Disponibile dallo scorso 18 agosto su PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X|S, The Texas Chain Saw Massacre è un titolo horror multiplayer online asimmetrico sviluppato da Sumo Nottingham e pubblicato da Gun Media Interactive.
Saranno riusciti gli sviluppatori inglesi a creare con The Texas Chain Saw Massacre una formula vincente in grado di replicare o superare il successo di Dead by Daylight di Behaviour Interactive, che di questo genere sembra essere quantomeno il titolo più longevo? Scopriamolo con la nostra recensione approfondita.
Non aprite quella porta
Il compito di Gun Media e Sumo Nottingham non era per nulla facile, perché prendere i diritti di un film del 1974, in italiano “Non aprite quella Porta”, che negli anni è diventato un vero e proprio cult per gli appassionati della cinematografia horror e trasformarlo in un videogioco multiplayer asimmetrico, nonostante l’iconicità del killer Leather Face poteva essere un’operazione molto rischiosa.
Già la struttura di gioco di partenza è decisamente atipica: mentre nei panni dei quattro sopravvissuti le dinamiche sono simili ai titoli rivali, e i giocatori sono chiamati a usare la furtività, l’ingegno e gli strumenti a loro disposizione sulla mappa, cooperando o usando gli altri giocatori come diversivo, i tre membri della famiglia Slaughter devono cooperare per braccare e terminare le loro vittime.
Il gioco infatti è un 4vs3 esclusivamente online, ed al lancio sono presenti 5 vittime: Connie, Leland, Ana, Sonny e Julie ognuna con caratteristiche di partenza differenziate e capacità uniche sbloccabili facendo esperienza e riuscendo a fuggire in partita. 5 anche i membri della Famiglia nel roaster iniziale: Faccia di Cuoio, Il Cuoco e L’Autostoppista presi direttamente dal film e Johnny e Sissy aggiunti per l’occasione; anche i membri della famiglia Slaughter ovviamente sono differenziati.
A parte Leather Face e la sua immancabile motosega con cui può triturare nemici, porte, coperture e liberare vie altrimenti inaccessibili per gli i suoi parenti e inseguire caricando i poveri sopravvissuti, Sissi ha un veleno che può rilasciare in una zona della mappa a suo piacimento, davanti a porte o punti in cui pensa passeranno i malcapitati o che può utilizzare per contaminare le fiale curative sparse per la mappa e a disposizione delle vittime ed è l’unica oltre all’Autostoppista che può passare in passaggi stretti e cunicoli, quest’ultimo può invece piazzare trappole, Johnny ha un’abilità che gli permette di rivelare le tracce fresche delle vittime mentre il Cuoco è il meno agile di tutti ma ha una skill che gli permette di sentire i rumori creati dai giocatori in fuga e di mostrarne la posizione agli altri famigliari.
Nella fazione dei “cattivi” un giocatore dovrà per forza impersonare Faccia di Cuoio, mentre tutti gli altri ruoli sono liberi, con i famigliari non scelti che non compariranno nella partita, mentre il personaggio non selezionato dai giocatori sarà la prima vittima della motosega nel filmato introduttivo del match online; c’è inoltre da segnalare una funzionalità abbastanza utile durante il matchmaking: se il proprio ruolo preferito è occupato è possibile inviare una richiesta al giocatore che lo sta occupando, che poi è libero di assecondare o no la richiesta.
Le mappe a disposizione dal dayone sono tre: la Stazione di rifornimento, il Mattatoio e la Casa di Famiglia, con tre varianti che ne cambiano praticamente solo l’illuminazione (giorno, tramonto, notte); tutte e tre hanno un ampio piano sotterraneo e diverse costruzioni sparse ed ovviamente diverse vie di fuga (come posizione, perché la struttura è più o meno la stessa in ogni mappa).
Le vittime avranno a disposizione più metodi per riuscire a guadagnarsi una via di fuga, partendo ogni volta dal piano seminterrato della mappa con il solo Leather Face a braccare le prime mosse. Il piano superiore è inizialmente bloccato, infatti, finché qualcuno delle due fazioni non risveglia accidentalmente o intenzionalmente il Nonno, NPC situato in un punto casuale della mappa (ma non nel seminterrato) che può essere nutrito dai membri della Famiglia con il sangue delle vittime (o quello che si trova in ceste in giro per la mappa giocando come Slaughter). Il nonno, iconico personaggio presente anche nel film, quando si risveglia sblocca la possibilità di uscire dal seminterrato alle vittime (e di entrarci agli altri due “cattivi”) e rimane immobile ad aspettare il sangue, e man mano che accresce il suo potere emetterà urla che possono prima localizzare qualsiasi vittima in movimento per tutti e tre i killer e poi anche le vittime ferme o nascoste nell’ombra.
I sopravvissuti, oltre a poter scassinare le serrature (facendo più o meno rumore in base ai quick time event) possono disattivare i generatori delle uscite con i pavimenti elettrificati (di solito due per mappa), trovare il fusibile e i componenti per sbloccare l’uscita sotterranea o usare la valvola per aprirne un’altra, insomma i modi per poter fuggire sono molti e cambiano leggermente nelle tre mappe disponibili. In determinate occasione i sopravvissuti possono anche stordire i killer con schegge di legno o cogliendoli di sorpresa (con quick time event annesso, ovviamente).
