Volevo impostare questo pezzo come la celebrazione di un compleanno, il raggiungimento di un obiettivo da parte di un gruppo di ragazzi che creano videogiochi da un po’.
Pero oh, mi han detto di scrivere una recensione.
Volevo che fosse una festa perche il titolo che abbiamo per le mani oggi è il centesimo lavoro dei suoi sviluppatori: si tratta di Planet Alpha, ed appunto è il lavoro numero cento di Team17. La software house ha voluto toccare la terza cifra in fatto di prodotti regalando ai fan un’ultima fatica che fa delle parole “coraggio” e “cura” lo stemma sul suo blasone. È ora di entrare nel dettaglio e analizzare Planet Alpha.
Sviluppato come già detto da Team17, il titolo in questione ci mette nei panni di quello che sembra essere un astronauta di cui nulla sappiamo su un pianeta sconosciuto. Svegliandoci in un ambientazione desolata e mortifera, dovremo cominciare ad arrancare verso qualcosa che ancora ignoriamo, sospinti solo dalla memoria muscolare delle nostre gambe, che ci suggeriscono di spostarci. Poco dopo le prime fasi di gioco il nostro avatar prenderà coraggio e si riapproprierà di un certo atletismo che gli consentirà finalmente di poter correre e saltare per le lande di questo pianeta meraviglioso quanto mortale.
Per quale ragione ci troviamo qui, quale sia il nostro scopo e chi sono i nemici e le creature che incontreremo sono dunque le domande che il titolo ci pone, mentre affida le risposte ad un comparto di narrativa criptica e talmente celata da far chiedere al giocatore se davvero sia presente.
Il finale non lascia però molti dubbi: sul piano della storia Planet Alpha altro non è che un quieto tapis roulant che accompagna i giocatori distillando indizi sugli avvenimenti e gettandoli senza preavviso in un ending da Mindfuck degno di Donnie Darko.
Il progetto presenta un gameplay semplice ma di grande impatto: un platform a scorrimento orizzontale che, a fronte della presenza di davvero poche meccaniche, si concentra sulla velocità di esecuzione dell’azione giusta al momento giusto e, dall’altra parte, sulla maestosità di sfondi e ambientazioni.
Oltre alle caratteristiche tipiche del genere, che ci chiederanno di trovare le tempistiche esatte per eseguire correttamente scivolate, salti e passaggi su superfici anguste, sul Planet Alpha potremo sfruttare l’insolita capacità del nostro personaggio di far scorrere il tempo tra giorno e notte, modificando in maniera significativa la morfologia del territorio: se di giorno infatti determinate specie di funghi giganti sono presenti, di notte gli stessi funghi si potranno ritrarre, togliendoci di fatto l’appiglio per il nostro prossimo salto. Allo stesso modo, se di notte una certa pianta emetterà dei vapori in grado di potenziare le nostre capacità atletiche, con la luce questo tipo di flore se ne starà li inerte, quando invece fare un balzo un po’ più alto potrebbe salvarci la vita.
Starà quindi a noi, proseguendo nell’esplorazione, leggere la situazione in ogni porzione di percorso per riuscire a trovare il modo di proseguire, in una ricerca che di fatto sarà nel corso del primo playthrough basata fortemente sul “tentativo ed errore”.
Come già accennato, un altro elemento importantissimo su cui si basa Planet Alpha sono le ambientazioni. Il titolo appartiene infatti certamente al genere platform, ma la componente visiva è accentuata, curata e brillante al punto tale da non poter essere altro se non un punto di forza su cui far vertere molto del valore assoluto della produzione. Gli sfondi che ci accompagneranno nella nostra corsa sono veramente bellissimi, capaci di rapire lo sguardo sia nelle fasi in cui ci troveremo in una rigogliosa foresta o sotto un cielo azzurro, sia in quelle in cui strisceremo in una caverna di cristalli o cercheremo la via d’uscita da un purulento nido di insetti giganti. Quello che è certo (e anche notevole) è che ovunque ci troveremo, stancarci delle ambientazioni del gioco sarà pressochè impossibile.
A non essere all’altezza di questo comparto artistico però è quello sonoro, che sebbene presenti tutto un apparato di suoni ambientali azzeccato e di buona qualità, si caratterizza con una soundtrack sottotono, capace solo di fare da accompagnamento appena sufficiente all’avventura, e non in grado di amplificare le emozioni di esplorazione e le parti più frenetiche del gameplay.
Nessuna pecca dal punto di vista tecnico invece: Planet Alpha scorre liscio come il suo protagonista: il frame rate su Playstation 4 è solido e compatto, e per tutta la durata dell’esperienza non abbiamo riscontrato alcun tipo di imperfezione grafica ne bug che affliggano il gameplay.
In conclusione Planet Alpha si dimostra il degno coronamento al percorso di Team 17 verso il suo centesimo prodotto: ottimo dal punto di vista tecnico, il titolo si prende il suo posto nella storia della software house non solo per aver timbrato il cartellino della terza cifra, ma anche e soprattutto per aver saputo portare ai giocatori un gioco forse non particolarmente innovativo dal punto di vista di concept o gameplay, ma comunque coerente con l’idea di se e capace di divertire gli utenti per tutta a sua durata, solleticando sia la loro curiosità, che il loro senso estetico, che la loro voglia di sfida grazie al frenetico platforming.
Il Pianeta Alfa è ancora tutto da scoprire.