriosi, o da inframezzare tra sessioni a giochi più stressanti. È il classico antipastino col potenziale di saziarti ancora prima che arrivi il primo, perché di base, nonostante non abbia il sapore di un piatto di qualità, ha comunque tutto quello che serve per farvi abbuffare senza che ve ne accorgiate! Infatti, come la vita insegna, spesso all’osteria lercia e brutta si mangia meglio che al “Gourmet stellato dello Chef Alon de Chapette”. E, come immagino direbbe il gioco in una fresca notte d’estate, sdraiato sulla riva con un bicchiere di spumante in mano: “e fatevela na risata, e che ca**o!”.
Nota bene: la quasi totalità degli screenshot riportati provengono dalla pagina di Steam, poiché al momento della stesura della recensione il periodo di prova era già scaduto e non vi è stata la possibilità di acquisirne di inediti direttamente in-game.
*Versione testata: PC (Steam) gentilmente fornita dagli sviluppatori.