Fourattic e Devolver Digital con la pubblicazione di Crossing Souls sono riusciti a convogliare in un unico prodotto la quasi totalità della pop culture!
Un’impresa non da poco, considerando quanto materiale si abbia a disposizione nel 2018; anche solo pensare di fare un gioco che riesca a sposarsi in maniera così perfetta con quasi tutto il mondo geek è decisamente lodevole e degno di nota. Crossing Souls ricalca ogni tema tipico e topico delle grandi opere che hanno influenzato la seconda metà del ‘900 ma anche i tempi attuali, facendovi continui riferimenti ed inserendo vari camei all’interno del gioco stesso.
Il titolo, infatti, ruota attorno a tematiche principalmente Kingiane, che approfondiremo in seguito, ma si riusciranno a trovare riferimenti a E.T. l’extraterrestre, Ghostbusters e tanti altri elementi che hanno segnato i mitici anni ’80 o altri fenomeni cult più recenti, come le serie tv di successo Breaking Bad e Stranger Things. Un’onda di nostalgia e strizzate d’occhio divertenti che rendono Crossing Souls decisamente appetibile, ma questo suo enorme vantaggio rischia di essere anche il suo più grande difetto. Ma andiamo ad analizzare il titolo con calma.
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“Wow, ma che cos’è questo? Un episodio crossover?”
Questa frase di Mr. Peanutbutter, noto personaggio della serie animata Bojack Horseman, è perfetta per descrivere la trama di Crossing Souls: sembrerà di essersi ritrovati in un grande mash-up di film, videogiochi e serie tv. Se non mi credete vi basterà leggere la vicenda che mi accingo a riassumervi.
Ci troviamo nella piccola cittadina californiana di Tajunga, dove una misteriosa tempesta elettromagnetica notturna sconvolgerà l’estate del 1986 di cinque ragazzi, rispettivamente i fratelli Chris e Kevin, Matt, Big Joe e l’unica ragazza del gruppo, Charlie(un perfetto cast alla King). La mattina che segue il misterioso evento, Kevin riunisce la banda per mostrare loro una macabra scoperta: sembrerebbe infatti aver trovato un cadavere nei pressi del vicino lago. I patti però sono chiari: nessuno dovrà parlarne con i grandi, altrimenti rischierebbero di finire nei guai.
Giunti di fronte alla terrificante scena, i cinque si ritrovano del tutto basiti e schifati, com’è giusto che sia. Ma la loro curiosità li spinge ben oltre, poiché notano che tra le mani del misterioso uomo vi è una pietra rosa luminosa; decisi a saperne di più si appropriano del misterioso artefatto piramidale al fine di studiarlo nel laboratorio del genio del gruppo, Matt.
I risultati delle analisi sono alquanto strani, in quanto secondo Matt la pietra presenta incisioni che rimandano all’oltretomba egizio, il cosiddetto Duat, ma che al tempo stesso essa sia di un materiale del tutto sconosciuto sulla Terra. Ma la pietra Duat, d’ora in avanti chiamata così dal gruppo, sembra anche avere poteri sovrannaturali in quanto assorbe un’enorme quantità di energia(il che la rende estremamente pericolosa) in quanto portale o chiave per un’altra dimensione. Grazie al genio di Matt, i cinque riusciranno ad avere un “portale portatile” che gli permette di affacciarsi su una dimensione parallela alla nostra, ovvero il mondo degli spiriti.
Ma la situazione è ben più complessa del previsto, in quanto il precedente possessore della pietra Duat, il Maggiore Oh Rus, la rivuole indietro per attuare il suo malefico piano di conquista globale meglio noto come Guerra di Un Giorno. Starà ai nostri riuscire a salvare il mondo dal dittatore sovrannaturale, tra misteriosi uomini in tenuta antisettica, inseguimenti in bicicletta al cardiopalma e spaventosi fantasmi da sconfiggere. Un’avventura che riesce ad essere divertente, emozionante e toccante nei momenti giusti…ma che come avete visto pecca in originalità. Ed è proprio questo che intendevo nell’introduzione! I temi già visti e rivisti nel corso dell’evoluzione mediatica danno a Crossing Souls un lieve sentore di minestra scaldata, che però risulta essere lo stesso ampiamente godibile.
