“Se ti è capitato di sentirti così, questa storia è anche la tua” scrive Vorticerosa a metà del suo fumetto. Un racconto grafico che si legge “in un boccone”, ma che continua a risuonare dentro come un tamburo, e che tutti dovrebbero leggere, almeno una volta nella vita.
La Storia
Il protagonista di “Storia di un errore” è proprio un errore, uno sbaglio, un refuso. Nato, o forse accaduto, come ne accadono molti nelle nostre vite. Non ha una forma regolare, non è preciso, ha i contorni indefiniti, è tutto un po’ storto e parla male. La memoria richiamerà, forse, i nerini del buio de “La Città Incantata” di Hayao Miyazaki e qualcosa nel suo aspetto tenero e deforme ce lo fa piacere fin da subito.
Certo che è proprio tutto sbagliato. Non si capisce quando parla e non ne combina una giusta.
Eppure ha preso vita e sta cercando il proprio posto nel mondo, ormai c’è e vuole essere utile, vuole farsi degli amici. Ma nel mondo dei solidi regolari, tutti perfetti, inquadrati, dritti, non c’è posto per un refuso. E se ne va, da solo, finché non si imbatte in una casa, sola e abbandonata, anche un po’ messa male, proprio come lui, e decide di prendersene cura, di rimetterla in sesto. Ed è questo che poi fa la differenza.
Il Fumetto e l’Autrice
“Storia di un errore” è un fumetto edito e distribuito da It comics nel dicembre 2020.
Illustrazioni, copertina, soggetto, sceneggiatura, disegni, art direction e lettering sono ad opera di Vorticerosa, pseudonimo dell’artista e illustratrice Rosa Puglisi.
L’autrice ha collaborato con grandi marchi come Ceres, L’Oréal, Sky, Vanity Fair e altro ancora. Vive e lavora a Milano, ha esposto in diverse gallerie e musei italiani e nei suoi lavori racconta spesso storie di emozioni e disagi personali, di tormenti e angosce, ma anche di coraggio e speranza, ricercando sempre, nello stile e nel racconto, poesia, delicatezza e attenzione verso le fragilità umane.
Il volume ha dimensioni medie, 21x21cm, e un formato quadrato. La scelta del formato quadrato, simmetrico, non convenzionale, tende a concentrare l’attenzione del lettore e ad incuriosire inconsapevolmente, ancor di più, sia per la dimensione, sia per il contrasto, volontario o involontario, di una composizione equilibrata e regolare, con il soggetto stesso del fumetto che tutto è fuorché proporzionato.
Il fumetto è composto da 68 pagine a colori, anche se la prima metà è in bianco e nero, come la lettera da cui nasce il protagonista, l‘errore, scritta a mano libera, quasi a rimarcare ed evocare la sensazione di avventurarsi in un mondo sconosciuto ed ostile, senza colori, appunto. Solo sul finale, quando tutto trova il suo compimento e realizzazione, l‘arrivo dei colori appare come una boccata d’aria fresca, di luce e vita.
La scelta stilistica è notevole. L‘errore è letteralmente una macchia di inchiostro deforme, nata da una lettera scritta a mano, un esserino con occhi grandi e scomposti, diseguali, storti.
Le illustrazioni in bianco e nero, così come i diaIoghi, sono semplici, poche righe o poche parole riescono a esprimere un’emozione molto più complessa e articolata, che evolve con l’evolversi della storia stessa. L‘uso sapiente dei colori solo nel momento culmine, nella parte finale della storia, è ancor più emblematico a livello significativo ed emotivo. E anche in questo caso, la delicatezza e la semplicità accompagnano il tratto, in questa esplosione morbida di colori e fiori che avvolge il protagonista come il lettore. Non a caso, nella prefazione, Enrique Breccia pone l‘accento su quanto il racconto grafico sia così “dinamico e chiaro” che quasi non necessiterebbe del testo. Ed è proprio così.
Errare è umano, ma perseverare è… mannaggia!
Il successo è il prodotto di molti errori precedenti. Sbagliando si impara, per questo l‘errore va trattato con tenerezza, così come lo disegna Vorticerosa. “Errare è umano, perseverare è…mannaggia!” e forse c’è in questa semplice frase la giusta dose di ironia, semplicità e tenerezza che sole servono per affrontare le sfide quotidiane e tutte le cadute necessarie per imparare e rialzarsi.
Al centro della storia, a sviluppare la storia stessa in effetti, c’è il nostro piccolo amico sbagliato, ma gli argomenti toccati in poche righe e tante immagini evocative, sono diversi e importanti. Lucia Paternò la definisce, infatti “una poesia iconica […] apripista di una miriade di riflessioni sulle relazioni umane”.
Cosa è bello o brutto? Cosa è giusto o sbagliato? Il pericoloso parallelismo della nostra società ci spinge a pensare che qualcosa di bello debba essere per forza giusto o positivo. Basandosi senz’altro sull’impatto estetico e superficiale e accostando automaticamente i termini si arriva a conclusioni distorte.
