Nel corso degli anni, sono stati attribuiti migliaia di valori simbolici alla luna: Nelle antiche culture era diffusa l’idea che essa morisse ogni notte per calare nel mondo delle ombre, i greci la vedevano come l’emanazione della dea Selene, e i vichinghi come un principe impegnato a inseguire il Sole, sua principessa. In Night of Azure 2: Bride of the New Moon la luna torna ad essere una figura importantissima, caratterizzata da una duplice valenza, positiva e negativa e la cui presenza risulta, nel bene e nel male, il vero leitmotiv di questo interessantissimo titolo.
La Luna di Malvasia
Sviluppato da Gust e pubblicato da Koei Tecmo Games, Night of Azure 2: Bride of the New Moon si pone narrativamente come diretto sequel del primo capitolo, riprendendone fedelmente universo narrativo e protagoniste. Dopo gli avvenimenti del l’episodio precedente infatti, il mondo è nuovamente minacciato dalla presenza di Malvasia la demoniaca Moon Queen che intende far calare tutto l’orbe in una notte eterna dove nessuno mai si sveglierà da un tormentato sonno: si tratta di una figura potentissima, che viene osteggiata sia in maniera ufficiale dalla Curia, che dal clandestino Ordine di Lourdes, che si oppone alle Papesse. Tra questi vertici di potere i giocatori ritrovano le protagoniste del primo capitolo: l’agente Aluche, che andranno ad impersonare, la sacerdotessa Liliana e l’intraprendente Ruenheid, che raggiunto il grado di Holy Knight ha però lasciato la Curia. Il motivo di quest’ultimo avvenimento è presto detto: le Papesse infatti riconosciuto il Liliana la Bride of Time, un’entità che va sacrificata a Malvasia per sigillarne i poteri, e ne hanno ordinato l’immolazione per la salvezza del mondo: Rue ovviamente non può accettarlo, e mentre Aluche cerca una soluzione che possa salvare la sua amica d’infanzia, lei si avvicina all’Ordine di Lourdes.
Nel frattempo, Malvasia inaspettatamente si manifesta davanti alle tre ragazze, e dopo una breve battaglia trafigge con la sua spada il cuore di Al, ferendola a morte. Grazie però all’aiuto delle amiche e a quello della dottoressa Camilla, scienziata della Curia, l’agente riesce a sopravvivere alla morte stessa grazie agli sforzi proprio di Camilla, che la riporta in vita come mezzo-demone.
Coi nuovi poteri derivati da questa ibridazione Aluche dovrà trovare la forza di fronteggiare la Moon Queen e i suoi demoni, oltre che salvare le sue amiche e se stessa dalla misteriosa forza che ora cresce in lei; Dovrà, cito, correre attraverso questa notte senza fine, e intonare il canto della sua vita.
La narrazione attraverso il titolo vive fasi di alti e bassi: da una parte infatti gli avvenimenti potrebbero essere veramente d’impatto, e le quest secondarie in grado di approfondire il rapporto tra i vari personaggi in maniera soddisfacente, dall’altra però alla fine risultano veramente troppi gli elementi narrativi lasciati cadere nel vuoto e i personaggi (tutti femminili), frutto di un design di primissimo livello, non mostrano alcun tipo di maturazione (eccezion fatta per Verushka) e anzi appaiono piattamente stereotipati.
C’è anche da evidenziare però come nell’ultima mezzora di gameplay tutto il comparto narrativo viva un incredibile innalzamento della qualità frutto di un climax mostruoso: durante la battaglia finale e succedente scena infatti i giocatori riusciranno finalmente a provare empatia per le ragazze e il livello dell’esperienza aumenterà ad un livello tale da dare un senso all’intero titolo.
La Spada di Sangue
Per quanto riguarda il gameplay, Night of Azure 2 propone una formula tipica di molti Action JRPG, ma in maniera molto fresca e del tutto godibile: durante le numerose fasi di combattimento infatti, il problema dato dal numero forse esiguo di combo disponibili con la nostra spada viene largamente risolto con la alla grande libertà di creare uno stile di gioco nostro, grazie a molti elementi quali i Servan, piccole e varie creature che daranno una mano in combattimento ad Al, ognuno con la sua abilità unica, la possibilità di equipaggiare item in base alle nostre necessità in fatto di statistiche, e ovviamente la scelta della compagna di squadra che accompagnerà in missione Aluche.
