La pioggia batte fitta sull’asfalto di Nova Polemos, guardo a schermo l’immagine ferma e mi sembra di sentirne l’odore. Il suono è reso fedelmente in cuffia e potrei quasi pensare di poter vivere un momento di pace, ma quello che sta per iniziare non è nulla di sereno. Dry Drowning è chiaro sin dal primo momento: un tango forsennato da ballare mentre si pensa alla solitudine, muovendoci a ritmo insieme alla morte e a ogni feticcio che mondo e società possono buttarci addosso per opprimere un’anima. Come ho potuto farne a meno fino ad oggi?
La domanda è lecita: non avevo mai sentito parlare di Dry Drowning finché il dispotico caporedattore di Serial Gamer Italia mi appioppa il codice della versione Switch del titolo, ma mi bastano due minuti di numero dall’accensione del gioco che mi rendo subito conto di avere davanti qualcosa di enorme.
Il senso di colpa per il mio essere poco informato e l’infantile rifiuto di ringraziare il dispotico caporedattore si fanno da parte e io mi immergo totalmente in Dry Drowning.
Il titolo, opera d’esordio degli autori, è sviluppato dal team italiano di Studio V e reso disponibile inizialmente su PC nel 2019; ora la produzione arriva anche su PlayStation 4, Xbox One, console di nuova generazione e Nintendo Switch ed è proprio su quest’ultima piattaforma che abbiamo avuto modo di provarlo noi di Serial Gamer Italia, per trovarci davanti a qualcosa che in realtà rientra davvero molto canonicamente nel genere Visual Novel, ma che è in questa cornice che brilla incredibilmente.
La narrazione violentemente Noir, inizia subito in maniera potentissima, introducendo brevemente tematiche e atmosfera da Thriller Psicologico di prim’ordine con un prologo impattante ed intenso.
Ci troviamo, a seguito di questo, faccia a faccia con il protagonista della storia, il detective Mordred Foley, che parlando tra sé e sé per le strade della piovosa Nova Polemos svela poco per volta la cornice della narrazione in medias Res e della situazione in cui versa la metropoli.
Nova Polemos è un groviglio palpitante di individui che la società ha portato troppo avanti, maturando e portando a marcire le loro Anime: la città è un ritratto distopico della nostra società, resa in questo dipinto grottesca e snaturata. L’ambientazione futuristica mostra una popolazione priva di reagire alla sua deumanizzazione, in balia di spinte xenofobe e corruzione a tutti i livelli.
Senza fare sociologia spiccia, è evidente come la cornice sia ricalcata sulla nostra situazione attuale a livello mondiale ma resa accettabile dal fatto di fare parte di una fiction futurista e che dà la sensazione di essere più un monito per un futuro cupo che una costatazione per l’attualità. Tutta l’esperienza su Dry Drowning è come una storia che ci viene raccontata mentre uno spillo ci penetra nella nuca, dandoci una celata sensazione di insicurezza e un pessimo presentimento anche a fronte delle rassicurazioni. Nessuno, ascoltando una favola sui draghi, pensa che il drago sia già lì a due passi.
La situazione sociale, dunque, è ormai assolutamente decadente, e personaggi come Mordred sono del tutto figli di queste situazioni. Quando lo conosciamo il detective ha appena concluso una battaglia legale che durava da molto tempo, nella quale era accusato di aver condannato degli innocenti in un caso precedente. Ora in qualche modo il protagonista sembra uscito da questa situazione e può tornare finalmente a esercitare la sua professione di investigatore privato, ma chi vorrà più affidarsi al suo giudizio e ai suoi servizi.
Il detective torna nel suo studio rimuginando su queste questioni e poco dopo aver incontrato la sua assistente, Hera, Riceve inaspettatamente la visita di una cliente. Non si tratta di un cliente qualsiasi, ma della segretaria del maggior esponente politico del partito xenofobo e ultraconservatore favorito per le prossime elezioni cittadine. La figura di spicco si trova coinvolta in un omicidio dai caratteri quanto mai peculiari e Mordred, che certo ha effettivamente bisogno di lavorare, si troverà a dover scegliere tra la moralità e le contingenze di dover portare a casa la pagnotta. Davanti all’efferatezza del crimine, il detective rivede la firma della sua vecchia Nemesi, l’assassino pandora, ancora a piede libero famoso per i suoi omicidi collegati nelle maniere più atroci alla mitologia greca: a questo punto non può davvero più tirarsi indietro e si cimenta in un’indagine che lo porterà a fare luce non solo sull’operato di un misterioso serial Killer, ma anche su alcuni scomodi segreti della città, e sulle oscure profondità della sua stessa anima, così ammorbata dai rimorsi e dalle oppressioni alle quali solo una metropoli coma Nova Polemos può sottoporre un uomo.
La narrazione del titolo prosegue liscia per tutta la durata dell’avventura, snodandosi tra moltissime scelte personali che il giocatore si trova a dover compiere, puzzle ambientali e indagini sul campo con le quali il detective si farà strada verso la verità. Ogni nostra azione porterà delle conseguenze a livello di storia e interazione con i personaggi, ben scritti e caratterizzati, fino a concludersi in tre possibili finali diversi a seconda della nostra condotta in game. Il gameplay, come dicevamo in precedenza, è assolutamente canonico e non presenta in realtà importanti novità o notevoli varianti sul genere d’appartenenza, ma il modo in cui questo si intreccia con la narrazione senza mai farsi percepire come pesante è un pregio inimmaginabile per una visual novel, e un motivo di grande orgoglio per lo sviluppatore, che riesce a proporre un prodotto compatto e ben definito, ma limato in maniera quasi perfetta.
Dal punto di vista artistico, altro lato nevralgico per una produzione di questo tipo, risulta evidente sin dal primo secondo come l’intero comparto grafico sia stato curato maniacalmente, con illustrazioni davvero magnifiche e dettagliate, in grado di rendere perfettamente l’atmosfera Noir che sembra piovere dal cielo grigio di Nova Polemos. Anche dalla parte del sonoro, la OST del titolo è di ottima fattura, attestandosi ad un livello sempre sopra la media ma che esplode in determinati momenti con dei climax qualitativi davvero notevoli, capaci di carpire in toto l’attenzione del giocatore.
Giocare a Dry Drowning insomma è un piacere sotto tutti i punti di vista: dal lato più prettamente ludico il titolo di Studio V propone una formula di visual Novel con tinte di giallo, Noir e Thriller perfettamente amalgamate in una narrazione che affascina sin dal primo momento, accompagnate da un comparto artistico che è semplicemente da appalusi, mentre dalla parte più introspettiva e stimolante mentalmente, l’opera propone ambientazioni che sembrano stringercisi addosso in una morsa di crudo realismo ammantato di una distopia che si allontana da noi ma non di troppo: all’interno di queste si muovono i personaggi e le nostre coscienze insieme alle loro. Nova Polemos è davvero una versione esasperata delle nostre città, e i dilemmi che si trova a dover fronteggiare Mordred foley sono, sotto una lente d’ingrandimento terribilmente umana, gli stessi a cui siamo sottoposti anche noi a giorni alterni.
Società, morale, interesse sono i vincoli che dobbiamo portare nella vita come in Dry Drowning. Sotto l’egida di quale di questi muoveremo i nostri passi all’interno di una delle opere più interessanti degli ultimi anni? E nelle nostre vite?
*Versione testata: Nintendo Switch, grazie al codice fornito dal publisher