Un mondo che privilegia l’immagine al contenuto non è tollerante verso ciò che giudica sbagliato, l’esteticamente e moralmente brutto è, perciò, obbligatoriamente privo di virtù e non degno di attenzione e d’amore. La risposta a questo è un atto di coraggio e di onestà: accettare l‘errore, abbracciarlo, per imparare, migliorarsi e crescere, così come accettare noi stessi per come siamo anche se ci consideriamo “sbagliati”, “diversi”. Ma, poi, diversi da chi?
“Benvenuto nel mondo, troppo preso da se stesso e dalle sue convinzioni”.
Semplice non è banale
È senza dubbio un tema estremamente complesso e delicato che viene trattato con semplicità, non per essere sminuito, quanto piuttosto per essere ridotto ai minimi termini per essere meglio compreso e più facilmente dipanato. Semplicità e tenerezza sono, infatti, le parole che mi sono balenate in testa ad ogni pagina. Perché è così che dovremmo affrontare la vita e i suoi problemi, dalle piccole domande a quelle più impegnative. Un po’ come cercare di spiegare un concetto difficile ad un bambino. Questo è, infatti, un volume che ritengo adatto anche ai più piccoli, non solo per l’affabilità visiva (non fermiamoci anche noi alle apparenze) ma per il modo fluido e non affatto banale con cui suggerisce un approccio a tutti gli errori, storti, sbagliati e un po’ bruttini, della nostra quotidianità. E non dimentichiamoci che spesso sono proprio i bambini a porsi domande che gli adulti non si pongono più, e ogni tanto danno anche delle risposte spiazzanti per la loro semplice ingenuità.
In questo fumetto si parla perciò di errori e relazioni umane, di pregiudizi, di libertà, di diversità e anticonformismo, si parla di accettazione, realizzazione personale, forza di volontà e integrazione, inclusione.
Si punta il dito sulle difficoltà della non riuscita delle proprie azioni, sulla fatica, sulla delusione e sulla depressione provocate dallo scarto tra le intenzioni, gli sforzi personali e la realizzazione finale, le aspettative, proprie e degli altri.
Ed è importante notare come la riuscita del piccolo Errore, protagonista della storia, non sia dovuta ad un intervento esterno, nessun aiuto, nessun deus ex machina. Ma l‘autenticità stessa del protagonista, la sua forza di volontà, il coraggio, la determinazione lo hanno premiato. Non ha lottato per far sentire la sua voce urlando più forte, non ha cercato il proprio posto nel mondo facendo a gomitate o cercando di sovrastare le altre voci intorno, per primeggiare a discapito degli altri. Ha accettato il suo essere errore, con umiltà e pazienza, senza demordere mai. Solo così riesce a superare i suoi limiti e ad essere perfino d’aiuto a qualcun altro.
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Degni di nota:
La Luna
La luna è un personaggio che ho amato molto, forse perché in tutta la letteratura, dai poemi ai racconti per bambini, questo satellite luminoso diventa qualcosa di più, come avvolto dalla magia. La ritroviamo sempre saggia e gentiIe, ascolta chi si è perso e sa sempre cosa dire per far tornare sulla retta via. In questo caso parla a piccolo errore in modo calmo e chiaro: “un errore è un errore. Non è facile farsi accettare per quello che si è, non è facile avere il coraggio di essere se stessi”. Così comincia la ricerca di noi stessi e l‘accettazione di sé. Nel caso del piccolo errore, inoltrandosi in una fitta selva oscura. Vi ricorda qualcosa?
NdA
Le note dell’autore accompagnano il lettore durante tutta la storia, se solitamente vengono usate in caso di refusi o specifiche del testo, in questo caso la loro presenza è quanto mai azzeccata e calzante ed è un’idea senz’altro originale e simpatica. Perché l‘autore, come fosse chi ha scritto la lettera iniziale da cui scaturisce l‘errore protagonista, segue le vicende della piccola macchia d’inchiostro anche a volte con sfiducia e derisione. È come se il lettore fosse davvero accompagnato dall‘autore nelle vicissitudini e nelle sventure del protagonista. Quelli che sembrano errori finiscono per non esserlo più, sono lì apposta, creando un curioso vortice di pensieri che spinge il lettore a rivedere la concezione stessa di errore.
CONCLUSIONI
“Ever tried. Ever failed. No matter. Try Again. Fail again. Fail better.” recita una nota frase di Samuel Beckett, ed è facile che salti alla mente sfogliando il volume di Vorticerosa. L‘errore è l‘unico modo in cui l‘uomo riesce ad imparare e sa che probabilmente sbaglierà ancora, ma imparerà dai propri sbagli, accetterà la sua condizione di essere fallibile (errare è umano, connaturato nella natura umana) e andrà avanti fino a raggiungere, speriamo, la realizzazione. Senza dimenticare, come ci insegna questo fumetto, che tutto quello che è fatto con amore non è mai sbagliato.
E se ci sono errori in questa recensione, siate gentili.
Recensione effettuata grazie ad una copia digitale fornita da It Comics, che ringraziamo.