Disponibile dal 02 Novembre, l’ultima fatica di Gemdrops, va a riesumare una perla nascosta dell’enorme catalogo di Jrpg di Squadre Enix, la tira a lucido e la ripropone in una versione riveduta, corretta e modernizzata. Il risultato è francamente al di sopra delle mie più rosee aspettative, ma andiamo a snocciolare questo remake per punti.
Ground control, Major Kenny.
Il gioco si apre con il giovane Claude C. Kenny un guardiamarina spaziae, che di punto in bianco si ritrova solo e sperduto su un pianeta sconosciuto, Expel. Li, entra in contatto con Rena, giovane abitante del pianeta, dal carattere dolce e determinato e con dei misteriosi poteri curativi. I due, dopo una breve sequenza di introduzione decideranno di unirsi insieme per salvare il pianeta dal Globo Stregato, un artefatto comparso sul pianeta che ha provocato danni incalcolabili e soprattutto per trovare un modo per far rientrare a casa Claude. Durante il loro viaggio faranno squadra con numerosi personaggi, tra cui il piccolo genio Leon o Celine una misteriosa e carismatica simbologa (una maga insomma)
La trama di per sé risulta essere piuttosto lineare e nei primi momenti il mordente si perde tra un dungeon e l’altro, ma, quando cominciano ad essere introdotti i vari comprimari la musica cambia: grazie alle vicende dei singoli personaggi la trama acquista spessore, risultando molto più interessante e coinvolgente. C’è da dire che, come da tradizione da JRPG, non tutti i compagni saranno semplici da reclutare, così come alcuni saranno preclusi tra una run e l’altra, in quanto la storia cambierà, seppur non sensibilmente, se all’inizio del gioco decideremo di giocare nei panni di Rena o di Claude.
Altro punto veramente interessante sul fronte narrativo sono le azioni private: quando si raggiunge una città o un insediamento, premendo un tasto è possibile far dividere il party e prendere parte a delle scenette o vere e proprie missioni secondarie che andranno a coinvolgere personaggi del luogo oppure personaggi del nostro stesso party, andando spesso a influenzare i legami tra personaggi, che serviranno poi per determinare il finale che si andrà ad ottenere tra gli oltre 90 disponibili.
Maaa quando se mena?
Se prima abbiamo parlato del fronte narrativo, ora parliamo invece del fronte ludico: il core del gioco sta nel suo sistema di combattimento in tempo reale, in cui vedremo il nostro party, formato dal massimo 4 personaggi, prendere parte a scontri con nemici di vario genere, forma, dimensione e specie. Generalmente i nemici su mappa saranno simboleggiati da una nuvoletta di diverso colore, dal verde, i più semplici, al rosso, i più difficili, passando invece per il viola, che simboleggerà uno scontro equilibrato per livello.
Salendo di livello si otterranno punti esperienza e altri due tipi di punti: i PA o punti abilità serviranno a migliorare una delle numerose skill dei personaggi come “Addestramento” o “Cucina” che serviranno ad ottenere bonus passivi o aprirci possibilità di crafting o simili; ottenendo un numero adeguato di queste abilità di base sbloccheremo via via abilità sempre più complesse che andranno ad influenzare abbastanza sensibilmente l’esperienza di gioco, ad esempio la specialità “Ricognizione” che permette di modificare il tasso di comparsa dei nemici.
I PB o Punti battaglia invece, serviranno invece per migliorare le abilità passive per il combattimento oppure le singole tecniche. Sembra complesso, ed effettivamente lo risulta, in quanto si passerà molto tempo a destreggiarsi tra i vari menù cercando di capire quale sia l’abilità migliore per una determinata sezione di gioco o per un determinato personaggio. Il fatto che manchi la possibilità di una assegnazione automatica dei punti rende il tutto abbastanza macchinoso e rischia di travolgere un giocatore poco avvezzo ad abilità e statistiche con una mole assurda di informazioni.
