Con il numero 1 di Reaver il viaggio era solo iniziato. Ora con l’arrivo del secondo volume è ora di fare sul serio.
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La nuova serie di Skybound e Image Comics si presenta infatti con il suo secondo numero, e mostra i nostri (anti)eroi entrare nel vivo dell’azione sin dalle prime pagine, con l’ormai consueta carica di malvagità e in grado di far sentire già da subito la sensazione di non stare assistendo ad un’epopea intrapresa nel nome del bene.

La storia narrata nel breve albo riprende esattamente da dove si era interrotta nella prima uscita: l’improbabile gruppo di avanzi di galera e scarti della società formato da quei criminali dei nostri protagonisti è partito alla volta di Anvil per fermare l’oscuro rito che sta mettendo in ginocchio l’Impero nella sua guerra contro il Protettorato, e si trova ora a transitare per una terra che dovrebbe essere di norma pacifica, visti i trattati firmati proprio dall’impero con le tribù indigene della zona. Ben presto però la giovane Skineater dell’insolita compagnia spiega al resto dei compagni che i gruppi nativi sono ben più di quelli con cui i mandanti della missione hanno accordi, e che molti degli esclusi sono pericolosi e infidi.
Pare quindi che la prima parte del viaggio dei nostri protagonisti non sarà una passeggiata di salute, e non solo per il freddo glaciale delle zone che sono chiamati a superare.

La narrazione si attesta in queste pagine ad un ritmo piuttosto alto: molte sono le scene di combattimento all’interno del secondo numero e i dialoghi tra i personaggi sono serrati e utili per inquadrare meglio la situazione in cui questi versano, sia nel caso specifico che più in generale nel contesto del loro viaggio. D’altra parte però la trama non ha alcuna svolta all’interno di questo volume: i nostri protagonisti semplicemente fanno solo un altro avventuroso passo sul loro percorso, che per quanto sia divertente e interessante da seguire nel merito, non lascerà probabilmente traccia nel quadro generale dell’impresa, quando questa proseguirà.

Dal punto di vista artistico, ancora una volta Reaver riesce a fare percepire con forza le sue atmosfere high fantasy attraverso uno stile occidentale e dinamico, sia nelle illustrazioni che rappresentano il pieno della battaglia, che nelle espressioni facciali dei personaggi, quando si calano le armi e si inizia a parlare. Del tutto gradevole, l’apparato in questione è uno degli elementi che, agli inizi di questa saga, sta maggiormente trascinando l’opera.

In conclusione il secondo numero di Reaver aggiunge carne al fuoco nella maniera giusta, andando ad aprire una narrazione che si sta ora espandendo, ma senza andare a definire alcun elemento particolarmente importante ai fini della trama. L’opera si sta prendendo il suo tempo ora, dopo la sua introduzione, per dare modo ai lettori di mettersi a proprio agio e conoscere più intimamente i protagonisti.
Ma con i criminali che sono i protagonisti di Reaver potremo mai stare tranquilli anche solo un secondo?