Abbiamo giocato per oltre 60 ore a The Texas Chainsaw Massacre, sia in gruppo come membri della Famiglia che come Vittime che in solitario, il gioco è pienamente godibile anche in solitario con entrambe le fazioni ma usando Leather Face e parenti è innegabilmente più soddisfacente se giocato in tre, con una coordinazione tra killer che molte volte diventa letale, nonostante il grande numero di possibili uscite da coprire.
Paradossalmente, a differenza dei titoli rivali, The Texas Chainsaw Massacre richiede meno cooperazione tra vittime, anche se ci sono capacità e abilità che permettono di aiutare gli altri sopravvissuti le dinamiche di gioco a volte impongono di sacrificare i propri compagni per la buona riuscita della fuga.
Tutti i personaggi possono essere potenziati sviluppando il classico albero delle capacità e aumentando manualmente le caratteristiche quando la scelta nella ramificazione offre punti abilità; le vittime hanno 5 caratteristiche: Robustezza, Fiato, Forza, Competenza e Furtività; i membri della Famiglia invece ne hanno solo tre: Brutalità, Dissanguamento e Fiato. I rami permettono di sbloccare le abilità secondare dei personaggi mentre l’abilità principale livellerà e avrà una ramificazione a parte.
L’ampia possibilità di personalizzazione di vittime e killer, tra abilità, dotazioni e caratteristiche, compensa per il momento la carenza di varietà di contenuti, viste le sole tre mappe presenti e i 10 personaggi totali del roster di The Texas Chain Saw Massacre ed un altro difetto è che non sono presenti tutorial giocabili ma solamente dei lunghi video che introducono le complesse dinamiche di gioco, peraltro ripetendo molti concetti più volte nel corso delle decine di video proposti dagli sviluppatori. Al momento sono disponibili partite veloci, normali con selezione della fazione e partite in lobby private (con accesso però limitato ad un gruppo di minimo 4 giocatori) e gli sviluppatori non hanno ancora reso nota la road map dei prossimi mesi.
Si sente quasi l’odore – Atmosfere e musiche degne del film originale
The Texas Chainsaw Massacre è rispettoso del film originale nelle atmosfere di tutte e tre le location di gioco e i fan più affezionati potranno riconoscere una miriade di dettagli presi direttamente dalla controparte cinematografica.
In generale il titolo, realizzato con Unreal Engine 4, appare sufficientemente dettagliato con le mappe contraddistinte da un ottimo level design, diversificato in tutte e tre le ambientazioni così come i particolari e gli oggetti in scena, a parte forse il mobilio e le costruzioni che hanno un’estetica simile e che può sembrare ripetitiva.
Il comparto sonoro utilizza una funzionalità nota come “Apprehension Engine” che in pratica utilizza la musica ed il volume per enfatizzare i momenti di tensione, come la vicinanza di un killer o essere tra gli ultimi sopravvissuti mentre sta per scadere il tempo, il risultato è davvero appagante e riesce a coinvolgere coadiuvato da elementi visivi a schermo.
Il gioco ha prestazioni solide su console anche se abbiamo sporadicamente riscontrato qualche problema di lag e di rallentamento in gioco, ma mai per più di qualche secondo ed il matchmaking ha qualche difetto di progettazione, annullando la partita se qualcuno esce poco prima della fine del countdown in sala d’attesa e costringendo i giocatori o i gruppi a ripetere il matchmaking (che comunque non dura mai più di 3-4 minuti).
I modelli poligonali e le espressioni dei volti dei personaggi sono curati e abbastanza credibili così come il doppiaggio in inglese che generalmente enfatizza i momenti più terrificanti delle partite, a parte qualche sproloquio dei membri della famiglia Slaughter che però sono ampiamente giustificati dalla pazzia degli stessi. La localizzazione dei testi in italiano è sufficiente, a parte alcune zone dei menu che non risultano tradotte (descrizioni dei personaggi).
In conclusione, The Texas Chainsaw Massacre è un gioco che riesce a distinguersi dai suoi concorrenti e che ha decisamente le potenzialità per competere sul mercato, ma gran parte del successo del titolo dipenderà dal supporto post lancio e dai contenuti che gli sviluppatori sapranno aggiungere nel corso del tempo, perché la formula attuale, seppur divertente e decisamente convincente, non potrà bastare alla community che per qualche mese. Nonostante la carenza di contenuti, il titolo è sicuramente da provare se vi piace il genere ed è assolutamente consigliato vista la presenza sul Game Pass per PC e Xbox ed il prezzo budget sulle altre piattaforme.
*Versione Testata: Xbox Series X, grazie al codice fornitoci dal publisher
Texas Chain Saw Massacre
- Trama/Ambientazione 75%
- Grafica 80%
- Gameplay 85%
- Sonoro 85%
- Longevità 73%