A distanza di quattro anni dall’uscita del primo capitolo e a pochi mesi dallo sbarco di quest’ultimo su Switch, l’incredibile epopea di The Banner Saga vede finalmente, o purtroppo, la sua conclusione con The Banner Saga 3, l’atto conclusivo di un lungo percorso che ci ha visto impegnati in viaggi impegnativi, scontri mortali contornati da vicende emozionanti.
Le basi sono rimaste invariate rispetto ai precedenti capitoli con una forte componente strategica con combattimenti a turni ma di sicuro la parte più importante è la conclusione del cerchio iniziato con il primo The Banner Saga che ci porterà, attraverso le scelte fatte nei due capitoli, a sviluppare una storia unica nel suo genere.
Saranno riusciti i ragazzi di Stoic a mantenere il livello alto anche in questo capitolo conclusivo? Scopriamolo in questa recensione.
La fine del mondo
Dopo il lungo ed insidioso viaggio dei primi due capitoli in The Banner Saga 3 il protagonista (Rook o Alette in base alle scelte fatte all’inizio della serie) si ritroverà nella fortezza di Arberrang, la capitale del regno degli uomini, fortemente a rischio per via degli attacchi dell’oscurità, che ormai infesta gran parte del mondo. La fine di quest’ultimo è infatti imminente ma ovviamente non tutte le speranze sono perdute dato che sarà proprio l’Oscurità potrebbe essere l’unica speranza per salvare il mondo; il tutto però sarà decisamente influenzato dalle nostre scelte nei precedenti capitoli e, soprattutto, in questo titolo conclusivo nel quale dovremo decidere tra diverse opzioni, diversi bivi, che andranno indissolubilmente a modificare quanto vivremo con scelte etiche andando ad affrontare tematiche decisamente mature e importanti.
Ovviamente questo capitolo è decisamente, e strettamente, legato ai primi e proprio per questo la cosa che vi consigliamo caldamente è quella di affrontare tutta la serie come un lungo viaggio affrontando tutti e tre i titoli uno di seguito all’altro andando così a vivere un’esperienza completa e indimenticabile.
Fedele alle fondamenta
La struttura del gioco per quanto riguarda il gameplay è pressoché invariata rispetto al primo e al secondo capitolo, mantenendo la bipartizione tra combattimenti strategici a turni e tra gioco di ruolo/gestionale. Le basi come detto sono praticamente identiche ma con qualche differenza da riscontrare in particolar modo in quest’ultima fase, dove non dovremo più gestire la carovana vista nei predecessori, ma avremo molte più scelte da dover prendere con decisioni difficili che andranno a cambiare gli avvenimenti e la storia del gioco con la possibilità di sbagliare e venir puniti in alcune situazioni con combattimenti più aspri e così via.
Proprio i combattimenti vanno a costituire la seconda parte del titolo, i quali non si discostano dalle linee guida tracciate in precedenza dagli sviluppatori: avremo a disposizione una serie di personaggi da giostrare su un’ampia griglia ognuno con i suoi punti vita e d’armatura, insieme alle abilità d’attacco e di difesa per ribaltare le sorti dell’incontro, oltre che altre statistiche fondamentali come la Volontà, un fattore chiave e determinante per ampliare i movimenti dei personaggi e la potenza degli attacchi di quest’ultimi, e la Rottura, la quale andrà direttamente a modificare i danni minimi che potranno essere inflitti all’armatura.
Anche nella progressione dei personaggi il tutto è rimasto pressoché invariato con la Fama che svolge un ruolo importante in questo caso: ogni nemico ucciso in combattimento o completando vari eventi della storia guadagneremo dei punti con i quali sarà possibile far aumentare di livello il nostro team. In questo caso però troviamo una mancanza per quanto riguarda la progressione generale dei personaggi, dato che a differenza dei suoi predecessori in The Banner Saga 3 non sarà più presente il campo d’addestramento, non permettendoci così di portare tutti i combattenti allo stesso livello per utilizzarli a piacimento ma selezionando solo determinati personaggi col rischio di perderli poi per eventi della trama. Infine anche il level cap ha subito un cambiamento, quest’ultimo infatti è stato portato al livello 15 con l’aggiunta di titoli eroici a partire dal livello 10 che potranno migliorare alcune caratteristiche dei combattenti andando così a personalizzare sempre più il nostro stile di gioco.
Eccellenza artistica
Una delle eccellenze che ha sempre caratterizzato la saga sin dalla prima iterazione risiede senza dubbio nel comparto artistico creato minuziosamente da Stoic e questo terzo capitolo conferma ancor di più il livello altissimo raggiunto dal team.
Dalle sequenze dialogate caratterizzate da inquadrature frontali dei personaggi alle cutscene per raccontare le parti più importanti della storia, ogni singolo particolare è trattato con amore e cura incredibile dagli sviluppatori che sono riusciti ancora una volta a tirare fuori da questo punto di vista un capolavoro realizzando il tutto a mano; una delle caratteristiche più evidenti poi la troviamo nella presenza sempre più determinante dell’Oscurità che, man mano che si prosegue, caratterizza sempre più le ambientazioni e i nemici inevitabilmente corrotti dalle forze malvagie.
Stesso discorso anche per la colonna sonora contraddistinta dall’egregio lavoro di Austin Wintory, mente già dietro le musiche di titoli come ABZU e Journey, accompagnando l’epopea di questo terzo capitolo con brani perfetti in ogni situazione di gioco e decisamente ispirati in grado di cogliere perfettamente l’essenza del titolo.
Tutto d’un fiato
The Banner Saga 3 è la degna conclusione di una delle storie più affascinanti degli ultimi anni videoludici, una storia incominciata nel 2014 che è riuscita a ritagliarsi uno spazio indelebile nelle menti e nei cuori dei videogiocatori sin dal primo capitolo arrivando a questo atto conclusivo in grande stile accompagnata sempre da un comparto artistico eccezionale.
Forse si poteva osare qualcosa di più per quanto riguarda il gameplay che rimane saldamente ancorato ai crismi dettati dai precedenti due capitoli della serie non aggiungendo delle varie e proprie novità e mantenendo invariato il tutto.
La cosa che vi consigliamo caldamente è quella di giocare tutti e tre i capitoli tutto d’un fiato così da immergervi al meglio in questo epico viaggio.
*Versione Testata: Nintendo Switch, grazie al codice fornitoci dal publisher