Gods will Fall è l’ultimo titolo sviluppato da Clever Beans ed edito da Deep Silver, che ho avuto il piacere di giocare con mano proprio in questi giorni.
Dopo averlo testato a fondo, eccomi qui a parlarne per darvi (magari) un’idea più chiara sul titolo. La missione del popolo celtico nell’abbattere 10 divinità capricciose si sarà conclusa a buon fine o è stato un mero fallimento? Purtroppo, la risposta pende più dal secondo lato che dal primo.
Otto guerrieri celtici contro dieci divinità
La premessa narrativa di God Will Fall è abbastanza semplice. Un lungo filmato iniziale (con un linguaggio sconosciuto) ci dice apertamente che il popolo celtico decide di ribellarsi alle 10 divinità a causa dei sanguinosi sacrifici imposti. Da lì, i celti si organizzano con delle barche per andare ad abbattere le divinità che risiedono su un’isola.
Una tempesta, però, segna la fine del grosso della spedizione partita e a rimanere vivi saranno solo 8. Questi 8 guerrieri rappresentano il manipolo di eroi che noi dovremmo guidare nella missione di uccidere le 10 divinità; ogni partita, inoltre, i guerrieri saranno generati casualmente e non guasta il fatto che tra di loro ci sono anche delle relazioni interpersonali da tenere conto. Ognuno di loro, tra l’altro, avrà caratteristiche diverse e potrà usare un tipo di arma che varia tra spade, asce, mazze pesanti e armi doppie.
Da tenere presente anche il fatto che gli 8 guerrieri rappresentano, in pratica, il totale di vite a disposizione per terminare Gods Will Fall; se muoiono tutti, ci sarà una schermata di Game Over e si dovrà ricominciare da capo. Una volta superato il, breve, tutorial che ci spiega le basi del gioco si potrà esplorare l’isola e cercare di uccidere le dieci divinità.
Le divinità possono essere affrontate liberamente una volta che si inizia ad esplorare l’isola. Non c’è uno schema preciso, l’unica variante è il livello di difficoltà dei singoli dungeon da scalre di cui non si saprà nulla finché non decideremo di esplorarlo. Tanto è possibile iniziare con il più semplice, tanto con uno dei più complicati da terminare.
A livello di storia il titolo non regala molto ma solo l’incipit di partenza su cui poi si basa tutto quello che viene dopo. Non è un granché, ma non si può neanche disdegnare com’è raccontato il motivo di base della partenza dei celti verso la loro missione.
I celti contro la volontà divina
Una volta scelto dove iniziare e chi mandare per primi (cosa che capiterà molto spesso per testare la difficoltà del dungeon) si scopriranno le meccaniche che accompagnano il titolo. Gods Will Fall è un action in terza persona, con elementi dungeon crawler e roguelike. I comandi sono piuttosto semplici: un tasto per l’attacco veloce, uno per quello pesante, uno per la schivata ed uno per il salto. In più ci sono da considerare i tasti per l’uso degli oggetti e per la Sete di Sangue (ne parleremo tra poco) e quello per lanciare le armi dei nemici.
Ogni dungeon ed i relativi nemici all’interno sono strettamente legati alla divinità. Infatti, prima di arrivare al boss (che avrà un’apposita barra posta in alto a destra) potremo indebolirlo sconfiggendo i nemici presenti. Più ne uccidiamo, più la barra diminuisce e questo può fare la differenza tra uno scontro abbordabile ed uno più complesso. Peccato che l’idea non è stata approfondita a dovere dagli sviluppatori, ma risulta solo sufficiente. Nel caso in cui non si riesce a concludere il tutto con un guerriero che poi rimarrà intrappolato (o addirittura morirà e qui non ci sarà modo di riportarlo in vita), potremo sceglierne un secondo per cercare di uccidere la divinità e liberare anche il guerriero precedentemente intrappolato. Oltre a questo, una volta completato un dungeon aumenteranno i vari attributi dei guerrieri.
