A tre anni dal reboot dell’iconica saga con protagonista William J. Blazkowicz ad opera di MachineGames e pubblicato da Bethesda Softworks, lo stesso binomio ha reso disponibile lo scorso venerdì 27 ottobre, per i giocatori PC, PlayStation 4 e Xbox One (e nel 2018 anche per i giocatori di Nintendo Switch) Wolfenstein II: The New Colossus, sequel diretto di The New Order e del DLC standalone The Old Blood. Dopo l’ottimo successo di critica e pubblico con il primo capitolo e relativo DLC, scopriamo insieme cosa ci offre questa nuova avventura a caccia di nazisti, nella nostra recensione.
Mille modi di uccidere la feccia nazista con vecchi e nuovi amici
La storia di Wolfenstein II: The New Colossus riprende esattamente dalla fine di The New Order, nel 1961 alternativo in cui i tedeschi, comandati da Hitler e i suoi generali, governano il mondo. Il nostro capitano Blazkowicz è gravemente ferito dopo lo scontro in cui ha avuto la meglio sul generale nazista Wilhelm “Deathshead” Strasse, e viene riportato sul “Martello di Eva”, il sottomarino nucleare rubato dal protagonista e i suoi alleati della Resistenza nel primo capitolo, dove viene curato per quanto possibile dalle terribili ferite. Infatti nelle prime fasi di gioco il nostro eroe sara ridotto in carrozzella ed in condizioni critiche, stanco e moribondo Blazkowicz sembra volersi arrendere ad una morte certa ed aver perso quello spirito combattivo che lo ha caratterizzato nel primo capitolo di questa nuova saga sviluppata da MachineGames, ed anche il gameplay, di conseguenza, nelle prime ore della nostra avventura sarà condizionato dallo stato di salute del protagonista, con la salute massima e la corazza inizialmente limitate a 50 (ma sarà possibile comunque, come d’abitudine in questa iconica saga, sovraccaricare la propria energia e corazza raccogliendo i medikit e le parti di “armatura” dai nemici sconfitti o esplorando bene le mappe di gioco), anche se gli eventi della trama porteranno il nostro eroe a vedere ripristinata totalmente la barra dell’energia.
La trama segue, tra numerosi colpi di scena e momenti memorabili, il tentativo di Terror Billy di sconfiggere la macchina da guerra tedesca, e far partire una vera e propria Resistenza negli Stati Uniti, ora governati dai nazisti con l’aiuto dei simpatici e molto tolleranti (sono ironico ovviamente) membri del Ku Klux Klan locali, che aiutano i gerarchi teutonici a mantenere il controllo sulla popolazione. Come nel precedente capitolo le location in cui dovremo portare un po’ di sana giustizia (ovvero sterminare senza pietà tutti i nazisti che avremo sullo schermo) sono varie e principalemente situate negli Stati Uniti, in località iconiche americane (New Orleans e New York), anche se non mancheranno durante le 15-20 ore necessarie per completare la trama principale diverse “escursioni” al di fuori dagli States.
A livello narrativo occorre segnalare che gli sviluppatori hanno caratterizzato molto più approfonditamente i personaggi, soprattutto quelli principali, offrendo allo stesso tempo una visione più “intima” del passato e del presente di William J. Blazkowicz ed una più cruenta e realistica della villain principale, il generale Irene Engel, la quale non deve aver preso bene il nostro tentativo di ucciderla nel primo capitolo, che l’ha lasciata sfigurata. Questa maggiore caratterizzazione dei personaggi permette agli sviluppatori di affrontare ed analizzare tematiche più profonde (come per esempio il razzismo) in maniera molto più profonda nonostante la produzione mantenga le stesse dosi di umorismo e di “estremizzazione dello splatter” delle scorse incarnazioni della saga.
Per quanto riguarda il gameplay, le dinamiche generali non differiscono in maniera sostanziale da quello del primo capitolo, con alcune importanti novità. La più rilevante sicuramente è la possibilità di utilizzare due armi diverse contemporaneamente, permettendo così di ottenere molte e varie combinazioni di bocche da fuoco, mentre in The New Order era possibile usare in “akimbo” solamente armi dello stesso tipo.
