Outward è un prodotto complesso da recensire, il titolo targato Nine Dots Studios è un RPG open world vecchia scuola che punta molto sull’esperienza offerta al giocatore togliendo alcune semplificazioni che ormai siamo soliti vedere nei titoli moderni e mettendo anche una componente survival decisamente importante. La particolarità di questo gioco sta proprio nella sua radicalità in quanto a RPG, con il team che punta ad una esperienza quasi totalizzante per far esprimere al meglio il prodotto, purtroppo però il lavoro della software house canadese non è esente da grandi difetti. Gli aspetti positivi riusciranno a bilanciare quelli negativi? Scopriamolo in questa recensione.
Un naufrago in mezzo al mondo
Dopo un rapido editor, veramente spoglio e con pochissime possibilità di personalizzazione, nel quale daremo vita al nostro alter ego saremo catapultati su una spiaggia, appena dopo un naufragio che ci ha fatto perdere praticamente ogni avere e soldo che portavamo con noi. Da qui inizierà la nostra avventura, un’avventura piena di insidie che ci vedrà sempre in lotta per la sopravvivenza sin dall’inizio dove apprenderemo i primi rudimenti e le prime meccaniche del titolo come il recuperare tutti gli oggetti che troveremo nei dintorni, oppure bere qualche goccio d’acqua per non rimanere disidratato (rigorosamente di acqua dolce, con quella salata avremo acnora più sete). Subito dopo aver dato uno sguardo ai primi tutorial di gioco ci ritroveremo nel regno di Cierzo, la nostra casa che non vedevamo da ben quattro mesi per via del viaggio per mare, ma ad attenderci troveremo delle persone più interessate ai soldi che alla nostra figura. La nostra lontananza infatti ci ha impedito di pagare l’affitto della nostra casa e, proprio per questo, dovremo raccimolare ben 150 monete in una settimana se vogliamo tornare a vivere nella suddetta dimora.
Una prima missione senza dubbio impegnativa che verrà seguita da molte altre attivabili parlando con la gente del posto che ci affibbierà compiti e consegne in luoghi sconosciuti, il tutto senza uno straccio di indicatore ed indicazioni tutt’altro che chiare e precise. Da questo punto in poi Outward infatti si svela per quello che è, un RPG open world retrò, se così si può dire, che punta forte sulla complessità di ogni singola quest per dare al giocatore un numero altissimo di ore da vivere all’interno di questa avventura.

In cerca di abilità
Parlando del gameplay il titolo conferma le sue “qualità” spartane con i giocatori che hanno la possibilità di utilizzare armi come spade, coltelli e compagnia oltre che oggetti di fortuna come bastoni e affini, il tutto spiegato da appositi tutorial che spiegano in maniera corretta tutto lo sviluppo iniziale del gioco soffermandosi anche su meccaniche come l’inventario, la fame e la sete e così via. È anche possibile prendere un’altra strada al posto del guerriero, andando a sviluppare abilità di mago con mana ed incantesimi che la fanno da padrone nella build; per far ciò dovremo prender parte ad un’apposita quest opzionale che ci consentirà di aver a che fare con determinati personaggi i quali ci insegneranno e ci faranno apprendere magie utili per la prosecuzione dell’avventura. In caso volessimo invece proseguire nel gioco utilizzando solo armi melee dovremo in ogni caso apprendere tutte le tecniche da appositi NPC che troveremo sparsi per il mondo: non ci sarà infatti nessun sistema di esperienza e skill point da assegnare con l’unica soluzione per diventare più forti che sarà andare alla ricerca di guerrieri in grado di insegnarci nuove abilità.
In tutto questo ogni volta che andremo in giro per il mondo di gioco dovremo tener d’occhio il nostro zaino, uno degli elementi più importanti di Outward che andrà addirittura ad influire nei nostri movimenti e nelle nostre azioni: oltre a dover stare attenti ai vari oggetti che tireremo su nel corso dell’avventura gestendo con accuratezza gli spazi disponibili, sarà possibile posare a terra quest’ultimo per avere una maggiore velocità nei movimenti e nelle schivate ma avremo anche una più elevata possibilità di perderlo dato che non avremo il viaggio rapido a disposizione in caso di spostamenti troppo ampi e, in caso di game over, dovremo rifarci tutta la strada a piedi. Proprio sotto questo punto di vista il titolo risulta “più permissivo” con la morte del nostro personaggio che non ci farà perdere tutti i progressi fatti ma ci riporterà indietro ad un accampamento, ad un sito sacro o in posti sconosciuti. Se da una parte si può essere sollevati per questo, dall’altra il gioco risulterà spesso frustrante sia perché in alcuni casi sarà difficile sopravvivere dopo aver fatto un game over, sia perché tra magagne tecniche, combattimenti mal gestiti e quant’altro spesso dovremo combattere non solo con i nemici ma anche con la qualità del gioco in sé.

Problemi tecnici
Proprio sotto questo aspetto il gioco non ingrana la marcia giusta: premettendo che il team di sviluppo è composto da un numero ristretto di persone, Outward pecca sia sotto l’aspetto grafico sia sotto quello tecnico, con i paesaggi che offrono qualche raro scorcio soddisfacente ma spesso sono soggetti ad una mancanza generale di dettagli con abitanti poco caratterizzati in alcuni casi e sprovvisti di molteplici animazioni. Il tutto sembra decisamente spoglio anche quando si passa per le città con diversi bug grafici che la fanno da padrone in ogni situazione. Anche a livello tecnico si nota qualche calo di frame e qualche indecisione che non minano l’esperienza di gioco ma che comunque, uniti ai problemi sopracitati, potrebbero far storcere il naso a molti giocatori.

Outward non è un gioco per tutti, anzi è un titolo per pochi giocatori amanti in maniera viscerale dei giochi di ruolo vecchio stampo ma che comunque risulta segnato a fuoco da problemi evidenti sotto la maggior parte degli aspetti, dalle ambientazioni spoglie ai combattimenti mal gestiti tra animazioni e hitbox rivedibili. Peccato perché sotto alcuni punti il gioco risulta anche decisamente valido come per esempio la gestione del loot e del crafting, così come la possibilità di sbloccare le abilità dagli npc.
*Versione Testata: PS4, grazie al codice fornitoci dal publisher