Il cinema ha sempre stupito lo spettatore per il suo linguaggio, capace di manipolare le nostre emozioni, ricordandoci come le tematiche di un film possono essere raccontate e messe in scena tramite tantissime soluzioni. La vendetta personale, la colpa e la rivalsa, sono contenuti a cui siamo abituati; tuttavia l’opera di McDonagh rapisce la nostra attenzione con un soggetto molto potente. Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, ha già vinto quattro Golden Globe e si prepara a ottenere molte nomination agli oscar.
America del sud. Una donna distrutta dal risentimento, cerca giustizia per sua figlia morta e stuprata sette mesi prima; la polizia non ottiene nessun risultato nella ricerca del colpevole e quella madre, ha smesso di aspettare. Per esprimere il dolore causato dalla scomparsa della figlia, Mildred Hayes affitta tre manifesti, scatenando una polemica, nella quale gli agenti locali saranno accusati di negligenza nei confronti del loro dovere. L’opinione pubblica reagisce, ma tutti sembrano essere contro la protagonista del lungometraggio, interpretata da una gigantesca Frances McDormand. Dal soggetto s’intuisce quanto il film sia denso di avvenimenti; le conseguenze dello scontro dialettico tra la polizia locale e Mildred genereranno tanta violenza, smorzata dall’umorismo del regista.
A Ebbing, Missouri, la crociata solitaria di quella madre condurrà i personaggi verso un’evoluzione inarrestabile, costruendo situazioni dove il sorriso avrà poco spazio sui volti dei protagonisti, i quali mostreranno la loro rabbia e disperazione, nel sopravvivere al dolore causato dalla perdita. Il cinema di McDonagh gioca moltissimo sulla parola, raccontando il dramma con l’acrobazia dei suoi dialoghi, affiancati da un sapiente uso dell’immagine ricca di simbologie. La messa in scena isola la sofferenza dei personaggi, cercando di trasmettere allo spettatore la forza necessaria per affrontare il giorno, quella strada, con quei tre manifesti così forti dal punto di vista mediatico.
Gli archi narrativi sono straordinari, il cineasta conclude la narrazione con un grandissimo uso della scrittura, dove dimostra quanto sia potente il cinema, prevaricato fin troppo dalla televisione. La storia di Mildred unisce il microcosmo della cittadina, dove i pochi sorrisi nei volti dei personaggi condurranno lo spettatore a Ebbing, Missouri, in una strada che sarà ricordata per molto tempo, teatro della durezza di una protagonista immensa.