Sono passati venti lunghi anni dall’uscita nei negozi del primo Spyro (rigorosamente pronunciato Spiro in quell’epoca), vent’anni che hanno profondamente rivoluzionato il genere videoludico tra capolavori, delusioni, mode e chi ne ha più ne metta.
Mi ricordo ancora quanto era bello e appagante giocare a Spyro the Dragon su PlayStation 1, prendevo il controller e mi buttavo a capofitto alla scoperta di tutti i mondi presenti nel gioco prendendo a cornate ogni cosa, ogni oggetto e ogni nemico che mi si presentava davanti. Non c’era bisogno di una trama, di meccaniche complicate, l’unica cosa che contava era finire il livello e acciuffare quei manigoldi ladri di uova che nei vari livelli incominciavano a farti conoscere la definizione di imprecazioni, magari recuperando anche tutte le gemme presenti per avere un bel 100% da sfoggiare con gli amici.
A distanza di 20 anni tutte queste sensazioni sono tornate grazie all’incredibile lavoro di Toys for Bob e Activision che, dopo il successo della Crash N.Sane Trilogy ad opera di Vicarious Vision, hanno deciso di riportare in auge i primi tre capitoli della serie Spyro usciti su PlayStation tra il 1998 e il 2000 con la Spyro Reignited Trilogy, un remake a tutti gli effetti che promette di sbalordire tutti quei giocatori che sono cresciuti con le avventure del draghetto viola di Insomniac Games.
Il ritorno del draghetto viola
Avviando il primo capitolo della trilogia, Spyro the Dragon, si capisce subito di che pasta è fatta questa Reignited Trilogy, ogni singolo aspetto visivo del gioco infatti è stato rivisitato, dai draghi al temibile nemico Nasty Norc, ogni elemento a schermo non solo risulta aggiornato a livello di poligoni ma anche per quanto riguarda la caratterizzazione: per esempio i draghi ora risultano tutti differenti con ognuno di questi che gode di una propria personalità a differenza di quanto si vedeva vent’anni fa con quest’ultimi tutti pressoché identici a parte qualche differenza nel lato fisico.
La storia dei tre titoli rimane invariata, nel primo dovremo combattere il “temibile” orco Nasty Norc dopo che quest’ultimo ha trasformato in pietra i nostri compagni per via dei “complimenti” ricevuti sul suo aspetto. È così che incomincerà il nostro viaggio all’interno del mondo degli artigiani fino al rifugio del nemico attraverso sei aree composte da diversi livelli nei quali dovremo liberare i draghi intrappolati, recuperare uova di drago rubate e raccattare i tesori presi dagli scagnozzi di Norc. La sostanza rimane dunque la stessa di vent’anni fa, il gioco rimane abbastanza semplicistico e per completarlo occorrono circa quattro ore con livelli che ci metteranno davanti vari nemici tra caproni, norc corazzati e molti altri con la possibilità di planare in aree nascoste o addirittura partecipare a veri e propri circuiti da completare in planata.
Ovviamente se si vuole completare al 100% tutti i livelli bisognerà aggiungere qualche ora extra al conteggio dato che spesso ci saranno gemme e forzieri nascosti da recuperare, in aggiunta a questo poi sono stati implementati anche i Punti Abilità, una serie di sfide che vanno da sconfiggere i boss senza farsi colpire a distruggere determinati oggetti per sbloccare una serie di artwork salvati nella Galleria.
Il secondo capitolo della trilogia, uscito nel 1999 con il nome di Spyro 2: Ripto’s Rage, cambia decisamente marcia rispetto al primo per quanto riguarda i contenuti con più varietà e soprattutto una qualità di trama decisamente più alta. Anche in questo caso basta il filmato introduttivo per capire quanto sia stato positivo il lavoro dei Toys for Bob che hanno dato vita a delle sequenze cinematiche di tutto rispetto, aggiornando i modelli dei personaggi e delle ambientazioni; adesso ogni livello ha delle sequenze di intro ed outro ben caratterizzate e molto piacevoli da vedere. In questo episodio il nostro draghetto verrà interrotto proprio mentre era in procinto di partire per una vacanza dopo gli eventi di Nasty Norc, con il suo viaggio verso le Spiagge del Drago “dirottato” nel regno di Avalar dove, insieme a Hunter, Elora e il Professore dovremo cercare di contrastare Ripto e i suoi scagnozzi. Oltre ad aggiungere più profondità sotto l’aspetto narrativo Spyro 2: Ripto’s Rage introduce anche nuove meccaniche di gioco oltre a sputare fiamme, incornare e planare, ossia nuotare sia in superficie che sott’acqua, tirare testate dall’alto e saltare mentre si è in planata per arrivare in luoghi prima inaccessibili. La longevità del titolo si assesta sempre sulle quattro/cinque ore di gioco con l’aggiunta di due orette per completare al 100% la produzione recuperando, in questo caso, tutti i talismani e le sfere d’energia utili per i portali.
