Una delle figure più affascinanti dell’immaginario collettivo è il corsaro, avventuriero reso famoso dalla cultura di massa, la quale, grazie a tantissime opere, continua a far rivivere quel tempo ormai molto lontano. Nel cinema, in special modo, la rappresentazione del pirata è stata reinventata moltissime volte, mostrando un profilo più positivo o più negativo. Fallimenti artistici e capolavori contengono il soggetto piratesco, difatti, il cinema condanna e premia il voler raccontare la figura tanto iconica; tantissimi autori, da Victor Fleming ad Alfred Hitchcock hanno tentato questa scelta produttiva e narrativa. In questo speciale ci soffermeremo su due film, nei quali saranno analizzate le differenze ponendo in primo luogo, il racconto e la visione personale del cineasta.
Un flop economico e uno artistico, entrambi diretti da due maestri della storia del cinema: Roman Polanski e Steven Spielberg.
Pirati (1986, Roman Polanski)
Hook – Capitan Uncino (1991, Steven Spielberg)
Con Polanski trattiamo il flop al botteghino, mentre con Hook, Spielberg dimostra di non essere un regista infallibile, difatti nessuno lo è. Non sono due pellicole malfatte, anzi al loro interno sono presenti elementi in grado di farci sognare ancora oggi, entrando in contatto con quel mondo pieno di pericoli, dove una nave simboleggia l’avventura e non solo un’imbarcazione. Nel film del regista polacco naturalizzato francese, il pirata risplende nel corpo di Walter Matthau, il quale interpreta il suo ruolo con un’ironia drammatica esilarante, componendo tuttavia un ritratto avido, senza scrupoli e infallibile nel salvarsi la pelle. Invece l’interpretazione di Dustin Hoffman nel ruolo di Hook, diventa quasi una macchietta, bravissimo nel saper odiare ma capace di commuoversi con il dolce canto di una bambina.
Nelle pellicole gli autori utilizzano molto diversamente la realtà dei corsari, in Pirati l’avventura costituisce il cuore pulsante della pellicola, raccontando il rapporto interessante tra l’idealismo di un giovane innamorato e il nichilismo di un pirata materialista; entrambi hanno un destino circolare, il quale gli riporta a quel luogo iniziale. Spielberg nel 1991, tornava dal successo immortale degli anni ’80, i quali hanno poi ispirato serie tv e pellicole recenti; la crescita trova grandissima forza visiva in Hook, a volte forse si esagera con la messa in scena, finendo per diventare eccessivamente barocca, ma lo sguardo del cineasta americano conquista pur commettendo qualche errore. In entrambi i lungometraggi, il romanticismo del pirata è quasi totalmente assente, non ci può fidare dei filibustieri; tuttavia per Spielberg essi diventano necessari, rappresentando il salto nel buio, quella molla in grado di far scattare il nostro sviluppo esistenziale. Nel film di Polanski hanno tantissimo fascino ma il futuro è destinato a corrompersi dal bottino, con il passare degli anni si perde quell’innocenza, trovando nel film di Spielberg un altro aspetto in comune: la trasformazione nella crescita.
Il romanticismo piratesco assente nei lungometraggi di cui scriviamo, trova grandissimo spazio in tante altre pellicole, ad esempio: “ Contro tutte le bandiere” di George Sherman, film del 1952 con protagonisti Errol Flynn, celebre attore che non utilizzava controfigure per gli stunt e Maureen O’Hara, protagonista dalla tempra forte in numerosi lungometraggi. Nel lungometraggio di Sherman il pirata pur considerato un personaggio negativo, durante il film dimostra di avere un’etica, in cui l’essere sovversivi e brutali non esclude il rispetto per la gerarchia, coadiuvata da una forza d’animo fondamentale per diventare un corsaro rispettato, donna o uomo non ha importanza.
Uno dei successi più famosi al botteghino per un pirata è la saga Pirata dei Caraibi in cui compare Jack Sparrow, personaggio amatissimo introdotto nel primo capitolo, grazie alla quale il genere scappa e spada è ritornato in auge. Johnny Depp nell’interpretazione mostra quella furfanteria resa benissimo dal film di Polanski ma riserva anche il romanticismo di Contro tutte le bandiere, diventando per certi versi un personaggio ibrido, imprevedibile, entrato di prepotenza nell’immaginario collettivo. I film della saga non possono dirsi ottimi, ma continuano a incassare tantissimo grazie all’irresistibile carisma dimostrato nella Maledizione della prima luna da quel capitano molto eccentrico, bravissimo a uscire da situazioni molto spiacevoli.
L’anima del pirata può anche manifestarsi senza lo scenario tipico, difatti nei Goonies i filibustieri non sono presenti; tuttavia il loro coraggio nel sapersi cacciare nei guai, vivendo un’avventura, corrisponde perfettamente a una delle figure più affascinanti dell’immaginario collettivo: il corsaro.