Pumpkin Jack è un gioco platform in 3D sviluppato interamente da un’unica persona, Nicolas Meyssonnier, e poi pubblicato da Headup Games. È stato rilasciato su Nintendo Switch, PC ed Xbox One ad ottobre 2020 e a partire dal 24 febbraio 2021 farà il suo debutto anche su PS4 (e retrocompatibile su PS5). Il creatore stesso lo ha definito come un incontro tra MediEvil e Jak and Dexter, ed io oserei aggiungere che a tratti ricorda anche Kingdom Hearts: in primis per via delle ambientazioni e sensazioni che esse trasmettono (penso immediatamente alla parte su Nightmare Before Christmas di KH, sebbene lì sia molto più tetra e cupa) ma anche in materia di alcune meccaniche del gameplay.
STORIA

Il gioco in questione ha inizio con una voce narrante che ci racconta la storia ed è accompagnata sullo sfondo dalle illustrazioni relative al racconto, in uno stile pienamente fiabesco. Il narratore ci spiega che tempo fa, nel grande regno di Arc En Ciel, il mondo si trovava in uno stato di pace e di prosperità nel quale uomini e natura coesistevano armoniosamente. Non si temeva la fame, le catastrofi, la guerra. Dunque, era tutto molto…noioso. Il Diavolo, sognando distruzione e pestilenza, era talmente annoiato che decise di lanciare l’incantesimo dell’eterna notte sul regno di Arc En Ciel. Con mostri terribili a destra e a sinistra che distruggevano case e città, gli umani fecero ricorso all’aiuto del Grande Mago, l’unico in grado di contrastare il potere del Diavolo. Quest’ultimo decise a sua volta di scegliersi un campione, Jack, un truffatore ed imbroglione che vagheggiava per il mondo come spirito ribelle. Il Diavolo mise l’anima di Jack in una zucca e fece un accordo con lui: avrebbe perdonato i suoi misfatti passati e fatto entrare nell’aldilà se Jack avesse trovato il mago e l’avesse distrutto. Il gioco ha inizio proprio da qui, con l’atterraggio di Jack sulla terra di Arc En Ciel.
Come si può già evincere da queste premesse, ci troviamo di fronte ad una storia di carattere un po’ sinistro, cupo e spaventoso. Infatti, l’ambientazione è in pieno stile Halloween, a partire da Jack che prende la forma fisica di uno spaventapasseri con la testa a forma di zucca, ma anche dalla trama stessa, nella quale ci troviamo dalla parte del male e dobbiamo far in modo che il nostro protagonista malvagio abbia la meglio sul bene. Nei vari dialoghi tra Jack e gli altri personaggi non passerà inosservata la sua cattiveria e perfidia, che spesso verrà espressa con battute a tono dalla vena comica e dal sarcasmo tagliente.

Gli altri personaggi che incontreremo lungo la strada sono tutti conformi a questo setting halloweeniano: abbiamo scheletri e zombie, negozianti, streghe e magoni, nemici di ogni tipo senza anima e senza cervello (più avanti nel gioco compare anche un traghettatore).

Zone e luoghi anch’essi sono in perfetta armonia con la trama ed il setting: villaggi di vario tipo, foreste, laghi, fortezze di pietra, percorsi con ferrovie che si snodano verticalmente.
MECCANICHE
Si parte subito con il tutorial che ci spiega le prime meccaniche del gioco come saltare e schivare e ci impossessiamo di una pala come prima arma ma soprattutto di un corvo che ci sarà di aiuto e ci accompagnerà da inizio a fine gioco. Le varie fasi dell’avventura sono inoltre scandite dalle diverse zone che esploreremo, prima delle quali avremo una solita chiaccherata con un gufo poggiato sul ramo di un albero, che ci spiega cosa dovremo fare da lì in avanti e come proseguire. Il completamento di ogni zona esplorata avviene con il classico scontro con un boss e con l’ottenimento di una nuova arma.

Potremmo dire che il gioco si divide in due fasi principali di gameplay: da un lato abbiamo l’esplorazione delle varie zone accompagnata da scontri e combattimenti con nemici e dall’altro abbiamo vari puzzle qua e là da dover risolvere. Gli aspetti interessanti del momento dedicato al puzzle sono molteplici: prima di tutto Jack si stacca dal proprio corpo da spaventapasseri per rimanere solamente con la testa di zucca ed entrare così nell’area dove andrà risolto il puzzle. In secondo luogo, i puzzle sono di vario tipo: ne abbiamo alcuni legati a note musicali che dobiamo eseguire nella giusta sequenza, altri che coinvolgono manovelle o leve da attivare facendo del backtracking, oppure puzzle in cui dobbiamo spostare e spingere delle bombe fino al punto giusto per farle esplodere ed aprire così altri edifici o zone utili al proseguimento della storia.
Un ulteriore aspetto interessante della parte dedicata ai puzzle è l’aggiunta su alcuni di essi di sequenze più cinematografiche, che prevedono a tratti il dover correre in aria su di un cavallo e schivare ostacoli o percorrere una ferrovia in un carretto e farsi aiutare dal corvo per rompere le strutture di legno che ostacolano il cammino. Si tratta in realtà di sequenze molto lineari e semplici, di nessuna particolare difficoltà, ma che sono una bella aggiunta al gameplay.

