Siamo in un periodo nel quale i film sui supereroi non sono più visti come qualche anno fa, ovvero amati da tutti o, in ogni caso, sulla cresta dell’onda, ed è in questo sfondo di pubblico che arriva, dopo qualche rinvio e diversi problemi, Aquaman e il Regno Perduto, il seguito del film uscito nelle sale nel 2018 che aveva fatto una discreta figura soprattutto per via della sua spettacolarità e degli effetti speciali. Ed è così che a distanza di 5 anni James Wan ripropone il supereroe mezzo umano e mezzo atlantideo interpretato dall’ottimo Jason Momoa con l’intento di chiudere un cerchio e approfondire ancora una volta il personaggio.
Salvare il pianeta
Le vicende del film riprendono nei momenti successivi a quanto visto nel primo Aquaman: dopo che Arthur ha avuto la meglio su Orm Marius (Patrick Wilson) diventa il re di Atlantide acquisendo tutto il potere e l’autorità che questa carica conferisce ma senza pochi problemi. Infatti oltre che al popolo del mare Arthur ha una vita in superficie che l’ha visto metter su famiglia con tanto di figlio con la compagna Mera (Amber Heard) senza dimenticare l’aiuto dei genitori Thomas, tizio e Atlanna (Nicole Kidman); ed è proprio questo il vero problema del protagonista nella prima parte della pellicola con il re che, ovviamente, ha tutta una serie di responsabilità e scelte che ricadono sulla sua figura ma ha anche una situazione famigliare nella quale deve districarsi nella crescita del neonato.
Questa dicotomia tra terra e mare la ritroviamo poi anche nella minaccia principale del film che proviene dal Regno Perduto un antico reame che è stato rinchiuso nei ghiacci in Antartide dopo una cruenta battaglia con il re Nereus; questo va ad intrecciarsi con il ritorno e gli obiettivi di vendetta di Black Mantha che, dopo esser stato sconfitto nel primo film, è in cerca di vendetta ed è pronto a tutto per portarla a termine, tanto che alimenta il surriscaldamento globale per liberare l’antico sovrano.
Proprio questa è una delle tematiche che viene trattata cercando di sensibilizzare l’argomento spingendo il pubblico a controllare e avere a cuore il pianeta, anche se il film adotta questo tema come se fosse un contorno di una storia che punta soprattutto ai legami e alle varie sfaccettature dell’ambito familiare e dei rapporti umani.
Questo infatti risulta il focus della pellicola continuando a proporre le varie sfumature dei rapporti tra la famiglia reale, in particolare tra Arthur e Orm con il primo costretto a chiedere aiuto al fratello che vive una sorta di redenzione durante tutto il film, arrivando poi a confrontarsi anche con il padre che non ha mai visto di buon occhio il ritorno di quest’ultimo ad Atlantide.
Effetti speciali
Tutto questo viene riportato poi inframezzato da scene altamente spettacolari con effetti speciali veramente ben fatti che permettono al pubblico di godersi tutti i combattimenti presenti all’interno della pellicola con qualche alto e basso riuscendo però a portare a casa un buon risultato soprattutto grazie agli scontri tra Arthur e Black Manta. Purtroppo in alcune occasioni gli scontri ed alcuni eventi risultano un po’ troppo sbrigativi dando qualche minuto di troppo ad alcune situazioni meno importanti soprattutto nelle fasi iniziali del film.
Un film discreto
Aquaman e il Regno Perduto è un seguito discreto che riesce a prendere quanto di buono visto nel primo capitolo soprattutto per quanto riguarda gli effetti speciali e la spettacolarità dell’azione. James Wan infatti confeziona un film che varia tra combattimenti spettacolari e vicende familiari forse con qualche passaggio che va un po’ di corsa rispetto ad altri che meritavano meno minutaggio.
