Sviluppato da illuCalab e pubblicato da Phoenixx Inc. , Gensou Skydrift è un gioco di corse 3D a tema Tohou Project che fu rilasciato a dicembre 2019 su Nintendo Switch e Steam e che dal 9 marzo è approdato anche su PS4. Innanzitutto, il Touhou Project è una serie di giochi creata da hobbisti giapponesi, giochi indie per intenderci, formata da shoot’em up e piacchiaduro che si è poi espansa anche ai formati multimediali dei libri, manga e album discografici. Il produttore del gioco ha lavorato in precedenza a Mario Kart 8 e a Super Mario Run , e con Gensou Skydrift ha voluto introdurre il mondo Touhou nei racing games.
Gioco e…trama?
Ci troviamo nel mistico mondo di Gensokyo in Giappone, dove umani e yokai (spettri, demoni) convivono armoniosamente. L’inicipit della trama ci viene fornito sotto la forma di un testo dal font bianco posto sull’immagine di una montagna che fa da sfondo. Il testo ci rivela che ci troviamo nei sobborghi del Villaggio Umano, nei pressi della Foresta Magica. Il sole cocente quasi che brucia l’asfalto di Korindo e del suo circuito di gara. Due streghette stanno parlando a proposito del circuito quando all’improvviso ne arriva una terza e chiede loro se sanno volare. Una delle due streghette si arma subito della propria scopa e si prepara a volare ma ecco che avverte il suo potere spirituale indebolirsi. Nello stesso momento, dall’ombra emerge una figura che emana una potente aura magica, e le streghette capiscono che l’aura deriva proprio dall’energia spirituale a loro sottratta. La figura si mette immediatamente a correre in direzione della pista. Una streghetta allora salta sulle spalle di una sua compagna, dicendole di fare lei da scopa volante, e di immaginare che i loro due poteri si stanno così fondendo. Sì, state leggendo bene. In pratica una streghetta usa l’altra come tavola da surf. Che la nostra prima gara abbia inizio!
La trama del gioco viene subito presentata un po’ come una bozza, in un modo poco impegnativo ed originale tramite l’utilizzo del testo scritto e che vedrà il proprio proseguimento, seppur lineare e molto basic, man mano che facciamo le gare, sempre a patto di vincerle per poter continuare con la storia.
Gameplay
La schermata del menù ci chiarisce subito che il gioco può essere giocato in varie modalità: la campaign, quindi la parte che coinvolge la trama e lo svolgersi della storia dove avremo 20 circuiti differenti da sbloccare e affrontare per portare a termine il gioco; la modalità freerun in cui possiamo ripercorrere le piste già sbloccate con la campaign e allenarci per migliorare tecniche e tempi in beata solitudine. Infine abbiamo la modalità versus, divisa in single, multi e online. In single ci sfidiamo con l’AI del gioco, in multi ci sfidiamo con un altro giocatore e online, beh, il concetto è chiaro: ci sfidiamo con altri giocatori online. Personalmente, quest’ultima modalità non l’ho testata. Ad ogni modo, in tutte le modalità tranne la campaign siamo noi a poter scegliere tra i vari personaggi, 22 sfidanti in totale, con quali streghette creare il duo.
Il gioco fornisce un brevissimo tutorial proprio a partire dal circuito di Korindo, indicandoci quali tasti del joystick (avendolo giocato su PS4) utilizzare per fare tre principali mosse: accelerare, frenare e attuare un incantesimo. Si tratta di azioni molto basilari, tenendo a mente anche il tipo di gioco, dove l’aggiunta dell’incantesimo è una nota abbastanza carina. In pratica, le due streghette che si alternano sono in possesso di due o tre incantesimi ciascuna, rappresentate sotto forma di carte da gioco sulla nostra mappa, in basso a destra. Le carte si attivano in modo semplice. Lungo il tragitto, in mezzo alla pista troveremo dei cerchi magici gialli e rossi che dovremo attraversare, e ogni due o tre cerchi presi, la nostra barra di energia magica verrà riempita permettendoci così di tirare a sorte una delle carte a disposizione.
Principalmente, i poteri delle carte serviranno a colpire ed ostacolare le altre partecipanti in gara o nella maggior parte dei casi ci forniranno un boost di velocità per superare le avversarie. Possiamo usufruire ad ogni gara dei poteri dell’una e dell’altra streghetta a seconda di quale delle due scegliamo come primaria, invertendole tra di loro di modo che quella che sta in piedi si scambi con l’altra che fino ad allora fungeva da scopa volante. Eh sì.
Bisogna inoltre dire che nonostante il tiro delle carte sia un tocco carino, non è proprio di grandissima utilità poiché per gran parte del gioco le piste da gara sono abbastanza semplici da affrontare. Ciò che è molto utile invece è proprio capire quando accelerare e soprattutto frenare, in vista di piste con un susseguirsi di angolazioni da svoltare e cambio direzione immediato. Le carte saranno più utili nell’ultima manciata di piste del gioco che sono quelle dove si presentano un numero sempre maggiore di avversarie, man mano che proseguiamo con la campaign, e dove essendo le piste più difficili di base, ostacolare o superare le altre partecipanti non può che tornarci utile.