All’atto pratico i combattimenti si svolgeranno in delle piccole “arene” 2D in cui i nostri beniamini verrano catapultati dopo aver colpito un nemico, (se lo si colpisce alle spalle si inizierà con i nemici storditi) e dove si potranno muovere in tutte le direzioni per andare a picchiare gli avversari che si pareranno davanti a loro. Con la pressione di un tasto (su PlayStation il default è cerchio) si effettua un attacco base mentre con la pressione dei primi due dorsali si potranno effettuare delle tecniche tramite la selezione rapida che andranno a consumare i sempre presententi PM o punti magia. In ogni momento è possibile richiamare un menù per potere effettuare una/tecnica/incantesimo preciso oppure per utilizzare degli oggetti. Inoltre è presente un sistema di attacchi bonus detti assalti: premendo una delle frecce direzionali a cui è stato precedentemente assegnato un personaggio fuori dal party è possibile farlo intervenire brevemente in battaglia per avere un vantaggio. Dal menù principale è inoltre possibile modificare la configurazione con cui gli eroi si presenteranno in battaglia: ogni configurazione avrà dei bonus passivi cumulabili, perciò andrà a discrezione del giocatore selezionare la migliore formazione in base a cosa si sta eseguendo a a schermo. Interessante anche il sistema di interruzione, una sorta di barra della stamina che se azzerata metterà in difficoltà i nemici, spesso indebolendoli, o nel caso dei leader, ovvero nemici più grossi, andrà a bloccare temporaneamente i bonus passivi che trasmettono ai loro minions. Gemdrops ha inoltre introdotto un sistema di schivata: premendo il tasto adibito alla schivata al momento giusto si potrà evitare l’attacco nemico, tuttavia nelle fasi più avanzate del gioco in cui gli scontri tenderanno a diventare parecchio caotici, la schivata avrà sempre meno spazio di utilizzo. Da segnalare anche la difficoltà degli scontri un filo schizofrenica: mi è capitato diverse volte, giocando al livello Normale, di trovarmi davanti scontri con Boss parecchio impegnativi in termini di danni subiti e punti vita dei nemici, spesso in situazioni in cui il resto dei nemici erano ben al di sotto del mio livello.
Perdersi su Expel
Il lavoro fatto sul comparto artistico merita un plauso: gli artwork completamente ridisegnati dei personaggi sono eccezionali e caratterizzano ancora di più il variegato cast che il gioco mette in scena. I personaggi in game invece sono rappresentati da degli sprite in pixel art, generalmente ben animati e ricchi di dettagli, che andranno a muoversi in scenari ricostruiti in 3D. Le varie città e luoghi esplorabili sono piuttosto dettagliati e ben caratterizzati, mentre la mappa del mondo invece risultata molto abbozzata, con grandi distese vuote, molte foreste e a spiccare i vari insediamenti, come città, castelli ecc…
Per quanto riguarda il comparto sonoro, siamo di fronte a un altro lavoro eccezionale, i vari effetti sono sono sempre azzeccati, soprattutto in combattimento e vanno spesso a rendere ancora più coinvolgenti i vari scontri. Le musiche, a opera di Motoi Sakuraba, sono sempre d’impatto e le versioni orchestrali risultano essere un tocco graditissimo. È possibili inoltre ascoltare sia il doppiaggio inglese che l’originale giapponese.
In conclusione, questo Star Ocean The Second Story R, è un remake con la R maiuscola, come da titolo, ricco di miglioramenti sensibili e spesso impattanti nell’esperienza di gioco. La trama è ben scritta e coinvolgente salvo le prima battute e i personaggi sono ben caratterizzati, andando a sorreggere una vicenda già interessante di suo. Il sistema di combattimento è divertente e stratificato, seppur con dei picchi di difficoltà improvvisi, mentre il sistema di abilità è fin troppo ricco, risultando spesso soverchiante.
Insomma, questo è un ottimo biglietto da visita per una sfortunata saga di jrpg che merita molta più attenzione e che sicuramente ne avrà grazie all’ottimo lavoro svolto da Gemdrops