Dopo l’uscita di Avengers: Infinity War, lo scorso 25 aprile, la scritta Marvel torna sui grandi schermi con Ant-Man and the Wasp e le aspettative non possono che essere altissime. Come si legherà il film alla storia dei Vendicatori? E perché Ant-Man non è presente nello scontro con Thanos? La risposta a queste, e molte altre domande, le troverete dal 14 agosto in tutti i cinema italiani.
Dopo gli eventi raccontati in Captain America: Civil War, Scott Lang deve affrontare le conseguenze delle proprie scelte sia come supereroe sia come padre. Mentre si sforza di gestire la sua vita familiare e le sue responsabilità come Ant-Man, si vede assegnare una nuova e urgente missione da Hope van Dyne e dal Dr. Hank Pym. Scott dovrà indossare ancora una volta la sua tuta e imparare a combattere al fianco di Wasp, mentre la squadra cercherà di far luce sui segreti del proprio passato.
A livello cronologico, Ant-Man and the Wasp si colloca tra Civil War e Avengers: Infinity War. La trama non è esaltante ed è uno degli aspetti che, sicuramente, convince meno. Leggera, banale e del tutto fine a se stessa. Le quasi due ore di visione servono solo ad aggiungere un piccolo tassello all’interno del grande mosaico di casa Marvel. I personaggi secondari sembrano, così, inseriti solo per guadagnare qualche scena o permettere qualche sketch comico. Proprio la comicità risulta essere croce e delizia di tutta la pellicola. La famosa “rottura della quarta parete”, tipica di Deadpool e le battute classiche di Peter Quill de I Guardiani della Galassia, a volte stonano con il ritmo thrillico del film, altre, invece, strappano risate e applausi. Manca un po’ di equilibrio.
Al contrario degli altri film di casa Marvel, Ant-Man and the Wasp non ha una colonna sonora in cui si identifica e, in generale, risulta meno spettacolare rispetto alle altre produzioni. Il film non osa quasi mai e, quando fa, punta più sulla risata o sulla battuta, piuttosto che sul colpo di scena.
L’aspetto sicuramente più convincente è legato ai combattimenti. La CGI ed i Live Action offrono battaglie basate su contrasti sia fisici che scenici, grazie alle diverse dimensioni dei personaggi e degli oggetti. L’uso del rallenty, inoltre, esalta gli scontri, aumentandone la spettacolarità.
Che dire, in conclusione, di Ant-Man and the Wasp? Personalmente la saga di Ant-Man mi ricorda Lanterna Verde della DC. Una storia e un personaggio in cui la casa di appartenenza non sembra credere più di tanto, ma che viene portato sul grande schermo, perché parte di un progetto più grande. L’eroe figlio di Stan Lee è sotto l’ala protettrice di Avengers, che lo supporta sia a livello di immagine che di trama. La domanda è: questo personaggio brilla di luce propria o riflessa?
*Il nostro redattore ha partecipato alla proiezione per la stampa del film a Roma