Tuttavia, le meccaniche di gioco che troviamo in Pumpkin Jack sono molto basilari e lineari, non v’è nulla qui che non abbiamo sicuramente sperimentato già in tanti altri giochi. L’opera che abbiamo di fronte non pretende di rivoluzionare il gameplay del genere, quindi da questa prospettiva posso affermare che non ci imbattiamo in qualcosa di effettivamente originale o difficile. Anzi, il gioco potrebbe risultare perfino troppo facile. I nemici che affrontiamo sono solo di 4 o 5 tipologie e il metodo di attacco e di difesa sia dei nemici che del giocatore è ripetitivo e semplice in fin dei conti. Forse solo i boss finali di ogni livello/zona rappresentano il momento più “difficile” del gameplay, ma parliamo di una difficoltà alla pari dei boss del primo Crash Bandicoot, per dire. Inoltre, ho personalmente trovato un po’ snervante il doppio salto, che pecca quasi di troppo sprint, dovendo poi cercare sempre di non saltare troppo oltre a dove si vuole effettivamente atterrare. Diamo un punto a favore invece ai
collectibles che troviamo in giro e che servono a poter sbloccare vari outfit per il nostro Jack, giusto per non mantenerlo sempre vestito allo stesso modo.
Comunque, ciò che rende più variegato il combattimento, anche se di poco, è l’aggiunta delle varie armi mentre si prosegue (a mio parere, la più bella è la spada spezzata che una volta equipaggiata, fa si che Jack fluttui di poco sopra il terreno, invece di camminare. Anche questo effetto mi ha ricordato Kingdom Hearts, dove avveniva lo stesso).

GRAFICA
Il reparto artistico ha sicuramente i suoi pregi. La grafica del gioco, avendomi così tanto ricordato Kingdom Hearts, sembra proprio essere un po’ figlia di una Playstation 2, qui tuttavia più ridefinita e pulita. Una grafica curata molto attentamente (da una sola persona poi) che nonostante si affaccia su livelli semplici e lineari, lo fa molto bene all’interno del contesto di festa Halloween in cui si muove. Ogni colore è reso con effetti molto caldi e vivaci laddove le tonalità sono più fiammeggianti e festose, ma anche nelle zone più cupe e avvolte dalla nebbia, si riesce molto bene a trasmettere quel senso di luogo tetro e spaventoso che si ci aspeterebbe da un contesto a tema Halloween. E Jack si muove in mezzo a questo mondo alquanto misterioso quasi come un fantasma.


La musica del gioco non è particolarmente degna di nota, ma è godibilissima ed in perfetta sintonia con l’umore e tono festoso, divertente e cupo del gioco. Inoltre, nei puzzle musicali dove bisogna eseguire le note in sequenza, ritroviamo motivi di brani famosi di musica classica.
Un aspetto che ho apprezzato enormente è la scritta che compare sullo schermo ogniqualvolta si muore. Solitamente, in tanti giochi, ci ritroviamo a rileggere sempre la stessa frase che ci dice che siamo morti. Qui il creatore si è divertito molto a trovare per ogni numero di morte (dalla seconda alla 56esima per dire) una frase quasi sempre diversa per comunicarci che…beh, siamo morti. Spesso sono frasi molto comiche che usano modi di dire già conosciuti, ed è stato un tocco particolarmente divertente che ha evitato il doversi annoiare, se morti più volte di fila, a rileggere sempre la stessa cosa.
In conclusione, considero che Pumpkin Jack sia un gioco abbastanza godibile e divertente se volete passare un paio di orette a farvi strada in un mondo a tema Halloween. Non sarà di certo un capolavoro del suo genere, come ho già affermato non credo neanche intenda esserlo, ma per un primo gioco creato da una sola persona, direi che è un ottimo punto di partenza. Nonostante i livelli lineari e semplici, ed un livello di difficoltà sotto la media, potrebbe essere proprio un ottimo spunto per chi vuole iniziare ad esplorare l’universo dei giochi platform 3D e comprenderne le basi. C’è una buona varietà di puzzle e combattimenti basic per capire i meccanismi di questo genere di giochi, magari spostandosi poi a titoli più impegnativi. Il punto a favore lo diamo sicuramente al contesto festivo, i cui luoghi e colori vi sapranno conquistare, anche per le sole 5 ore di gioco.
*Codice digitale per la recensione fornito dal publisher