Coprodotta da Sky e Amazon, Britannia è una serie televisiva ambientata nel 43 d. C. che racconta il selvaggio e mistico mondo di una terra, pronta a essere conquistata dall’Impero romano. Dopo la disfatta di Giulio Cesare, una nuova legione cerca di sconfiggere e dominare le lande governate da varie tribù, in cui il volere degli Dei cambierà il corso canonico delle tradizioni locali. Con una grande produzione alle spalle, Britannia narra, attraverso formule narrative già sperimentate nella televisione, eventi e personaggi convergenti verso un unico maestoso finale. Percorrendo l’idea di Game Of Thrones, le nove puntate della prima stagione apriranno molti archi narrativi.
Il successo straordinario di Game Of Thrones, ha incoraggiato tantissime produzioni a realizzare serie televisive di simile fattura, con formule presenti nel prodotto televisivo targato HBO; spesso tuttavia pur avendo molte affinità, le nuove serie televisive non riescono a replicare minimamente il risultato di Game Of Thrones. Britannia cerca in tutti i modi di sconvolgere il pubblico con scelte narrative coraggiose anche se la produzione non riesce a stupire mai, fallendo miseramente sulla narrazione utilizzando cliché davvero fastidiosi. Mentre la sceneggiatura mostra un potenziale, la messa in scena esagera nelle scelte registiche e fotografiche diventando inutilmente barocca, imboccando la facile via dell’esercizio estetico fine a se stesso.
Costruendo un mondo composto di tantissimo misticismo, ogni personaggio sarà vittima delle sue ossessioni, trasformandosi in un essere umano privo di logica. Usanze e costumi continueranno ad addentrarsi nell’esercito romano, spaventato dalle tradizioni di un popolo intimorito dagli Dei, unici fautori del loro destino. Il potenziale di Britannia forse potrebbe anche catturarvi, mostrandovi la paura di una terra ignota e considerata maledetta, dove le varie fazioni sembreranno essere pedine di un disegno divino. Demoni, druidi ed eserciti confluiranno nel destino di un territorio, iniziando una profezia dall’ampio respiro, dove ci si può perdere nei boschi di una regione occulta.
Una delusione su moltissimi aspetti della produzione, concentrata nel replicare un successo, dimenticando come si realizza una serie soddisfacente. La seconda stagione è stata confermata e non ci resta che attendere lo sviluppo di un prologo malfatto, ma con un potenziale interessante.