Parlavamo di relazioni interpersonali tra i guerrieri poco sopra. Ebbene, tra di loro gli otto guerrieri possono avere determinati rapporti che li legano: alcuni possono essere fratelli, altri appartenere allo stesso clan oppure avere un debito verso un altro guerriero dato che lo ha salvato dal naufragio. Ciò può portare ad eventuali bonus in termini di Vigore e Forza. Ogni guerriero, infatti, può contare su Vigore (la vita), Forza e Velocità oltre all’arma equipaggiata e delle abilità. Più danni si fanno ai nemici, più se ne uccidono e più è forte la Sete di Sangue che si può attivare, che fa recuperare il Vigore e ci dà un bonus temporaneo ai danni. Al livello massimo il guerriero attiverà anche una sorta di Furia Celtica per un breve periodo di tempo.
Clever Beans ha adottato delle buone idee in questo senso, anche se c’è da considerare che alla lunga diventa molto facile andare avanti. Ma i problemi, purtroppo, iniziano ora…
Un’isola che non brilla molto
Gods Will Fall purtroppo non è esente da difetti, che sono anche abbastanza importanti. In primis, il gameplay; l’IA dei nemici è molto basilare e basterà veramente poco per cominciare a sopraffarli senza grossi problemi. Anche se ci sarà sempre un minimo di attenzione da prestare. Il secondo difetto nel gameplay riguarda i comandi.
Capita che l’input non sia molto preciso e questo può portare a qualche errore di troppo; inoltre, questo è uno dei motivi per cui spesso farete a meno della possibilità di bloccare gli attacchi dei nemici. Per riuscirci, infatti, bisogna prendere il tempismo perfetto e bloccare l’attacco nemico con la schivata verso di lui. Viene da sé che, nel momento in cui ci sono ritardi nell’input, questa è una possibilità che non si può sfruttare in pieno.
Per quanto riguarda il comparto grafico e sonoro, nel complesso, siamo su livelli di sufficienza. Il problema principale risiede nella pochissima originalità delle ambientazioni da esplorare e nei modelli dei guerrieri, dei nemici e dei vari boss che non sono molto dettagliati. La telecamera potrebbe creare qualche problema dato che non è gestibile dal giocatore e può dare qualche fastidio per com’è impostata nei movimenti. Le musiche di accompagnamento, invece, ben presto le dimenticherete dato che risultano abbastanza anonime.
Quello che è, purtroppo, inaccettabile riguarda la stabilità del titolo. La versione giocata è quella PlayStation 4 e quasi sempre, quando ci sono più nemici contemporaneamente, c’è un netto calo di frame che porta più di un fastidio per chi ci sta giocando. Inoltre, ci sono da segnalare diversi bug, come quello della zattera in uno dei dungeon che mi ha portato spesso a perdere un guerriero.
Infine, ultimo ma non meno importante, il grado di difficoltà del gioco e la longevità. Mano a mano che si completano i dungeon i guerrieri si rinforzano e si sbloccano armi sempre più forti da equipaggiare, Gods Will Fall diventa troppo facile (come detto poco più su). Per quanto riguarda la longevità, una singola run può durare sulle 6 ore totali ma il fatto che a variare sono solo i guerrieri e la difficoltà dei dungeon non porta a rigiocare il titolo più volte. I livelli, infatti, non sono generati proceduralmente ma sono sempre gli stessi. Una grossa pecca da questo punto di vista.
Gods Will Fall: è un sì o un no?
Purtroppo, ad oggi, la risposta è più tendente al no che al sì anche per via del prezzo a cui è venduto (24,99€ non sono pochi di questi tempi). Al netto di alcune idee riuscite, come i dungeon ed i nemici strettamente legati alle divinità, ci sono troppi difetti che devono essere tenuti in conto.
Se Clever Beans riuscirà a stabilizzare nel tempo la propria creazione, allora una possibilità potrete dargliela. Ma una cosa dovrete avere chiaro in mente: una volta liberato il popolo celtico dalle dieci divinità una volta, difficilmente avrete voglia di farlo di nuovo.
*Versione testata: PlayStation 4, grazie al codice fornito dal publisher.