MediEvil, titolo originariamente sviluppato da SCEE Studio Cambridge e prodotto da Sony Computer Entertainment nel lontano 1998, è stato riesumato finalmente dal dimenticatoio dov’era stato ingiustamente gettato grazie al lavoro di Other Ocean Interactive e Sony Interactive Entertainment. Il remake del gioco è infatti uscito in esclusiva PlayStation 4 il 25 ottobre 2019 sia in copia fisica che in versione digitale, riportandoci in un epoca videoludica del tutto differente da tutto quello che ci viene offerto dal panorama attuale sia per dinamiche che per modalità di approccio al titolo. Ora però andiamo a vedere tutto quello che questo ritorno di MediEvil ha da offrirci nel dettaglio, dalle sue positività fino alle sue evidenti criticità tecniche.
Una possibilità di riscatto per l’eroe di Gallowmere
La nostra storia ha inizio nel 1286 in un regno medioevale fantastico, per l’appunto, chiamato Gallowmere, minacciato dal temibile e potentissimo necromante Zarok e dalla sua orda di demoni e non morti. Unica salvezza del regno è riposta nelle mani del Capitano della Guardia del Re, Sir Daniel Fortesque, che guidando prodemente l’esercito in battaglia uccide lo stregone seppur rimanendo mortalmente ferito; il suo sacrificio non viene dimenticato, in quanto verrà ricordato dai gallowmerani come uno dei loro più grandi eroe.
Come è ben noto però, la storia è scritta dai vincitori al fine da far sembrare più eroiche le proprie imprese, e così è stato pure per il nostro sventurato cavaliere! La verità è che Sir Dan non ha mai avuto possibilità nemmeno di incontrare Zarok sul campo di battaglia, in quanto primo a cadere in combattimento trafitto da una freccia che lo colpì in pieno occhio sinistro. Una fine quantomeno ingloriosa…ma che potrà trovare un riscatto grazie a noi!
Zarok sembrerebbe infatti tornato ben cento anni dopo la grandiosa battaglia, cercando di nuovo di attuare il suo piano di conquista; per farlo si affiderà nuovamente a demoni, abitanti sottomessi magicamente e non morti opportunamente resuscitati sul momento…ed è proprio grazie a questa resurrezione di massa che il nostro “prode” cavaliere torna in servizio! O almeno…ciò che resta di lui, in quanto di Sir Dan è rimasto solo un cumulo di ossa ed un vispo occhietto. Starà a noi farci strada nei suoi panni tra i vari luoghi di Gallowmere sgominando le truppe del necromante, affinchè il cavaliere possa essere degno della propria fama. Una trama molto semplice e bambinesca, chiaramente, ma che funziona ottimamente in relazione al pubblico al quale si rivolgeva a fine anni ’90; sebbene ora il remake si rivolga principalmente a noi che lo giocammo anni orsono, questa è un’ottima occasione per chiunque non abbia mai avuto modo di approcciarvicisi o per un pubblico del tutto nuovo ignaro addirittura della sua esistenza.
Quando qualcosa non invecchia bene
Nel 1998 MediEvil presentava uno dei comparti di gameplay più innovativi e divertenti dell’epoca, che però adesso risulta invecchiato male in quanto legnoso rispetto a tutte le esperienze fornite attualmente dal mercato videoludico; già altri remake (come ad esempio Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy e Spyro: Reignited Trilogy) hanno presentato dinamiche di gioco anni ’90 in un mercato videoludico decisamente evoluto, seppur risultando decisamente più convincenti.
Vi starete sicuramente chiedendo “Questo a cosa è dovuto?”. I problemi di MediEvil sono principalmente due: una telecamere anni ’90 fatica decisamente a funzionare ai giorni nostri, risultando castrante e claustrofobica per noi e per la nostra stessa esperienza all’interno di un gioco action in cui la percezione dell’ambiente circostante è fondamentale per la propria sopravvivenza; il secondo problema è invece relativo alla qualità tecnica stessa del remake, infatti il titolo tende a subire diversi rallentamenti e soft lock per non parlare dell’instabilissimo frame rate.
Tutto questo è davvero un peccato, in quanto un gioco semplice come MediEvil sarebbe potuto essere ricostruito decisamente meglio ovviando i gravi problemi tecnici che non dovrebbero sussistere nel 2019. Non fraintendetemi però: il gioco funziona e mantiene un buon grado di divertimento, ma spesso e volentieri l’approccio ad esso risulta tecnicamente faticoso.
Artisticamente riuscito
Se a livello di meccaniche di gioco MediEvil non brilla, la ricostruzione artistica del titolo è decisamente degna di nota sia nelle componenti grafiche sia in quelle sonore. Il remake costruisce un’ambientazione decisamente tetra nel suo essere cartoonesca, che dona al titolo carattere e riesce ad onorare i fasti del titolo primevo, allora considerato una gemma dal punto di vista artistico. La stessa cosa di può asserire tranquillamente per quanto riguarda il comparto sonoro, con una colonna sonora strepitosa in grado di calare il giocatore appieno nel mood del titolo; unica pecca potrebbe riscontrarsi nel doppiaggio localizzato in italiano, che offre performance decisamente altalenanti. MediEvil risulta pienamente promosso a livello artistico, cosa che fa rimpiangere ulteriormente la resa tecnica decisamente sottotono.
Conclusioni
Quindi MediEvil vale la candela? La risposta può variare a seconda dei casi: per i giocatori più nostalgici la risposta è decisamente un sì, gli altri invece potrebbero trovarsi di fronte ad un prodotto che forse potrebbe non soddisfarli appieno. Il titolo, sebbene i problemi sopraelencati, nel complesso funziona e diverte qualsiasi giocatore che riesca a scendere a patti con esso, cosa non scontata per tutti. Per quanto mi riguarda infatti l’esperienza in MediEvil è stata decisamente appagante, sebbene in alcuni livelli le problematiche tecniche abbiano decisamente messo alla prova la mia pazienza, e tutto sommato è un gioco di cui mi sento di consigliare l’acquisto, anche non imminente.
*Codice digitale del gioco fornito dal publisher