A distanza di qualche anno dall’ultimo film incentrato sul franchise dei Transformers, 20th Century Fox ritorna alla carica con Bumblebee, un nuovo film dedicato agli incredibili robot provenienti dal pianeta Cybertron. Questa volta però la pellicola non sarà un seguito o una prosecuzione diretta della saga, bensì uno spin off che vedrà come protagonista l’omonimo Autobot e alla direzione non più il solito Michael Bay ma Travis Knight. L’obiettivo è ovviamente quello di rinnovare un brand che si era forse adagiato un po’ sugli allori sfornando blockbuster con le solite linee guida, ossia grande spettacolarità utilizzando i dittami classici dei film d’azione e l’ormai usurato plot del salvare l’umanità. Sarà riuscito Travis Knight a ringiovanire una saga che negli ultimi tempi ha perso gran parte del suo mordente? Scopriamolo in questa recensione.
Amicizia uomo macchina
La pellicola, la quale va a porsi come un prequel della serie ambientata nel 1987, inizia con un focus sulla solita guerra tra Autobot e Decepticon che impazza su Cybertron, con scontri all’ultimo colpo tra le due iconiche fazioni del mondo dei transformer che come sempre si contendono il predominio territoriale sulla loro terra. Dopo un breve periodo sul suddetto pianeta la vicenda si sposta sulla Terra, in particolare in quel di San Francisco, dove la diciottenne Charlie vive una vita con qualche problematica (tra le quali la morte prematura del padre colto da un infarto) in pieno periodo adolescenziale con il sogno nel cassetto di avere una macchina tutta per sé.
Al netto di qualche inconveniente e di un lavoro tutt’altro che perfetto la vita della ragazza cambia radicalmente quando viene a contatto casualmente con un Maggiolino giallo trovato alla discarica gestita dallo zio: da questo punto in avanti partirà la vera vicenda della pellicola con il rapporto tra Charlie e Bumblebee messo in primo piano con il robot che nel film viene approfondito soprattutto sotto l’aspetto dei sentimenti facendolo sembrare decisamente più “umano” di quanto ci si possa aspettare. La trama del film non spicca in originalità con la vicenda che nel corso dell’ora e mezza circa della sua durata si articola senza troppi colpi di scena eclatanti ma comunque stando su un livello discreto grazie alla buona scrittura di Christina Hodson.
Tra azione e sentimenti
Nel film possiamo trovare diverse scene action ben girate sin dall’inizio su Cybertron, passando per i vari scontri tra Autobot e Decepticon fino ad arrivare alle battute conclusive della pellicola dove spicca sicuramente una delle scene più spettacolari e movimentate. Insieme a questo però gran parte di Bumblebee è costituita da scene nelle quali Charlie e il giallo Autobot cercano di instaurare un rapporto che porterà entrambi a crescere nel corso del film. I due sono stati segnati nella loro vita da eventi importanti con tematiche come la perdita dei propri cari che la fanno da padrone seguiti poi dalla possibilità di reagire contando l’uno sull’altro.
Alla spettacolarità dei film di Bay, che troviamo decisamente in maniera minore rispetto a prima e con una verve diversa, questo spin off punta più sui sentimenti e sul costruire la vicenda intorno ai due protagonisti principali facendolo decisamente bene, anche grazie all’ottima interpretazione di Hailee Steinfeld che riesce a fare la sua parte anche senza una vera controparte nella maggior parte delle scene. Ovviamente non si può non menzionare l’ottimo John Cena che nei panni dell’agente Jack Burns cerca di mettere i bastoni tra le ruote alla ragazza e a Bumblebee svolgendo un buon lavoro da villain umano.
A far da contorno a guerre interspaziali, minacce robot e scontri spettacolari troviamo una forte componente di nostalgia degli anni ’80 con chiari riferimenti che impazzano per tutta la pellicola: dai poster dei film dell’epoca come Indiana Jones alle diverse canzoni della colonna sonora che richiamano ogni secondo quell’epoca da Don’t You (Forget about me) dei Simple Minds a Tears For Fears ai The Smiths; senza contare poi i vinili, i VHS e compagnia che contribuiscono ad aumentare il livello di nostalgia a livelli molto alti. Infine, sempre per rimanere in tema, anche i vari Optimus Prime, Blitzwing, Showckwave sono stati rimodellati e resi decisamente fedeli ai primi giocattoli usciti negli anni ’80.
Bumblebee è un ottimo punto da cui ripartire dopo le ultime iterazioni (poco positive) della serie Transformer, il film riesce ad intrattenere senza riutilizzare le classiche caratteristiche della saga messa in piedi da Michael Bay: meno scene d’azione e esageratamente spettacolari ma girate nella maniera giusta che vanno a sommarsi ad una parte del film incentrata sui sentimenti e sui rapporti tra la protagonista e il robot. Il film riesce ad emozionare e allo stesso tempo a caricare lo spettatore nelle scene d’azione mantenendo un ottimo equilibrio nel complesso.