Rise of Insanity è un horror indie, sviluppato e pubblicato da Red Limb Studio, già disponibile su PC, compatibile anche con l’utilizzo di visori VR.
Ho un rapporto turbolento con gli horror fin da bambino, ovvero da quando mio padre giocava a titoli del calibro di Silent Hill o Resident Evil ed io puntualmente mi rifugiavo in una zona neutra per poterlo vedere senza rischiare un principio d’infarto. Una sorta di rapporto d’amore-odio condizionato principalmente dal fatto che il fascino che provo per le storie dell’orrore(siano esse cartacee, cinematografiche o videoludiche) sia indissolubilmente legato alla mia alta suscettibilità allo spavento. L’idea di recensire Rise of Insanity si trovava quindi in un limbo emozionale ben radicato in me. Sarebbe riuscito a convincermi nonostante tali pregiudizi?
Mi sono posto quindi la solita domanda che sancisce se un prodotto del genere horror possa essere valido oppure no: avrà una narrazione forte e convincente o punterà solo sui jumpscare? Ormai mi ritrovo spesso di fronte a titoli appartenenti alla seconda categoria, prodotti privi di un’anima che non rendono onore ad un genere secolare. Ma in questo caso sono stato piacevolmente colpito! Ebbene si, Rise of Insanity mi ha pienamente convinto andando oltre ogni pregiudizio e di seguito vi spiegherò il perché.
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I mostri peggiori si trovano dentro ognuno di noi
Rise of Insanity inizia in uno studio psicoterapeutico alla fine degli anni ‘70, dove il dottor Stephen Dowell si accinge ad utilizzare una tecnica sperimentale di suggestione ad un misterioso paziente mediante l’utilizzo di una bizzarra proiezione. La tecnica, sebbene contorta, va a buon fine e permette allo psicologo di “entrare” nella mente di questo misterioso paziente, sancendo l’inizio di un viaggio malato e contorto all’interno di una psiche altrettanto malata e contorta.
Scopriamo fin da subito di essere all’interno della mente di un uomo legato alla morte della moglie e del figlio di Stephen, cercando di ottenere delle risposte a questo raccapricciante evento. Ma dentro questa mente deviata ci ritroveremo a affrontare le paure più viscerali dell’animo umano. Una tetra fiera degli orrori che dovremmo visitare ampiamente per trovare le risposte che cerchiamo.Più ci si addentra in questo incubo più si acquisisce una conoscenza via via sempre maggiore della vicenda, facendo riflettere in maniera profonda sul dramma che ha distrutto la vita di questo psicologo.
Un gioco che non punta solamente a suscitare terrore, ma anche a raccontare una storia che riesce a colpire il giocatore nel profondo facendo affiorare le più disparate emozioni. Un climax ascendente di sensazioni forti che culmineranno con tutta la loro forza nel finale.
Poco interattivo ma efficace
Giocare a Rise of Insanity, malgrado la terribile sensazione di sentirsi braccato ed in trappola, non è un esperienza cpmplessa, anzi, si ha disposizione una sola dinamica di gioco, ovvero l’interazione ambientale, ed anch’essa è ampiamente limitata. Vi è anche chiaramente la possibilità di rimanere vittima delle presenze che si nascondono nelle ombre, ma rimane perlopiù una possibilità, dato che la maggior parte delle volte è possibile intuire come uscire da una situazione deprecabile in maniera efficace. Come ha fatto quindi un gioco così semplice ad affascinarmi?
La risposta è molto semplice in realtà, e sta nel fatto che la giocabilità non è il medium principale di Rise of Insanity. L’obiettivo principale di tale titolo è di presentarti una storia avvincente, drammatica e terribilmente raccapricciante presentata con una ben congegnata teatralità con cui poter interagire; una sorta di graphic novel interattiva. La sopraccitata teatralità è inoltre concepita per rendere il gioco ancora più spaventoso ed immersivo nella sua modalità VR, che vi invito caldamente a provare se ne avrete l’occasione.
Insomma, un titolo poco interattivo, ma che risulta pienamente efficace anche senza un gameplay ulteriormente articolato, tenendovi incollati ad esso per tutta la sua, purtroppo scarsa, durata.
Tetro ed angosciante
Rise of Insanity presenta un mondo realisticamente credibile in grado di rimodellarsi grazie alla follia della mente dell’omicida, riuscendo ad essere dannatamente tetro ed angosciante anche in situazioni di relativa normalità. Il terribile senso che qualcosa possa andare storto da un momento all’altro si sposa benissimo con le grigie e fredde ambientazioni e le lugubri musiche che compongono la colonna sonora. Ogni dettaglio è curato, dagli innumerevoli oggetti presenti su schermo fino ad arrivare all’eco dei propri passi, rendendo ancora più forte il senso di immedesimazione con Stephen.
In pratica ci si trova di fronte ad un comparto tecnico forte sotto ogni punto di vista, che vacilla solo in alcune occasioni che passano però inosservate di fronte al valore artistico finale del prodotto.
Conclusioni
Rise of Insanity mi ha riportato alle sensazioni provate coi primi titoli della saga Silent Hill, tempi in cui le trame, sebbene assurde ed incredibili, riuscivano a trasmettere una morale profonda, in grado di segnarti indissolubilmente. Sebbene il titolo in questione differisca molto dalla sopraccitata saga, anche qui ci troviamo ad affrontare problemi etici non da poco, spingendoci spesso a riflettere su sé stessi mettendosi così costantemente in dubbio.
Un gioco di spessore, che mi sarebbe piaciuto fosse più ampio, viste le poche aree di gioco presenti e la scarsa longevità; un must per tutti gli appassionati dei titoli horror un po’ più ricercati e curati della mediocre media generale. Vi ricordiamo inoltre che Rise of Insanity è già disponibile via Steam a partire dal 1 marzo 2018.
*Codice digitale fornito dal distributore italiano.