Insomma, parliamo di meccaniche di gioco abbastanza semplici, e qualora non si dovesse riuscire a superare una delle piste campaign al primo tentativo, non ci vorrà moltissimo a ripercorrere la pista e capire, ad un secondo o terzo tentativo, come combinare bene accelerazione e freno o eseguirle in contemporanea per percorrere il tragitto al meglio e uscirne vincitrici della gara. L’unico problema che ho personalmente avvertito si è presentato nelle ultime gare, dove le piste erano più difficili (piste con ghiaccio, sopra lava, piste in aria con tante angolazioni immediate a destra e a sinistra) in virtù anche del fatto che scivolare fuori dalla pista è questione di un attimo. Molti circuiti non hanno dei margini ben definiti oppure prevedono a tratti dei buchi o vuoti da superare saltando, ma non si ha modo di guardare se non dritto. Ciò che intendo dire è che non si può neanche un minimo inclinare la streghetta verso l’alto per far si che quando atterri lo faccia di almeno quel poco sopra a dove deve cadere. A volte questo semi salto filava liscio, ma molto più spesso capitava che la streghetta andasse a sbattere per dritto contro il pezzo dove in teoria doveva atterrare, e di conseguenza si cadeva fuori mappa, nel lava o qualsiasi cosa ci fosse sotto a seconda della pista.
Grafica e sonoro
Spostandoci sul lato artistico del gioco, personalmente nutro sentimenti contrastanti. L’aspetto delle streghette, considerando anche che sono in 22, è quasi più curato che tutto il resto del gioco. Oltre all’in game, di loro abbiamo principalmente illustrazioni molto belle che compaiono nel momento narrativo prima di ogni gara della campaign come immagini ferme che accompagnano le finestre dialogo (quei brevi scambi di battute che portano avanti la trama, semplici e dimenticabili). In game invece le streghette risaltano di più all’occhio anche in virtù dei loro outift stravaganti, spesso più delle ambientazioni stesse.
La grafica nella sua totalità sembra poco rifinita e pulita, e su alcune piste la scelta dei colori lascia desiderare. Questo perché molto spesso c’è un colore di fondo fin troppo simile a quello del percorso stesso, che non solo è visivamente fastidioso e uniforme ma non in modo positivo, ma proprio perché rende difficoltosa anche la comprensione del percorso. Mi è capitato più volte, soprattutto negli ultimi circuiti, di essere troppo attenta a capire come proseguiva il percorso che alle azioni da fare su di esso, a causa di questa uniformità continua tra il colore del circuito e di quello del background, ccontribuendo a creare in alcune ambientazioni una texture molto piatta, quasi come se qualcuno avesse buttato il colore un pò dapertutto così, senza voglia (il circuito sul ghiaccio è un esempio eclatante).
Parlavo prima di sentimenti contrastanti proprio perché altre piste invece mi sono piaciute abbastanza e ne ho apprezzato maggiormente l’ambientazione e grafica. Le honourable mentions sono: la pista sulla montagna Yokai, il circuito sulla nave fluttuante Seirensen ed infine la pista del “ Cielo sopra Hakugyokuro” circondata da tanti Sakura, alberi di ciliegio in fiore, un tipico simbolo nipponico.
Spostandoci al comparto sonoro, la musica è adatta al gioco, ogni pista ha una sua traccia musicale diversa, a tratti più memorabile, a tratti giusto quel rumore di sottofondo adeguato ad accompagnare il momento della gara. Considerando la tipologia di gioco e il suo scopo, direi che va bene così.
In conclusione, Gensou Skydrift lascia desiderare. Apprezzabili le idee delle streghette intercambiabili e del tiro delle carte con i rispettivi poteri da usare in gara, ma oltre a questo non mi sono sentita particolarmente coinvolta dal gioco. Un’opera godibile e divertente giusto quel po’, ma forse con qualche rifinimento della trama e del gameplay, o l’aggiunta di qualche gara più particolare anche ai fini della trama stessa, avrebbe avuto più effetto. Skydrift lascia il tempo che trova, perlomeno per ciò che riguarda le modalità campaign e freerun, non avendo io testato la modalità online. E’ probabile che sia più divertente da giocare con avversari diversi e meno prevedibili degli AI che il gioco mette a disposizione. Detto questo, le piste in fin dei conti sono molti lineari con i soli cerchi di magia e il drift da eseguire, si potrebbe dire che anche solo i livelli di Crash Bandicoot 3 con le gare sono molto più coinvolgenti e pieni di ostacoli interessanti.
*Versione testata: PS4, grazie ad un codice digitale fornito dal publisher