Pinstripe è un titolo indie sviluppato da Atmos Games e pubblicato da Armor Games già disponibile su PC, Linux e Mac, che approda, finalmente, su PlayStation 4 dopo essere sbarcato su Xbox One la settimana scorsa.
La recensione che vi accingete a leggere riguarda proprio questo porting, che permetterà anche ai possessori della console Sony di approcciarsi a questo fantastico puzzle game. Inizialmente dubitavo che Pinstripe potesse riuscire a convincermi, figurarsi a piacermi! Ammetto di partire particolarmente prevenuto quando mi approccio ad un puzzle game: li trovo molto spesso noiosi, banali ed esageratamente ripetitivi.
Fin dai primi minuti, però, ho capito che il titolo in questione era qualcosa di diverso, il cui medium principale non era il gameplay, ma bensì la narrazione. Un piccolo diamante grezzo che si scopre poco a poco man mano che si prosegue, rivelandosi molto più profondo di quel che si potrebbe pensare inizialmente. Risultato finale: ho adorato alla follia il suddetto gioco!
[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=-dewKHSBq5g[/embedyt]
Benvenuto nel tuo inferno personale!
Pinstripe ci immedesima in un ex pastore protestante, Ted, caduto in disgrazia per via della morte della propria moglie. La vicenda ha inizio su di un treno, su cui il nostro protagonista sta viaggiando con la propria figlia Bo verso una metà non specificata…ed è lì che la loro vita cambierà per sempre!
Avranno il “piacere di incontrare un elegante tanto quanto inquietante individuo, che si presenta a loro col nome di Pinstripe. Occhi infossati e ardenti come le fiamme ed una voce che sembra provenire dritta dritta dall’inferno lasciano pochi dubbi riguardo alla pericolosità di quest’uomo, se così possiamo definirlo. La situazione peggiora quando la piccola Bo, attratta da un tetro palloncino, viene rapita dal demoniaco individuo, che fuggendo fa deragliare il treno.
Ted si ritrova in una dimensione distorta, un eco di quello che è il nostro mondo, dove tutti, oltre a conoscerci, sono sotto il giogo del terribile Pinstripe che li sottomette grazie all’utilizzo di un assuefante succo estratto da delle misteriose sacche organiche che lui stesso produce. Il nostro compito sarà giungere nelle profondità della dimora di Pinstripe, il così chiamato Red Wash, in modo da sconfiggere il tetro dittatore liberando così sia Bo che gli abitanti di questo mondo distorto. Iniziando la ricerca della figlia, Ted ritrova il suo cane, Georgie, che ci accompagnerà per tutta la nostra esperienza all’interno del gioco.
Più ci si addentra in quello che sembra essere a tutti gli effetti l’inferno personale di Ted, più si acquisisce una conoscenza via via sempre maggiore della vicenda. Ed è lì che il gioco cambia e risplende in tutta la sua forza divenendo un capolavoro! Quello che ci sembrava essere un gioco banalotto dalle tonalità dark inizia ad avere un certo peso sul nostro animo, fino alla rivelazione scioccante e ad un tenerissimo finale in grado di sciogliere anche i più tenaci cuori di ghiaccio!
Un po’ troppo semplice
Pinstripe non è un gioco difficile, anzi, spesso le sfide che propone a livello di enigmi non sono molto complesse, se non per alcune rare eccezioni. Oltre a risolvere enigmi dovremmo anche raccogliere le gocce congelate di succo, moneta corrente in questo distopico mondo, ed affrontare qualche sporadico nemico, al fine di procedere nelle tre principali aree.
Sebbene le tematiche e le tonalità dark che presenta sembrino affermare il contrario, il titolo sembra voler far rilassare il giocatore, affinché possa godere appieno l’ottima narrazione degli eventi. Il risultato finale è quello di ritrovarsi di fronte ad una graphic novel interattiva, cosa che io ho nettamente apprezzato. Vi sarà inoltre la possibilità di riaffrontare l’avventura(in modalità Plus), in modo da sbloccare tutti i segreti presenti, il chè allunga la purtroppo scarsa longevità del titolo.
Pinstripe risulterà essere un ottimo gioco per tutti quelli che apprezzano le trame avvincenti e drammatiche, tanto quanto potrebbe risultare noioso per quelli che avrebbero voluto un gameplay più esaltante. A mio dire però il gioco risulta perfettamente equilibrato così com’è, perfetto per ciò che voleva trasmettere.
Artisticamente valido
Pinstripe presenta un comparto artistico decisamente caratterizzato ed interessante. Partendo dalla componente grafica, il titolo presenta uno stile cartoonesco che dà un tono caratteristico all’opera, riuscendo ad essere dannatamente tetro o decisamente delicato a seconda del momento, riuscendo ad essere sempre calzante. Ancor meglio, però, è la componente sonora del titolo, che è dotato di una fantastica colonna sonora in pieno stile anni 20’(epoca in cui il gioco è ambientato), ma soprattutto di un doppiaggio sopraffino, che riesce a rendere il titolo particolarmente immersivo.
Insomma, un mix artisticamente perfetto per un gioco che punta ad essere più un’opera d’arte che una mera esperienza videoludica, capace di toccare il cuore di chiunque vi si appropinqui.
Conclusioni
Prima di essere un gioco, Pinstripe è una favola che risulta essere artisticamente meravigliosa e decisamente accattivante, in grado di far provare rimorso, piena, tristezza e profondo stupore in chi lo giocherà. Un titolo immancabile per tutti i gamer che ricercano un prodotto in grado di fargli provare empatia per il proprio personaggio.
In Pinstripe non si gioca la storia di Ted: la si vive, la si comprende, la si fa propria a tal punto da soffrire e gioire assieme a lui. Un’emozione unica, che sinceramente non vedo l’ora di riaffrontare…dopo essermelo dimenticato almeno un po’, in modo da riaccendere quel fuoco vivo che ha infiammato il mio animo durante questi giorni. Vi ricordiamo inoltre che il titolo è disponibile da oggi, 13 febbraio 2018, su Play Station 4.
*Versione testata: PlayStation 4, grazie al codice digitale fornito dagli sviluppatori.