Viviamo in un mondo dove i valori della vita sono definiti completamente dagli esseri umani, dalla società, dagli usi e i costumi. Ma se in questo mondo l’umanità cessasse di esistere, quali sarebbero i nuovi valori che muoverebbero le creature rimaste?
Quanto l’eredità dell’uomo cambierebbe quella dei suoi figli, e quale peso si dovrebbero sobbarcare coloro che verrebbero dopo, solo per sopravvivere?
Crymachina pone alcune di queste domande in un contesto non certo semplice, dove le risposte sono anche figlie di miriadi di variabili da considerare, soppesare, calcolare.
È un’opera sulla carta ambiziosa visti i suoi presupposti che deve dimostrare di essere in grado di portare avanti le sue tematiche e snocciolarle in maniera sufficientemente approfondita, mentre accompagna il giocatore attraverso un comparto ludico di livello.
Alte ambizioni portano adeguate sfide: riuscirà l’opera a valicare le seconde per raggiungere le prime?
Reso disponibile su Playstation 4/5, Nintendo Switch e PC tramite Steam, Crymachina viene sviluppato da FuRyu ed Aquria, e pubblicato dalla collaborazione della stessa FuRyu e Nis America lo scorso 24 ottobre in Giappone e a seguire il 27 dello stesso mese in Europa. Il suo arrivo ha una risonanza importante per la nicchia del panorama videludico legata alle produzioni JRPG più convinto, ma già dai primi assaggi del progetto è evidente come al titolo stia stretta la semplice etichetta di “gioco di ruolo giapponese”, andando a prendere a piene mani da vari sottogeneri per caratterizzare la sua proposta ludica.
La storia di Crymachina, dopo un preambolo non definibile come leggero che illustra l’estinzione del genere umano, prende luogo su Eden, una corazzata al largo dello spazio profondo dove delle creature cibernetiche col nome di Dei ex Machina hanno come unico obiettivo quello di ridare vita al genere umano. Queste vere e proprie linee di codice vivente sono guidate dal Deus Ex Machina noto come Propator nel perseguire il loro scopo, sebbene ciascuna con le sue metodologie di ricerca e sviluppo.
Quando però anche Propator scompare misteriosamente, le entità cibernetiche si ritrovano prive di una visione unitaria e danno inizio ad una guerra che sprofonda Eden nel caos. Il fine di ogni Machina è sempre quello di restaurare l’umanità, ma quale sarà il prezzo che la guerra imporrà ad ognuna di loro?
Il Gameplay proposto da Crymachina, come accennavamo, si propone in primis come quello di un action RPG, ma non disdegna le influenze di produzioni più legate a componenti narrative importanti. Nel corso delle varie missioni che ci porteranno ad esplorare Eden, saremmo chiamati a impersonare alcune guerriere (sempre al femminile) che tenteranno di farsi largo attraverso i vari piani della struttura. Ognuna delle combattenti è caratterizzata da uno stile di gioco personale e variegato, che invita il giocatore a provare vari approcci alle battaglie, che siano per mezzo di armi leggere oppure pesanti, con sempre presente la possibilità di approfondire il gameplay grazie ad una nutrita serie di buff e potenziamenti.
Tra un combattimento e l’altro in ogni caso, il nostro viaggio sarà definito in maniera fin troppo basilare, con livelli riconducibili a classici corridoi e che offrono ben pochi spunti di interesse, nonostante siano proposte sporadiche sequenze di platforming e sparuti puzzle ambientali.
Dal punto di vista tecnico, Crymachina risulta ben solido su PS5, mettendo in campo una grafica semplice e tipica del genere di appartenenza ma in grado di soddisfare gli appassionati. Lo stesso design dei vari personaggi appare curato e in linea con una forte estetica cibernetica e grandemente sci fi che si amalgama in maniera soddisfacente a quella più legata alle figure femminili anime tipiche degli shojo. In questa chiave l’opera non propone alcun compromesso né edulcorazione dell’offerta: Crymachina vuole rimanere un titolo ben radicato nella sua nicchia, e i neofiti del genere rischiano di subire una sensazione di “overwhelming” se si affacciano al prodotto senza sapere a cosa vanno incontro.
In conclusione, Crymachina risulta comunque un prodotto di buon livello, forte di un design accattivante e interessante, che affianca ad un gameplay soddisfacente per introdurre gli utenti in un universo narrativo viscerale e senza compromessi.
I lati d’ombra, comunque presenti in minima parte in ogni suo apparato, da quello legato prettamente al fattore ludico fino a quello di tipo grafico, che non si spinge oltre alcun limite, non sono comunque tanto pesanti da pregiudicare la qualità di un titolo che in una parola è definibile come davvero, interessante.
La prospettiva dell’estinzione umana non è certo auspicabile, ma l’opera teatrale che FuRyu e Aquria mettono in scena vale certamente il prezzo del biglietto.
*Versione Testata: PS5, grazie al codice fornito dal publisher