Il 2019 è stato un altro anno particolarmente prolifico per il fumetto italiano, in cui abbiamo avuto la possibilità di intervistare diversi autori, grazie alla collaborazione con Star Shop Perugia.
Il più illustre tra questi è indubbiamente Federico Bertolucci, fumettista dalla fine degli anni ‘90, vincitore del premio Gran Guinigi e cinque volte candidato al premio Eisner.
Bertolucci consegue i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Carrara e all’Accademia Disney di Milano, in seguito ai quali inizia immediatamente una collaborazione con Disney Italia per “Topolino” e “W.i.t.c.h. Magazine”. Come autore è versatile ed alterna la carriera di fumettista a quella di illustratore. Lavora internazionalmente e pubblica in diversi stati dell’UE, negli USA e in Cina.
Insomma un maestro del fumetto a tutto tondo.
Insieme a Frédéric Brrémaud, firma il suo ultimo lavoro per saldaPress, un’opera che riesce ancora una volta a stupirci come ragazzini e di cui vi parliamo in questa recensione.
La trama
Brindille è una giovane ragazza senza alcuna memoria del suo passato, con una particolarità contraddistintiva: attorno alla testa, ha delle scintille luminose.
La storia tratta del suo viaggio in questo mondo fantasy, al fine di capire chi sia e da dove venga. Nonostante paure ed incertezze, è guidata da una curiosità indomabile.
Tramite l’aiuto di un lupo, suo animale guida, affronta diverse sfide per arrivare al punto in cui, finalmente, riesce ad ottenere nuovamente i suoi ricordi e capire così di essere stata un cavaliere morto in battaglia.
Al di là dell’apparente semplicità e linearità della trama, più si procede nella lettura più si svelano dettagli che amplificano e danno vita ad un mondo che dà l’impressione di essere grande ed articolato come quello del Signore degli Anelli o un qualsiasi altro corposo classico fantasy. Eppure è un mondo che siamo quasi un po’ forzati ad abbandonare al termine dei due volumi, a causa del colpo di scena finale che ci fa dubitare dell’esistenza stessa del mondo di Brindille.
Disegno e stile
Topolino, Marsupilami, PK, Monsters Inc, Lilo and Stitch, W.i.t.c.h. e molto altro. Quando ci si approccia ad un artista Disney, ci si aspetta una certa impostazione, ci si aspettano dei tratti familiari e sdoganati, ma è proprio questo che stupisce come uno schiaffo.
Il lavoro di Bertolucci è un piacere per gli occhi e, nonostante si noti l’impronta Disney, mostra tutto il potenziale creativo dell’artista, il quale ci regala paesaggi pieni e splendidamente illustrati, esaltando il tutto tramite scelte stilistiche mai banali e per nulla scontate. Un esempio? Il lupo della storia è disegnato sulla base di un crisocione.
Durante la nostra intervista, Bertolucci ci ha raccontato che Lorenzo De Felici (disegnatore di Oblivion Song) affermò che, guardando le tavole dell’autore viareggino, sembrava di vedere tre o quattro disegnatori diversi.
In Brindille, comunque, Bertolucci torna allo stile inchiostrato. Pur essendo un lavoro prodotto digitalmente, la predilezione dell’artista per pennelli poco precisi, che lascino imperfezioni e sbavature, genera un tratto verosimilmente disegnato a mano.
Il lavoro grafico di Bertolucci esalta la sensazione di leggenda, di fantasia e di favola che questa storia ci regala sin dalle primissime pagine.
Conclusioni
Brindille è, dunque, un’opera di tutto rispetto che mostra il potenziale della coppia Brrémaud-Bertolucci e che ogni appassionato di fumetto dovrebbe avere nella sua collezione.
L’unica pecca è l’esigua quantità di risposte contenute nella storia, rispetto alle domande che il contesto e la storia stessa sono in grado di far formulare al lettore.
Ad ogni modo la trama è magistrale, poiché rimpasta i punti di riferimento di qualsiasi narrazione fantasy per poi demolirli con una svolta inaspettata nel tratto finale, che riesce a far crollare tutte le certezze che il lettore ha acquisito fino a quel momento.
Sono tanti gli spunti di riflessione che si potrebbero tirare fuori da questi due semplici volumi, partendo magari dal fatto che un uomo si è reincarnato in una ragazzina, abbattendo il tratto virile che diamo alla forza di un cavaliere e lasciandola libera dalla dicotomia maschio/femmina, per permetterle di essere semplicemente “forza”.
Comunque lo prendiate, qualunque sia la riflessione che vi stimoli, qualunque sia la vostra età o il vostro vissuto, Brindille rimane un prodotto notevole, capace di comunicare trasversalmente con il suo pubblico.
Se ancora non lo avete preso, allora sappiate che saldaPress ha rilasciato, a metà novembre, lo speciale cofanetto contenente entrambi i volumi della storia.