Si possono dire tantissime cose su Warcraft 3 Reforged (e si diranno), ma la prima che sovviene analizzando mente fredda il ritorno del titolo nel 2020 è la sensazione di stare camminando nella storia.
Storia dei videogiochi e storia contemporanea, storia della società e di una software house come Blizzard; insomma se c’è una cosa certa è che Warcraft 3 Reforged è solo una porta per un mondo maestoso.
Partiamo con ordine: Warcraft 3 fu rilasciato nel 2003 proprio da Blizzard entertainment, e non è necessario soffermarci a dire come questo gioco abbia segnato la storia dell’industria: certamente il titolo è stato una punta di diamante in un’epoca in cui gli strategici in tempo reale la facevano da padrone in un mercato che, a differenza di oggi, era comunque ancora solo espressione dello spirito dei videogiocatori.
Warcraft 3 e la sua espansione The Frozen Throne hanno modificato in maniera incancellabile non solo la direzione che il mondo dei videogiochi aveva, ma anche la percezione da parte dei giocatori di tutto il mondo, e ripresentarsi oggi in una veste nuova, in un mondo cambiato, è motivo di grande impatto per tutti, sia che ci si voglia riflettere, che si voglia solo vivere “di pancia” l’avvenimento.
Il 28 gennaio sul battle.net è infatti approdato Warcraft 3 Reforged: il re degli RTS promesso tempo fa in una forma rimasterizzata e migliorata, volta a celebrare e far rivivere lo sfarzo di un periodo passato: non ha senso cercare il pelo nell’uovo analizzando il ritorno come l’operazione di mercato che di fatto è da parte di Blizzard perché vorrebbe dire mancare il punto della questione, seppur di poco. Analizzando un titolo, specie una remastered, è necessario soffermarsi sul prodotto, non sul motivo per il quale è ora in mezzo a noi.
La campagna del titolo è la storia che il mondo dei videogiochi ha imparato ad amare: il gameplay dello strategico in tempo reale classico arricchisce la sua divertente proposta, che risulta ancora oggi fresca e fruibile, a personaggi iconici del brand e simboli dell’essere giocatori in generale. Avere esperienza di Warcraft 3 reforged è ancora oggi, a 17 anni dalla sua nascita, un passo nel percorso di un appassionato che non può mancare, né a livello personale né a livello enciclopedico. È a metà strada tra un dovere morale e una manna di cui è un crimine privarsi.
Anche per quanto riguarda il comparto multiplayer, la formula proposta non risulta invecchiata di un giorno, andando ad affiancare alla trascinante storia della modalità campagna il modo per i videogiocatori di continuare a dilettarsi con Warcraft 3 Reforged. Le modalità 1v1, 2v2 e 4v4 infatti regalano al titolo longevità e quello spirito di sfida che verte sul desiderio di primeggiare sui nostri avversari grazie alle nostre capacità di essere degli strateghi abili e veloci, di leggere una situazione, elaborare una line d’attacco e avere ragione delle insidie del mondo di gioco e dei nostri nemici, che con noi condividono l’obiettivo di rimanere gli unici dominatori su questa parte di Azeroth.
Nel complesso dal punto di vista del gameplay Warcraft 3 Reforged è un vecchio amico che abbiamo il piacere di rincontrare dopo tanto tempo. E i problemi del titolo nascono proprio da questo.
Cosa ci racconta infatti questo vecchio amico di nuovo? Cos’ha fatto in questi diciassette anni?
Niente.
Il nostro amico non ha nulla da dirci, è lo stesso di sempre. Lui non è cambiato, ma noi siamo andati avanti.
Blizzard promise ormai tempo addietro un restyling del titolo su vari livelli che semplicemente non c’è stato. E questo è il motivo per il quale il lancio di Warcraft 3 Reforged, del quale non intendo parlare approfonditamente, è stato a dir poco burrascoso. Ad essere flagello (ho ho ho) del prodotto non è stata la qualità, ma la menzogna e l’assenza di una reale innovazione che potesse permetetre alla produzione di trovare un suo posto anche nell’ambiente videoliudico odierno.
Nessuna missione in più, nessun approfondimento di trama, nulla al punto di vista della modifica all’interfaccia, nessun’implementazione che strizzi l’occhio al competitivo relativo al comparto multiplayer. Nulla.
Il materiale mostrato nel 2018 si è rivelato essere solo una bugia che onestamente lascia un po’ di confusione quando si pensa a cosa sia successo nel corso di questo anno e mezzo, ma tant’è.
In conclusione possiamo dire che con Warcraft 3 Reforged la parola d’ordine sia “Prendere e Mettere in tasca”, perché più ci pensi più ti fai il sangue amaro. Caposaldo del genere RTS, la produzione è oggi come una gita al museo e poco di più: è divertirsi con il passato e capirlo, senza però avere alcun elemento per definire qualcosa di futuro ne a lungo ne a medio termine.
Il titolo è comunque valido, oggi come lo era 17 anni fa, e il punto è proprio questo: a Warcraft 3 Reforged manca la parte Reforged.