“L’estate sta finendo!”… no quella è finita da un pezzo, ma se avete una canzone simile, con lo stesso sound, che parla di fine anno, fatemelo sapere. Introduzione random a parte, passiamo alla classifica dei tre migliori giochi del 2017! Però permettetemi di fare una premessa: ci sono tanti, veramente tanti giochi da valutare, giudicare, e veder battagliare per un posto sul podio in puro stile Amici (amici un par di *****) di Maria de Filippi. Scegliere i migliori è difficile, perché se è vero che è facile scegliere quali scartare (probabilmente vedrete a breve un WORST OF), scegliere chi mettere su quel dannato podio è… argh! Facciamo così, concedetemi uno strappo alla regola: per quanto mi riguarda, non voglio premiare i 3 migliori giochi in assoluto del 2017, cosa che tra gusti personali e disamine oggettive risulterebbe alquanto difficile, quanto quelli che tra esordi e conferme, hanno saputo riportare la magia nelle mie piccole manine da gamer. Tralascerò volontariamente titoli importanti e imponenti, i cosiddetti colossi del settore, per inoltrarmi lungo le piccole viuzze del paese di periferia, dove il ciambellone al cacao è fatto in casa, nella piccola bottega del tè servono Dan Cong tutte le mattine, e dove all’ombra di enormi palazzi ci sono piccoli uomini con grandi storie da raccontare.
Terzo posto: Mages of Mystralia
“In un mondo di mistero e magiii-aaa!”... ok, basta introduzioni canore, ma pensando a Mages of Mystralia non posso ignorare la sua fantastica colonna sonora, la prima cosa che mi ritorna in mente. Ma prima che questo possa risultare riduttivo, parliamo anche del resto, ovvero di un solido Action-Rpg con componenti tipiche dei puzzle-game e una core-feature decisamente solida: il poter craftare i propri incantesimi! C’è chi dirà che non è come Magicka, chi dira che Zyia non ha il carisma di Harry Potter, io invece dico che i Borealys Games hanno fatto un esordio coi fiocchi, dimostrando come uno storytelling poco invasivo, unito ad un ottimo comparto artistico, non preclude le possibilità di avere un gameplay semplice ma dannatamente divertente. Per un gioco che ha convinto anche gli scettici, sia di genere videoludico che di ambientazione, direi che il terzo posto è più che meritato. Ah si, vi ho già parlato della colonna sonora? Eh?
Secondo posto: Hollow Knight
Non ho canzoni sugli insetti e ho promesso NIENTE più introduzioni canore. Ma va bene così, preferisco autocitarmi, riportando il sottotitolo della mia recensione: Miyazaki, Miyazaki e insetti. Hollow Knight è infatti la perfetta fusione tra alcune peculiari meccaniche Darksouliane (Hidetaka Miyazaki) e uno stile artistico tipico del grande regista nipponico (Hayao Miyazaki), con protagonisti una serie di insetti. Un mondo di gioco egregiamente realizzato e davvero tanto, tanto vasto, persino per il genere (Metroidvania), pregno di angoscia e solitudine, da esplorare col nostro cavaliere maledetto, tra misteri e combattimenti epici. Anche qui parliamo di un esordio, e che esordio per il Team Cherry! Il titolo non è passato inosservato, guadagnandosi una bella fetta di fan (meritatamente), e se il buongiorno si vede dal mattino… Ma bando alle ciance, se non avete provato questo titolo, fatelo! E se come me, vi ritroverete a guardare gli insetti sul vostro balcone cercando di capire cosa stanno tramando alle vostre spalle, beh, in quel caso non dovrebbe essere difficile giustificare questo secondo posto!
Primo posto: Divinity: Original Sin 2
Odio quando i giochi allungano il brodo, o ancora peggio quando fanno uscire 30 episodi di una saga, Dio li maledica se a cadenza annuale. Perché? Perché quasi mai ci sono novità degne di nota, o tempo per risolvere problemi storici, o di migliorarsi e… cosa centra tutto questo con Divinity: Original Sin 2? Nulla, proprio nulla. Se c’è un esempio perfetto di cosa dovrebbe essere un dannato sequel, questo titolo (e un saluto va anche ad Hand of Fate 2) ne è l’esempio perfetto. Coop migliorata? Check. Personalizzazione del personaggio rinnovata? Check. Struttura di gioco ampliata? Check. Modalità Master che da sola vale il prezzo del biglietto? I’m in baby! Non c’è nulla che Divinity: Original Sin 2 non faccia dannatamente meglio del predecessore, e tutto quello che fa è di intrattenimento, per più di una categoria di giocatore sul mercato. Il titolo perfetto? No, forse no, ma se questo è il vostro genere, allora “non avrai altro Dio all’infuori di me” (letteralmente… SPOILER!). Complimenti ai Larian Studios! Ora datece la traduzione in italiano, grazie.
Non c’è dubbio, il livello qualitativo nel panorama indipendente, nelle opere ponderate (prima che qualcuno cominci a lanciare palle di cacca peggio delle scimmie) è salito a livelli inimmaginabili. Il 2017 si conclude dunque con una genuina curiosità su quello che il 2018 ci saprà regalare, ma per il momento, con leggero anticipo, vi auguro buone feste e mi raccomando, non mangiate troppo!
Soprattutto quel panettone.
Quello è il mio panettone.