Veniamo poi al capitolo conclusivo di questa trilogia, Spyro 3: Year of the Dragon, forse il titolo più divertente da giocare e anche il più ricco di cose da fare tra storia principale, minigiochi (tra cui troviamo il mitico skateboard) e la possibilità di utilizzare altri personaggi oltre al solito draghetto viola. In questo episodio assisteremo innanzitutto al furto delle uova di Drago da parte di una potente maga e ovviamente saremo noi a doverle portare indietro partendo per i Mondi Dimenticati insieme ad Hunter dove ci attenderanno sfide ancora più articolare rispetto ai primi due capitoli e livelli ancor più stratificati.
Una delle vere novità di questo capitolo però sarà però la presenza di più personaggi giocabili, infatti sarà possibile utilizzare, oltre a Spyro, Sheila il canguro, la quale sarà in grado di calciare i nemici e saltare decisamente più in alto rispetto agli altri, e il Sgt. Byrd, un simpatico pennuto in grado di svolazzare; questo cambierà in alcuni frangenti le meccaniche di gameplay dando più respiro alla produzione alternandosi anche a diversi minigiochi e sfide decisamente divertenti.
In generale tutti e tre i titoli hanno conservato il gameplay di un tempo con alcuni innesti come la rotolata laterale nel secondo e nel terzo episodio, oppure la possibilità di usare la telecamera attiva o passiva a seconda delle nostre preferenze ed infine l’opportunità di viaggiare velocemente tra i vari mondi di gioco snellendo il tutto il processo di esplorazione.
Un remake eccellente
Il vero punto di forza di questa produzione è però il lato artistico e l’impatto visivo che tutti e tre i titoli riescono a dare sia se li si giochi per la prima volta sia se li sia abbia già completati vent’anni fa (in questo caso la sorpresa sarà ancor più incredibile).
Il lavoro di Toys for Bob è senza ombra di dubbio eccezionale, il team ha infatti ridato vita a Spyro senza snaturarlo mantenendo tutto come era prima ma allo stesso tempo rimodellando ogni cosa.
Le differenze con i capitoli originali a livello visivo sono abissali, nel primo capitolo poi si può assistere ad una caratterizzazione completa di ogni drago presente nel mondo di Spyro the Dragon, ognuno di questi infatti ha una sua personalità come detto in precedenza, possiamo trovare dal drago muscoloso e tatuato al saggio e intellettuale, dal drago con la chitarra in mano alla creatura smemorata, insomma ce n’è per tutti i gusti, una sessantina di draghi tutti da scoprire che di sicuro faranno emozionare tutti i giocatori di vecchia data.
Ma non solo i personaggi risultano realizzati ad hoc, le ambientazioni infatti hanno subito lo stesso trattamento e anche in questo caso il risultato è eccellente: troviamo location evocative in tutti e tre i capitoli della serie con differenze abissali in ognuno di questi rispetto alla loro vecchia controparte. Colori accesi e sgargianti la fanno da padrone con ogni interno ed esterno ben più curato rispetto alle distese di colore di vent’anni fa.
Ottimo anche il lavoro svolto con la colonna sonora del gioco che ci accompagna ottimamente in ogni istante con la possibilità inoltre di selezionare anche le tracce originali per tornare ancor di più alla fine degli anni 90; da menzionare anche l’ottimo doppiaggio italiano realizzato per tutti e tre gli episodi.
Gli unici nei presenti in questa eccezionale produzione sono riscontrabili nella gestione della telecamera, non sempre ottimale, e qualche sporadico calo di frame rate che insieme ai caricamenti, in alcuni casi un po’ lunghi nello spostamento tra livelli, sono gli unici piccoli difetti del titolo.
Cosa state aspettando?
La Spyro Reignited Trilogy riporta dove meritano le avventure le draghetto viola più conosciuto nel mondo videoludico, lo fa grazie ad una qualità incredibile a livello artistico, il lavoro di Toys for Bob è strabiliante, un prodotto che è riuscito a farmi rivivere tutte quelle sensazioni di vent’anni fa facendomi tornare un bambino alla ricerca dell’ultima gemma o all’inseguimento di quel “simpatico” furfante di uova. Se avete giocato almeno uno di questi titoli o tutti e tre vent’anni fa fatevi un favore, comprate questa trilogia per tornare per qualche ora indietro nel tempo e rimanere estasiati dalle avventure di Spyro (SPIRO).