Il 2019 è appena iniziato ma malgrado ci siano moltissime opere all’orizzonte che puntano a dare quella sferzata di novità al settore videoludico nell’industria alcune compagnie non disdegnano il fattore nostalgia, un parametro, se così vogliamo chiamarlo, su cui alcune software house puntano per far breccia nei cuori dei videogiocatori riportandoli indietro di decenni.
Proprio questo è l’obiettivo di Capcom, una compagnia che prosegue il suo cammino parallelo alle nuove produzioni affiancando titoli d’annata come già successo con la DMC Collection per esempio, riproposta sia su PS3 che su PS4, fino ad arrivare ad oggi con Onimusha: Warlords Remastered, la versione rivisitata di uno dei grandi titoli degli inizi degli anni 2000 riportando in auge Samanosuke e la sua lotta contro i demoni in quel di Inabayama. Diciotto anni son tanti, saranno riusciti il team di sviluppo a riproporre un capolavoro dell’epoca senza lasciare il fianco al progresso tecnologico? Come sarà invecchiato il buon Samanosuke in tutto questo tempo? Scopriamolo insieme in questa recensione.
La lotta contro i demoni
Siamo nel 1561 e in Giappone ha appena avuto luogo la battaglia di Okehazama con il protagonista, Samanosuke Akechi, che l’anno prima ha assistito alla morte di Oda Nobunaga è stato contattato dalla principessa Yuki, quest’ultima spaventata per via di alcune sparizioni sospette dei suoi uomini avvenute al castello di Inabayama.
È così che Samanosuke insieme a Kaede giunge in aiuto della principessa al castello, purtroppo però il duo arriva troppo tardi dato che Yuki è appena stata rapita da un pericoloso demone che si sbarazza facilmente di Samanosuke facendolo svenire.
Da questo punto in poi si sviluppa l’intera trama con il protagonista che riceve in dono da dodici spiriti, che rappresentano il clan degli Oni distrutto dai demoni, lo speciale Guanto Oni, un oggetto in grado di assorbire le anime dei nemici, potendo così incominciare la sua ricerca della principessa tra combattimenti ed enigmi in un avventura che va ad assestarsi sulle cinque/sei ore di gioco circa prendendo anche tutti i pochi collezionabili presenti in giro per la mappa di gioco.
Assorbi e attacca
Anche se l’uscita di onimusha risale a più di una quindicina di anni fa il gameplay non è invecchiato malissimo anzi Capcom già all’epoca è riuscita con questo titolo a valorizzare i combattimenti all’arma bianca riproponendoli oggi in una veste più che accettabile considerando gli standard moderni al netto di una telecamera fissa che in alcuni casi sarà un vero e proprio ostacolo (ma questo lo approfondiremo più avanti nella recensione).
Nella nostra avventura nei panni di Samanosuke avremo a disposizione diversi attacchi a seconda dell’arma che impugnerà, nel corso dell’avventura infatti avremo a disposizione tre spade, Shippuu, Raizan e Enryuu, ognuna con i propri attacchi speciali ed il suo elemento: la Shippuu, caratterizzata dall’elemento Vento, consentirà di generare un potente tornado utile per colpire più nemici nei paraggi; la Raizan, invece, permetterà di attaccare utilizzando il Fulmine concentrandosi su un solo nemico; la Enryuu, infine, ci consentirà di infuocare i demoni facendogli ingenti danni. Insieme alla possibilità di decidere l’arma più adatta nella circostanza in cui ci troviamo (cambiabili anche velocemente grazie alla pressione dell’apposito tasto) potremo ricorrere a degli attacchi speciali chiamati Issen, una sorta di colpi critici con i quali infliggere molti più danni ai nemici a patto di calibrare al massimo il tempismo di quest’ultimi rispondendo ai colpi nemici.
Ovviamente non potremo infliggere danni elementali ogni volta che vorremo ma dovremo tener conto l’apposita barra che ci indicherà la carica dell’arma; questa potrà essere ricaricata ogni volta che uccideremo un nemico tramite l’utilizzo del Guanto degli Oni il quale ci permetterà di immagazzinare l’energia rilasciata sotto forma di sfere.
Questa remastered però non è priva di innesti per quanto riguarda il gameplay dato che per rimanere al passo coi tempi è stato implementato il sistema di movimento tramite gli analogici, questo semplifica decisamente l’approccio al titolo in quanto il divario con le freccette direzionali si fa sentire consentendo ai giocatori di muoversi con più libertà rispetto a prima.
L’unico aspetto del gioco che potrebbe far storcere il naso è la presenza delle telecamere fisse, oramai siamo abituati ad una libertà d’azione che viene seguita a ruota dalla possibilità di muovere la telecamera a proprio piacimento, per coloro che non hanno avuto la possibilità di giocare le produzioni degli anni 2000 sarà senza dubbio poco intuitivo muoversi nel mondo di gioco, in ogni caso basterà qualche sessione per capire appieno i meccanismi e godere appieno del titolo.
Un lavoro discreto
Per quanto riguarda il comparto grafico di Onimusha: Warlords Remastered Capcom ha fatto un discreto lavoro di upgrade dei
vari scenari soprattutto per quanto riguarda cutscene e le ambientazioni all’interno del castello di Inabayama, mentre rimangono
un po’ meno brillanti quelle esterne alla struttura. Da citare inoltre il comparto sonoro, il quale è stato riregistrato
per quanto riguarda la colonna sonora riuscendo in ogni istante ad accompagnare al meglio il buon Samanosuke nella sua caccia
ai demoni. Dal punto di vista tecnico infine non abbiamo notato alcun tipo di problema con il gioco che nelle sue cinque/sei
ore si è dimostrato fluido e senza particolari bug o problemi.
Un classico da rispolverare
Onimusha: Warlords Remastered è un titolo da giocare assolutamente per tutti coloro che non hanno potuto mettere le mani
sulla versione originale nel lontano 2001. Il lavoro di Capcom per rispolverare questo classico è stato discreto, con
la compagnia che aggiornato il comparto grafico ed inserito il sistema di movimento tramite le levette analogiche; purtroppo
però non ci sono nuovi contenuti rispetto alle vecchie edizioni.
Considerando il prezzo di vendita, 19,99€, il titolo merita di essere nella libreria di ogni buon videogiocatore.
Versione Testata: PS4, grazie al codice fornitoci dal publisher