Sin dalla sua prima comparsa in forma cartacea, It è stato riconosciuto come un caposaldo del genere Horror se non il suo maggiore esponente.
Considerato il capolavoro di Stephen King, il libro scritto nel 1986 ha avuto la sua prima trasposizione cinematografica nel 1990, con una miniserie in due episodi che a sua volta è stata manifesto dell’horror per molti anni.
Ai giorni nostri però, l’eco del successo di It non si è spento, e a concludere il ciclo di remake cinematografici iniziato nel 2017 con IT: Chapter One, arriva puntuale il 5 settembre prossimo IT: Chapter 2, con il non semplice compito di chiudere ancora una volta il baule di ricordi e terrore riemersi nelle menti dei fan e dei neofiti che si sono avvicinati timorosi ai cinema per diventare amici dell’affabile Pennywise.
Diretta come nella sua prima parte da Andy Muschietti, La storia narrata all’interno dell’atteso capitolo 2 inizia in maniera abbastanza coerente con la scissione temporale che c’è tra i due episodi della serie principale: i membri del gruppo dei Losers, che avevano promesso col concludersi del primo film di ricongiungersi a Derry nel caso Pennywise fosse tornato dopo la sconfitta riportata coi ragazzi, ricevono tutti un’inquietante chiamata da Mike, che rompe la loro quotidianità, riportando alla luce le paure che per ventisette anni avevano tentato di seppellire. Le sparizioni dei bambini sono ricominciate, il Clown è di nuovo in circolazione.
Escluso dunque Stan, che si suicida per sfuggire al riaffiorare delle sue paure infantili, i Perdenti si ritrovano a Derry, dove si preparano alla battaglia finale con It.
Per sconfiggere la creatura sanno che dovranno affrontare il concetto stesso di paura, ma memori della promessa fatta quasi trent’anni prima, si radunano nella biblioteca comunale della cittadina, dove scoprono che forse, un modo per uccidere definitivamente Pennywise esiste…
Il capitolo conclusivo della saga, così come il primo, si presenta nelle sale cinematografiche in una forma moderna e interessante, godibile anche oggi, a più di trent’anni dalla sua ideazione, da tutti i fan del genere nelle sue formule classiche e dai fruitori più “casuali”. Il ritmo della narrazione, in continuo crescendo, accompagna gli spettatori tra le varie scene che si intrecciano tra loro e concludono le vicende iniziate nel 2017 forti una notevole coerenza con l’opera originale del 1990, senza però cedere un passo di troppo ad un’incombente atmosfera troppo “vintage” che avrebbe favorito troppo il pubblico nostalgico a spese di quello che si approccia solo ora alla saga.
La sceneggiatura infatti, in linea con le produzioni di questa seconda metà degli anni 10, propone inquadrature pulite, che riescono ad essere definite e chiare anche nei momenti più cupi, senza mai andare a puntare sul terrore dell’ignoto, quanto sul potenziale di mettere in scena proprio ciò che si teme, nella forma più orrorifica possibile.
Il concetto stesso di jumpscare molto presente all’interno della pellicola infatti non si ferma solamente al primo spavento, che seppur prevedibile colpisce sempre nel segno: il materializzarsi dell’immagine spaventosa non è volto solo a far saltare sulle poltroncine gli spettatori, ma una volta mostratosi, l’elemento spaventoso persiste a schermo incalzando il pubblico, appoggiandosi per farlo all’immaginario gore, fortemente impiegato nella produzione.
Lo spavento, in IT non è inteso solo come colpo al cuore, ma più pesantemente è incarnato nell’idea che ciò che temiamo sarà sempre presente, accompagnandoci in una spirale di terrore e follia anche dopo essersi presentato.
It, a quasi trent’anni dalla sua prima proposizione su schermo, è ancora un caposaldo del genere horror, e cosa ancora più notevole all’interno di un genere che nel tempo è andato naturalmente ad evolversi è ancora oggi un esponente di primo piano anche nella sua nuova e moderna forma.
Mantenendo inalterato il concept della sua saga attraverso il tempo, It: Chapter 2 riesce a presentarsi ancora oggi come un successo, e a chiudere per una seconda volta una saga horror che ha fatto, e sta facendo ancora, la storia del genere.
Finchè la situazione sarà così, nessuno vedrà di buon’occhio i palloncini rossi.