Quando nella vita le cose vanno male, il pavido argoniano può decidere di fregarsene e fare quella cosa che si chiama “mettere la testa sotto terra”. Scoprirà in questo caso che, con l’ultima espansione di The Elder Scrolls Online, questa non era la soluzione migliore.
In tutta Nirn l’abbiamo aspettata, desiderata e voluta. È uscita con un giorno di ritardo a causa del momento delicato che stava vivendo l’America per via delle movimentazioni relative a #Blacklivesmatters, ma finalmente le nostre avventure in Tamriel hanno potuto riprendere più concitate che mai, e il nostro destino compiersi. Così, dopo aver assaporato fino in fondo The Elder Scrolls Online: Greymoor, siamo qui a dirvi in cosa si traduce la nuova fatica di Bethesda e Zenimax.
Greymoor fu annunciato nel corso dell’inverno scorso dagli sviluppatori come parte fondante del nuovo ciclo annuale di contenuti per ESO, l’ormai celebre MMORPG ambientato nel vastissimo universo narrativo di The Elder Scrolls: l’espansione fu presentata come fulcro del ciclo narrativo “Dark Heart of Skyrim”, la nuova porzione di saga che avrebbe accompagnato i giocatori a ritrovare una delle regioni più iconiche della saga di TES anche nella sua controparte MMO, adeguatamente riadattata in modo tale da essere soddisfacente anche in un tipo di gioco così radicalmente diverso.
I precedenti prologhi e il DLC Harrowstorm avevano ci avevano apparecchiato la tavola, e ora Greymoor è la portata principale. Come dice un famoso detto argoniano (?) “Piatto ricco mi ci ficco”.
La storia del novo DLC ci portera immediatamente nelle terre della Skyrim occidentale, dove dovremo collaborare con la nostra vecchia amica Lyris Titanborn per avere ragione della serpeggiante minaccia che infidamente sta attanagliando queste terre. Pare infatti che per prendere il controllo della capitale Solitude, la congrega delle streghe di Icereach abbia fatto assassinare la moglie dell’High King, il quale non sembra però voler riconoscere il pericolo anche davanti al corpo freddo della regina. Investigando però con Lyris e la figlia del re, Svana, scopriremo presto che la congrega di Icereach è solo un ingranaggio di un meccanismo molto più complesso, che vede prepararsi un’offensiva molto più oscura, con al suo capo niente meno che gli odiati vampiri. Le creature della notte per eccellenza hanno infatti costruito una roccaforte nei meandri delle antiche caverne di Blackreach, che si estendono sotto i terreni di Skyrim, e da qui intendono portare un’offensiva verso la superficie in grado di far piombare nell’oscurità tutta la terra attraverso un potente rituale di magia nera. Gli schieramenti sono definiti: da una parte le creature più malvagie delle tenebre, dall’altra una donna mezzo-gigante, la figlia di un re ben poco lungimirante e il nostro beniamino vestige. Si prospetta una battaglia non male…
Dal punto di vista del gameplay Greymoor non intacca in maniera troppo pesante quello già presente prima dell’arrivo dell’espansione, ma ne arricchisce diverse parti, ora approfondendolo, ora proponendo nuove attività.
Con un focus narrativo così pesantemente posto sui vampiri infatti, ESO offre a tutti i giocatori affetti da questa maledizione una skill line totalmente nuova e ridisegnata per dare nuovo lustro all’essere una bestia succhiasangue: nuove abilità attive e passive sono disponibili per tutti, e se prima in termini di meta gli svantaggi dell’essere un vampiro, specie per i dps, superavano comunque i lati positivi, ora saremo tutti chiamati a rifarci i conti, perchè la posta in gioco è davvero cambiata.
Oltre a quella del vampirismo sono state introdotte con Greymoor ben due ulteriori nuove skill line, legate alla nuova attività che sarà disponibile sul fiorente MMORPG di Zenimax: si tratta di Scrying e Excavation, ma partiamo dall’inizio. Arrivando per la prima volta a Solitude verremo introdotti alla nobile arte dell’antiquario, che ci porterà a diventare dei veri e propri cacciatori di tesori attraverso tutta Tamriel: con l’utilizzo infatti di un particolare oggetto, nonché sconfiggendo nemici per tutto il mondo, saremo in grado di reperire indizi su specifici siti nei quali scavare per trovare oggetti preziosi, utili poi come merce di scambio o decorazioni per la nostra casa: la skill line scrying ci sarà utile per trovare gli indizi e localizzare le zone di scavo, mentre intuitivamente excavation ci servirà per svolgere il duro lavoro di archeologo e tirare materialmente fuori dalla terra un determinato oggetto nel suo sito di scavo.