Sarà possibile scegliere il tipo d’approccio da utilizzare nelle diverse occasioni, uccidendo silenziosamente ed in maniera furtiva i nazisti da dietro con l’ascia, arma che ha preso il posto del coltello per uccisioni ancora più spettacolari, oppure eliminare tutte le minacce ad armi spianate, mentre il sistema di progressione delle abilità, automatico come nel precedente capitolo, ci permette di ottenere dei bonus sui danni, sulle quantità di colpi trasportabili eccetera, semplicemente completando gli obiettivi richiesti (per esempio uccidere con le doppie armi) per progredire con i livelli, fino ad un massimo di cinque per ogni talento. Le armi da fuoco a disposizione nella classica ruota sono numerose (7 principali più le granate e 4 pesanti) e tutte, ad eccezione delle armi pesanti generalmente recuperabili da postazioni fisse o dai cadaveri dei nemici più “tecnologici” del Reich, sono modificabili (tre slot ogni arma) trovando i kit di potenziamento sparsi nelle location del gioco. La varietà delle armi e la possibilità come detto sopra di combinarne due diverse rendono davvero molteplici gli approcci possibili alle diverse missioni e rendono ancora più variegato il gameplay, che offre anche un sistema di coperture combinabili con il salto e la scivolata del nostro Terror Billy, e da metà avventura in poi sarà possibile scegliere uno (tra tre possibili) dei nuovi congegni rubati ai tedeschi e messi a disposizione da Seth alla resistenza: un Costrittore che permette di attraversare spazi ristretti, un Ariete che permette di eseguire spettacolari super placcaggi agli avversari ed il Bipode, due trampoli che permettono di arrivare in luoghi rialzati diversamente non accessibili. Tutti e tre i congegni offrono inoltre, una volta “livellati” altri bonus a diverse caratteristiche, e i due non selezionati durante la trama principale saranno recuperabili eseguendo delle speciali missioni secondarie, affrontabili prima o dopo la fine della storia. Le varie abilità e tutte le dinamiche di gioco inoltre sono spiegate con una pagina apposita del menu destinata ai tutorial, con cui scoprire o ricordarsi tutte le abilità attivate ed i talenti a nostra disposizione per terminare l’egemonia nazista.
Completano la corposa offerta i numerosi collezionabili sparsi in tutte le ambientazioni, che vanno dagli oggetti in oro alle Carte Stella, dai bozzetti ai giocattoli di Max, dalle carte della Morte ai Dischi (pezzi classici della musica rifatti in chiave nazista e ascoltabili) per un totale di oltre 200 oggetti recuperabili. A differenza del primo capitolo invece i Codici Enigma saranno direttamente disponibili nei corpi dei comandanti nazisti uccisi, e permetteranno di accedere alla Macchina Enigma e di sbloccare nuovi comandanti nelle zone USA esplorabili, selezionabili sempre sul sottomarino “Martello di Eva” che farà anche da hub principale durante la nostra avventura, e in cui sarà disponibile anche un poligono di tiro e la possibilità di giocare, da un cabinato presente in una delle sale dell’U-Bot, all’intero e glorioso Wolfenstein 3D.
Sconfiggere il Reich in alta definizione
Il comparto tecnico risulta molto migliorato rispetto a The New Order, soprattutto in virtù del fatto che questo secondo capitolo non essendo cross-gen riesce a sfruttare a dovere gli hardware di nuova generazione, i modelli poligonali e le animazioni sono più realistiche e anche se a livello grafico il titolo non raggiunge l’eccellenza vista in altri titoli AAA (Horizon: Zero Dawn per dirne uno) il colpo d’occhio è comunque notevole. Il level design è ispirato così come la varietà dei nemici e le boss fight, e Wolfenstein II: The New Colossus risalta anche per la cura nei dettagli delle ambientazioni e della lore creata da MachineGames, con manifesti e locandine naziste a volte esilaranti. Stessa cura che si può trovare tanto nei dialoghi, sia dei protagonisti che delle guardie naziste mentre cerchiamo di infiltrarci dietro le loro linee, quanto nel comparto sonoro davvero eccellente sia come campionamenti ed effetti sonori che per quanto riguarda il doppiaggio italiano, davvero di altissima qualità. Durante la nostra prova, su un televisore a 1080p su PlayStation 4 Pro, il titolo non ha mai sofferto di cali di framerate, nemmeno nelle situazioni più concitate e con più nemici a schermo, con 60 FPS davvero stabilissimi anche a risoluzione 4K.
In conclusione, Wolfenstein II: The New Colossus è uno degli shooter più interessanti di questa stagione ed è la dimostrazione che le produzioni destinate a single player sono vive e possono ancora fare la differenza in questo mercato videoludico, e soprattutto che uccidere i nazisti non passa mai di moda. MachineGames riesce a migliorare a livello narrativo una saga videoludica storica, nata nel 1981 con Castle Wolfenstein, raggiungendone l’apice, e mantenendo intatti sia l’umorismo dissacrante del protagonista che la spettacolarizzazione delle uccisioni, sempre molto splatter. Si tratta di un titolo dalla difficoltà elevata: anche selezionandone una intermedia infatti non sarà facile portare a termine le missioni e soprattutto le Boss-fight, le quali si snodano in una bella trama che affronta anche, per la prima volta, l’intimità (soprattutto emotiva) del protagonista e che parte da un’ottima caratterizzazione di tutti i personaggi principali e secondari. Consigliato assolutamente a tutti gli amanti della saga e degli sparatutto in prima persona, grazie anche alla longevità elevatissima per un prodotto privo di qualsiasi componente online.
*Versione testata: PlayStation 4 su PS4 Pro grazie ad una copia promo fornita dal distributore italiano.