Gemini Man è un film che punta a rivoluzionare la storia recente del cinema. Così si potrebbe racchiudere in poche parole quanto visto nei pochi spezzoni offerti dal footage, una ventina di minuti del film in 3D+ e un Q&A, a cui ci ha gentilmente invitato 20th Century Fox nei giorni scorsi.
Il film che vede il trio Ang Lee (regista), Jerry Bruckheimer (produttore) e Will Smith (star della pellicola) punta infatti a portare all’interno del medium cinematografico una vera e propria rivoluzione tecnologica che potrebbe dare il là ad un nuovo modo di fare cinema.
Un progetto ambizioso
La storia di Gemini Man parte da lontano, è infatti il lontano 1997 quando Darren Lemke cerca di dare vita ad una sua idea che porta Disney a produrre un cortometraggio incentrato sulla sperimentazione della GCI in merito alla creazione di un clone digitale. Purtroppo però il progetto si trasforma in un nulla di fatto vista la scarsa tecnologia e conoscenza nel digitale di quegli anni. Una ventina di anni dopo però, con il progetto passato nelle mani di Ang Lee, quella che fino ad ora era una semplice idea accantonata può prendere piede grazie ai moltissimi passi avanti e alla collaborazione del produttore Jerry Bruckheimer e alla presenza del grandissimo Will Smith, il quale si è messo in gioco pur conoscendo il duro lavoro che gli si prospettava davanti.
Ed è proprio un duro e lungo lavoro che ha affrontato Will Smith, attore che ovviamente non ha bisogno di presentazioni, il quale ha dovuto sobbarcarsi il peso di un doppio ruolo che, per sua stessa ammissione, vent’anni fa non avrebbe mai potuto sostenere. Sono proprio le esperienze vissute e la grande carriera dell’attore che sono state determinanti per dar vita a Henry e Junior, i due personaggi che Will Smith interpreta in Gemini Man con una maestria che sembra incredibile. Ovviamente si tratta di un giudizio preliminare ma comunque estremamente positivo, riuscendo a interpretare l’adulto Henry con la classe e l’autorevolezza del grande e navigato attore, ma allo stesso tempo dar vita a Junior, una versione più giovane e, per ovvie ragioni, più inesperta della controparte più “datata”. È proprio in questo caso che si capisce quanto lavoro è stato fatto in primis da Will Smith che ha dovuto immedesimarsi in un sé stesso con meno trucchi del mestiere tra le mani gestendo il tutto con più leggerezza, cercando di sembrare meno bravo nello svolgere il suo lavoro, come ha chiesto lo stesso Ang Lee.

Tecnologia avanzata
Mettendo da parte quella che sembra un’egregia interpretazione da parte di Will Smith il vero fiore all’occhiello della produzione e il focus del footage che ci è stato presentato riguarda il fattore tecnologico e la qualità del lavoro svolto in sede di CGI e di effettistica in merito alla figura di Junior e alla qualità generale del film. Questo personaggio infatti non viene creato tramite il classico effetto di “de-aging” che troviamo in diversi film ma per la prima volta nella storia del cinema viene utilizzato il CGI utilizzando proprio il modello di Will Smith che si è prestato per l’occasione ad indossare telecamere a pochi centimetri dalla faccia e quant’altro analogamente alle classiche sessioni di motion capturing che ormai vediamo spesso, aiutato poi da un apposito stunt man in occasione della lotta con sé stesso. Il lavoro dunque è molto più complicato e stratificato di quanto possa sembrare anche perché il volto del giovane Smith è praticamente perfetto tanto da sembrare vero quanto l’originale tanto da chiedersi se non si è tornati indietro negli anni 90′ con il principe di Bel Air in azione. Proprio questo era un altro scoglio da superare per la produzione, vista la fama dell’attore anche una trentina di anni fa la sfida era quella di dar vita ad una versione che non sfigurasse e non andasse a rovinare quanto visto nell’iconica serie TV.

Ciò detto veniamo all’altro grande tema di questa presentazione che è direttamente collegato a quanto appena riportato, ossia la qualità e la tecnologia con la quale è stato girato l’intero film. La pellicola gode infatti di una tecnologia mai vista prima per quanto riguarda sia gli fps sia per il formato: Gemini Man infatti girerà in quello che viene chiamato 3D+, ovvero un 3D a 60Hz grazie alla tecnologia HFR (High Frame Rate) dando la possibilità di vedere l’azione a 120 fps totali (60 frame per occhio) contro i classici 24 Hz che, fino ad ora, sono rimasti lo standard per il cinema. Questo boost permette una notevole velocità d’azione aprendo più possibilità soprattutto nelle scene d’azione ma allo stesso tempo non permette agli attori di nascondere qualche dettaglio, come dice lo stesso Smith durante la sessione di Q&A; grazie a questa tecnologia in ogni istante tutto sembra di una realtà senza pari donando soprattutto alle scene d’azione una qualità ed una fluidità mai viste prima in ambito cinematografico.
Gemini Man è di sicuro un’opera che andrà a rivoluzionare il modo di fare cinema sia per il fattore CGI sia per la qualità proposta grazie al 3D+ e all’HFR. Ovviamente non possiamo dare un giudizio completo alla produzione anche se quello che si è visto nella ventina di minuti che ci hanno mostrato 20th Century Fox e Paramount Pictures promette davvero bene.