Parlando di missioni, queste verranno vissute in maniera molto limitante durante il gameplay: durante ogni capitolo della storia infatti, potremo uscire dall’HUB di gioco solo un determinato numero di volte indicato da una luna demoniaca che si eclisserà sempre più ogni volta che ci allontaneremo dalla nostra base, fino a sparire decretando il Game Over; Una volta usciti inoltre, avremo comunque la possibilità di muoverci solo per un tempo fisso e determinato dal livello del nostro personaggio e alcuni perk sbloccati durante il suo potenziamento. Non saremo dunque liberi di esplorare in tranquillità gli ambienti, farmare i nemici a nostro piacimento o comunque concludere serenamente tutte le missioni secondarie (legate ai personaggi o semplici orsini di caccia) che ci verranno assegnate durante la storia, che si accumuleranno fino a diventare ingestibili, venendo di conseguenza lasciate indietro: questo è a mio parere il principale e pesante difetto del titolo, che sarebbe altrimenti stato infinitamente migliore e più piacevole.
Il Campo di Lavanda
Il comparto grafico di Night of Azure 2 è assolutamente adeguato. Nonostante infatti in più di un’occasione l’espressività dei volti dei personaggi non sia esattamente ben sviluppata, sfociando in qualche “poker face” di troppo, le animazioni dei movimenti e delle azioni delle ragazze sono ben studiati in ogni loro parte, specie in quella legata alle ipnotiche ondulazioni dei prosperosi petti. Le scelte artistiche del team di sviluppo hanno portato l’apparato delle luci ad essere orientato perennemente verso una luminosa notte, e la tavolozza dei colori si sofferma sia con dolcezza che con crudità su tonalità di blu elettrico, forti viola e magenta e rilassanti bianchi panna.
La colonna sonora, accompagnando perfettamente la narrazione, si dimostra inconsistente all’inizio, ma col passare delle ore di gioco cresce di interesse, esplodendo nel finale nel climax di cui parlavamo poc’anzi.
Notifico infine che mi solo soffermato, in questa recensione, solo dove necessario sulla forte componente molto presente all’interno del titolo, legata ad un morboso fan service che ritrae bellissime e generose ragazze in atteggiamenti e situazioni volutamente “appetitose” e suadenti, sia in generale, sia più specificamente tra di loro, suggerendo la presenza di qualche elemento saffico.
Non ho voluto porre un particolare accento sulla faccenda perché, sebbene questa sia frutto di una scelta chiara in fase di sviluppo del gioco, e quindi importante per la sua valutazione, ho preferito concentrarmi sulle altre componenti molto più importanti ai fini dell’esperienza e che rendono questo videogame un videogame appunto, e non una mostra di esemplari al mercato degli schiavi, che sarebbe sfociata in uno sterile dibattito su quale delle ragazze è la migliore e la preferita di ognuno.
Ah, la mia preferita è Muveil.
In conclusione, Night of Azure 2: Bride of the New Moon si dimostra essere un JRPG interessantissimo e alla fine dei conti del tutto godibile e divertente: dotato di un design grafico di personaggi e ambientazioni di prim’ordine, il titolo narra la storia di bellissime protagoniste in un atmosfera magica e gotica al punto giusto, in un mondo scosso dai poteri di una misteriosa Chiesa e di spietati demoni, la cui massima espressione è incarnata dalla potente Malvasia.
Night of Azure 2 è una storia di amicizia profonda, devozione e coraggio che tutti gli appassionati di RPG dovrebbero vivere in prima persona.
La notte finisce prima o poi, e solo chi ne ha avuto genuina esperienza la ricorderà per quella che è.
*Versione testata: Playstation 4, grazie alla copia fornita dal distributore italiano