Un adventure game in vecchio stile
Crossing Souls è l’esempio perfetto di come dovrebbe essere fatto un adventure game in vecchio stile. Ogni personaggio ha le sue caratteristiche peculiari che si adattano situazionalmente all’ambiente circostante, permettendo di superare le innumerevoli peripezie che il titolo ci pone di fronte; i ragazzi avranno anche un loro personale stile di combattimento che risulta più o meno efficace a seconda dei nemici e/o boss che dobbiamo affrontare durante la nostra esperienza di gioco.
Il gameplay sarebbe già ottimo così, ma ad esso si aggiungono svariate modalità uniche di particolare interesse che lo rendono maggiormente interessante del previsto. Queste modalità saranno brevi ma particolarmente intense e divertenti, come ad esempio scappare da delle macchine della polizia in sella ad una bicicletta oppure avanzare in un vicolo malfamato sconfiggendo intere orde di nemici(in perfetto stile Double Dragon).
Anche a livello di dinamiche di gioco, però, troviamo una lieve pecca. I salvataggi ed i checkpoint in Crossing Souls coincidono, come nella maggior parte dei giochi old school a cui questo titolo si ispira e strizza l’occhio, portando il giocatore a fare molta attenzione per evitare il ko, e di conseguenza dover ricominciare il livello. Sebbene questa dinamica risulti essere quasi un must per titoli del genere, può risultare frustrante in determinati momenti, soprattutto tenendo in conto che i dialoghi già visti non potranno essere saltati. Trovo che questa dinamica sia un rallentamento non necessario ad un titolo che spinge febbrilmente il giocatore ad avanzare.
Quando si parla realmente di “pixel art”
A livello tecnico Crossing Souls è ineccepibile sotto ogni punto di vista, soprattutto se si tiene conto che stiamo parlando di un titolo indie. Dal punto di vista grafico ci si trova di fronte a pixel art degne di questo nome, sia per quanto riguarda la realizzazione sia per quanto riguarda la cura per i dettagli. Il giocatore si ritrova in ambientazioni ricche e colorate, rese ulteriormente vive dai moteplici e diversificati NPC con cui si potrà interagire lungo l’avventura. Inoltre in determinati momenti si potranno visionare interi filmati riprodotti tramite animazione che verranno utilizzati come espediente narrativo.
Nonostante l’ottima componente grafica, è quella sonora a farla da padrona. La colonna sonora è stupenda, incalzante e mai ripetitiva, attenendosi perfettamente al ritmo del gioco in ogni sua parte. Non vi è volutamente un doppiaggio, al fine di mantenere l’illusione di trovarsi di fronte ad un titolo proveniente da tempi ormai andati, ed infatti non posso classificare questa mancanza come un difetto ma come un’ottima scelta stilistica.
Conclusioni
Crossing Souls è il sogno di qualunque donna, uomo e bambino che si possa definire nerd! Un insieme di temi avvincenti e citazionisti, uniti ad un gameplay dal sapore nostalgico che riescono a rendere il titolo fascinoso oltremisura, al punto da permettere al giocatore di andare oltre alle piccole sviste presenti. Un’esperienza videoludica di qualche ora che non dimenticherete facilmente, e vi rimarrà impressa nella mente sia per la sua genialità nel sapersi prendere ironicamente sia per il coinvolgimento provato durante l’esperienza. Un titolo necessario per tutti gli appassionati della pop culture! Nerd…uniti!
*Versione testata: PC via Steam, grazie ad un codice fornitoci dal publisher