Rise of Insanity è un horror indie, sviluppato e pubblicato da Red Limb Studio, già disponibile su PC dal 2018 e compatibile anche con l’utilizzo di visori VR; dal 13 febbraio 2020 è disponibile nella sua edizione Switch grazie all’editor Pineapple Works ed io, avendolo provato per voi, sono qui per parlarvi di questo porting.
Non sono nuovo nell’esperienza terrificante offerta dal titolo in questione, in quanto ebbi la possibilità di recensire anche la sua versione originale disponibile su Steam; avendo una visione più completa del prodotto per le suddette ragioni posso comparare al meglio le due versione di Rise of Insanity, analizzando l’effettiva qualità e necessità del porting.
I mostri peggiori si trovano dentro ognuno di noi
Rise of Insanity inizia in uno studio psicoterapeutico alla fine degli anni ‘70, dove il dottor Stephen Dowell si accinge ad utilizzare una tecnica sperimentale di suggestione ad un misterioso paziente mediante l’utilizzo di una proiezione particolarmente strana. La tecnica, sebbene contorta, va a buon fine e permette allo psicologo di “entrare” nella mente di questo misterioso paziente, sancendo l’inizio di un viaggio malato e contorto all’interno di una psiche altrettanto malata e contorta.
Scopriamo fin da subito di essere all’interno della mente di un uomo estremamente legato alla morte della moglie e del figlio del dottorDowell, che cerca disperatamente di ottenere delle risposte a questo raccapricciante evento per poter finalmente ritrovare pace. Ma il viaggio psichico si rivelerà decisamente più movimentato del previsto, in quanto dentro questa mente deviata lo psicoterapeuta si ritroverà ad affrontare le paure più viscerali dell’animo umano.
Una tetra fiera degli orrori che dovremmo visitare ampiamente per trovare le risposte che cerchiamo, addentrandoci il più possibile dentro quest’incubo; più lo faremo e più acquisiremo una conoscenza via via sempre maggiore della vicenda, facendo riflettere in maniera profonda sul dramma che ha distrutto la vita di questo psicologo.
Un gioco che non punta solamente a suscitare terrore, ma anche a raccontare una storia che riesce a colpire il giocatore nel profondo suscitando le più disparate emozioni. Un climax ascendente di emozioni forti che culmineranno con tutta la loro forza nel finale.
Alcune esperienze devono rimanere tali
Giocare a Rise of Insanity, malgrado la terribile sensazione di sentirsi braccato ed in trappola, non è un esperienza complessa, in quanto si ha disposizione una sola dinamica di gioco, ovvero l’interazione ambientale, ed anch’essa è ampiamente limitata. Vi è anche chiaramente anche la possibilità di rimanere vittima delle presenze che si nascondono nelle ombre, ma rimane perlopiù una possibilità, dato che la maggior parte delle volte è possibile intuire come uscire da una situazione deprecabile in maniera efficace. Come ha fatto quindi un gioco così semplice ad affascinarmi?
La risposta è molto semplice in realtà, e sta nel fatto che la giocabilità non è il medium principale di Rise of Insanity. L’obiettivo principale di tale titolo è di presentarti una storia avvincente, drammatica e terribilmente raccapricciante presentata con una ben congegnata teatralità del tutto interagibile; praticamente ci si trova di fronte ad una sorta di graphic novel interattiva che tenta di ucciderti in diversi modi. La sopraccitata teatralità è inoltre concepita per rendere il gioco ancora più spaventoso ed immersivo nella sua principale iterazione, ovvero la modalità VR presente nell’edizione PC. Ha senso dunque riportare tale gioco, che si basa principalmente sull’immersione a 360° in un’esperienza terrificante come quella da esso riportata, all’interno della Switch?
Dal mio punto di vista, alcuni titoli nascono per adattarsi ad un solo medium di riferimento, e questo vale anche e soprattutto per Rise of Insanity; si conseguenza, riportare un titolo del genere su di una console priva di tale supporto non risulta essere una grande mossa. Non fraintendetemi, Rise of Insanity rimane un prodotto decisamente buono, ma privarlo così bruscamente di una delle sue maggiori feature potrebbe non essere la migliore delle mosse, sebbene io sia sempre felice del fatto che un videogioco possa raggiungere una maggiore fetta di pubblico
Tetro ed angosciante
Rise of Insanity presenta un mondo realisticamente credibile in grado di rimodellarsi grazie alla follia della mente dell’omicida, riuscendo ad essere dannatamente tetro ed angosciante anche in situazioni di relativa normalità. Il terribile senso che qualcosa possa andare storto da un momento all’altro si sposa benissimo con le grigie e fredde ambientazioni e le lugubri musiche che compongono la colonna sonora. C’è da dire però che in questa sua versione il titolo ha subito un lieve downgrade grafico, che, sebbene non infici troppo sulla resa definitiva, risulta appiattire un po’ tale esperienza.
In pratica ci si trova di fronte ad un comparto tecnico buono da entrambi i punti di vista, sebbene vacilli un po’ se comparato alla sua versione primeva.
Conclusioni
La versione Switch di Rise of Insanity mi ha riportato alle stesse sensazioni vissute due anni fa, riuscendo comunque a conquistarmi sebbene non capisca la necessità di tale porting. Ritrovarsi ad affrontare problemi etici non da poco spingendoci spesso a riflettere su noi stessi rimane sempre memorabile e segno del fatto che la qualità del titolo rimane sempre alta seppur nella sua semplicità. Un must per tutti i fan dell’horror che non si sono potuti avvicinare al prodotto originale e che adesso potranno trovarlo sul Nintendo eShop al prezzo di 9,99 €.