Tutta questa nuova parte di gameplay si pone come un’aggiunta divertente e ariosa, ottima per staccare un attimo dal falcidiare mob nei dungeon e imbarcarsi in qualcosa veramente diverso, come all’epoca del lancio poteva fare la pesca. A differenza di quest’ultima però, come delle varie branche di crafting, bisognerà valutare anche con aggiornamenti futuri come questa nostra nuova passione per l’archeologia si collegherà con il resto della proposta di gameplay, offrendo magari ricompense specifiche o item utili anche per svolgere la nostra vera attività di vestige, tra un cosplay di Indiana Jones e l’altro.
Come ogni anno però il vero protagonista dell’espansione è la nuova regione esplorabile, e in questo caso, anche vista la forse eccessiva sudditanza del brand TES alle tundre di Skyrim, la cosa è anche più marcata.
Siamo di nuovo a Skyrim, in una delle zone che ancora non erano arrivate su ESO con il rilascio della sua versione base: alle regioni di Rift e Eastmarch già presenti si affiancano ora anche l’Haafingar e lo Hjaalmarch, con i loro capoluoghi Solitude e Morthal, e il ritorno in questa parte della regione è effettivamente un evento di grande importanza, oltre che a un momento che mischia stupore e nostalgia.
Le ambientazioni della terra dei Nord sono sempre evocative e anche in questa loro veste è bellissimo viverle. Le vaste tundre si alternano alle montagne innevate accogliendo i nuovi giocatori e offrendo ai veterani della saga un ritorno veramente piacevole e ricco di spunti nostalgici. A porzioni di mappa che ritroviamo infatti tali e quali al capolavoro del 2011, gli sviluppatori hanno affiancato anche delle modifiche alla conformazione del terreno tali da ospitare delves varie, world boss e zone di spawn degli eventi pubblici chiamate Harrowstorm, sulla falsariga delle prime Dark Anchor e successivi Geyser di Summerset.
Alla Skyrim della superficie si aggiunge poi la Skyrim sotterranea, che va di fatto a raddoppiare le dimensioni della mappa e a proporre delle ambientazioni tutte nuove. Sotto i nostri piedi si estenderanno infatti le caverne di Blackreach, con le relative città naniche abbandonate e gli accampamenti degli odiati falmerche tanto conosciamo. Blackreach è in ogni caso tra le parti della mappa che più mutano dalla nostra prima visita quasi 10 anni fa: oltre a ciò che già conosciamo troveremo in queste enormi grotte ancora eventi pubblici, delves e world boss, oltre alla iconica fortezza di Greymoor, dove i vampiri la fanno da padrone. Non ho particolarmente apprezzato di Blackreach il fatto che fosse così tanto popolata, specie pensando alla quiete che qui si poteva in Skyrim, ma rimane una cosa naturale vista la natura diversa di quest’ultimo titolo da un MMO come ESO, il quale richiede una quantità di contenuti maggiore e un tipo di mappa diverso.
Anche questa zona è in ogni caso molto bella, proponendo ai nuovi giocatori una ambientazione diversa da tutte quelle finora presentate in ESO e ai fan di vecchia data uno sguardo del tutto nuovo a qualcosa che credevamo di conoscere.
Nostalgia e scoperta si rincorrono sopra e sotto l’intera Skyrim.
Mentre il meta si modifica e si assesta con quelli che sono i vari nuovi set introdotti, i giocatori raccolgono con Greymoor la sfida degli sviluppatori nel cimentarsi in una nuova trial da 12 persone, Kyne’s Aegis. Raggiungibile comodamente dal porto di Solitude, questa nuova zona si incarna come il vero nuovo contenuto endgame, che porterà i player più forti a dare battaglia ad un’invasione vampirica di una montagna sacra a Kyne. Le ambientazioni sono qui capaci di rendere a schermo un’esperienza che è la somma perfetta del gameplay di ESO, le atmosfere dark di Greymoor e le arie gelide si Skyrim.
Un ottimo contenuto per tutti, sia player competitivi che esteti.
In conclusione anche The Elder Scrolls Online: Greymoor è una promessa mantenuta.
Tutto quello che i giocatori di ESO si aspettavano è presente all’interno di questa espansione annuale, con alcune tra le ambientazioni più suggestive del titolo, nuove attività e il gameplay solido e compatto che tutti amiamo.
Pensare che Greymoor è solo l’inizio del ciclo annuale di “Dark Heart of Skyrim” è una sensazione bellissima e tutti quanti possiamo essere fiduciosi del fatto che anche i prossimi contenuti saranno di una qualità eccelsa come quello appena sfornato da Bethesda e Zenimax. Rifletteteci, se riuscite a prendervi una pausa dal giocare ESO, perché non sarà affatto facile.
*Versione testata: PS4, grazie al codice fornito dal Publisher