Persona! E’ così che i protagonisti evocano le proprie rappresentazioni dell’ego in quello che viene considerato uno dei capisaldi del genere JRPG ed uno dei più importanti capitoli della serie omonima.
Dopo aver dato vita probabilmente ad uno dei migliori esponenti del genere con Persona 5, Atlus prova a riportare alla luce il terzo capitolo con un remake che ha intenzione di far riscoprire a tutti i vecchi e nuovi fan della saga la qualità e la profondità del gioco. Ed è così che la compagnia nipponica ci riporta tra i banchi di scuola con Persona 3 Reload un remake che punta a riammodernare l’aspetto grafico di una produzione datata 2006 sparando un colpo direttamente alla testa dei giocatori.
Blue Monday
Ed è proprio questo uno dei tratti distintivi del gioco che ci butta in faccia sin dalle prime fasi di gioco quella che è una storia incentrata su tematiche come il suicidio e la depressione con i principali personaggi del titolo che per evocare i Personae si puntano una pistola alla testa. Un azione forte, un azione che colpisce sin dalle prime battute quando la bella Yukari Takeba prova a sparare per controbattere il nemico, che è proprio la prima volta che si vede all’interno del gioco diventando poi, col passare delle ore, una vera e propria routine ad ogni evocazione. Ma il mood del gioco si capisce anche prima di questo avvenimento impattante, si perchè il primo indizio lo abbiamo dal colore principale dei menù e dei dialoghi, il blu, un colore spesso associato alla tristezza e la depressione (vedi il giorno più triste dell’anno, il Blue Monday); questa è una caratteristica che troviamo anche negli altri capitoli della serie targata Atlus che ha incentrato titoli come Persona 5 sul rosso (ad indicare la ribellione) o Persona 4 sul giallo (per trattare l’allegria). Anche una volta avviato il titolo ci ritroviamo in una scena decisamente impattante, siamo infatti catapultati all’interno della cosìdetta “Ora Buia”, nella quale tutte le persone vengono tramutate in bare a parte qualche eccezione, vedi il protagonista Makoto Yuki (anch’esso coi capelli blu).
Da qui in poi si dirama una storia che vede quest’ultimo alle prese con un vero e proprio anno scolastico intervallando la vita all’interno della scuola e quello che succede dopo in un continuo passaggio tra banchi, libri e Tartaro, il luogo disseminato dalle Personae nel quale dovremo trovare delle risposte su quanto sta accadendo nella terra nipponica dove una ventata di depressione si sta diffondendo a vista d’occhio.
Tra scuola e Tartaro
Questa divisione va, inevitabilmente, a dar vita ad un dualismo per quanto riguarda il gameplay del gioco che è un tratto caratteristico della serie dando la possibilità ai giocatori di impersonare un adolescente nel pieno della sua vita passando dai banchi di scuola, alle relazioni con i propri compagni e amici, fino ad arrivare ai suoi problemi introspettivi. Tutto il gioco infatti è basato su un vero e proprio anno scolastico giapponese che vede il suo inizio nel mese di marzo, nel quale bisogna assistere alle varie lezioni di Storia, Matematica ecc. andando poi a intraprendere i più classici degli esami del quadrimestre. Da buon adolescente a scuola si stringono diverse relazioni e proprio questa è una delle meccaniche chiave della serie con il giocatore che deve coltivare al meglio tutti i legami stretti con i vari compagni (e non) andando a calibrare al meglio tutte le azioni svolte all’interno del dopo scuola. Infatti una volta suonata la campanella abbiamo la libertà completa sul nostro tempo libero (a parte qualche azione predefinita) con la possibilità di scegliere con quale personaggio passare qualche ora migliorando ancor di più l’affinità e andando a sbloccare delle azioni e oggetti extra.
Se da una parte abbiamo la classica vita scolastica dall’altra troviamo le esplorazioni del Tartaro nel quale si concentrano le battaglie con le malefiche Ombre andando a staccarsi nettamente da quanto visto nelle sezioni di vita adolescenziale. Infatti il Tartaro non è disponibile di giorno bensì è visitabile solamente durante l’Ora Buia, ovvero allo scoccare della mezzanotte, con un esplorazione articolata su una moltitudine di piani di una mastodontica torre che vanno a susseguirsi in verticale, scanditi da diverse sezioni nelle quali troviamo nemici sempre più potenti man mano che si sale.
Contro le Ombre si sviluppano tutti gli scontri del gioco con sfide caratterizzate dai classici combattimenti a turni che permettono ai giocatori di scegliere innanzitutto i quattro personaggi da utilizzare e poi i vari Personae da portare con sé grazie all’abilità speciale del protagonista (il party va gestito prima di ogni esplorazione nel Tartaro mentre si è al piano terra).
Da qui si apre un mondo: tutte le Ombre che incontriamo hanno punti di forza e debolezze così come i nostri compagni, tutto va studiato alla perfezione per portare a casa la vittoria; alcuni nemici sono deboli agli elementi, altri agli attacchi diretti e così via andando a definire un sistema incentrato sul trovare il modo perfetto per colpire l’avversario.
Questo porta poi ad aprirci le porte ad un altra meccanica fondamentale del gioco, ovvero il +1 Ancora, ovvero la possibilità di sferrare un altro attacco con lo stesso personaggio in caso di colpo sul punto debole del nemico (o di critico) così da poter stordire più avversari in una volta e attivare poi la modalità Assalto, la quale consente di colpire con tutti i personaggi a disposizione in un attacco devastante.
Ma le sfaccettature e le possibilità non sono finite dato che troviamo anche la possibilità di cambiare personaggio subito dopo un colpo critico o uno stordimento, così da concatenare ancor più attacchi diversi tra un Persona e l’altro. Oltre a questo troviamo anche un altro attacco letale a disposizione di ogni membro del party, ovvero la Teurgia, una sorta di mossa finale che permette di sprigionare una forza incredibile che può essere sia elementale che curativa a seconda di chi la utilizza aggirando addirittura tutte le resistenze nemiche. Questo forse va un po’ a minare la bontà di un sistema che rimane delizioso semplificando fin troppo la vita al giocatore in alcune situazioni.
Nel complesso la difficoltà dei piani risulta forse un filo bassa contando anche che è possibile anche utilizzare tutta una serie di oggetti sia a nostro favore (come cure e migliorie) sia per attaccare i nemici avendo un ulteriore sbocco in più in battaglia.
Eccellenza artistica
Come sempre, come ogni iterazione della saga, nuovo capitolo o remake, lo stile e la direzione artistica della serie Persona riesce a settare ogni volta nuovi standard: il team di Atlus riesce sempre a dar vita a mondi, caratterizzazioni e design unici consegnando tra le mani dei giocatori dei titoli mozzafiato per varietà e personalità. Questo remake è senza dubbio un’opera che riesce ad elevare ancora una volta la serie raggiungendo i livelli strepitosi di Persona 5 mantenendo una sua identità chiara ed evidente. Oltre a questo troviamo anche delle nuove sequenze animate che sono state realizzate alla perfezione grazie al nuovo motore di gioco che ha permesso di migliorare di molto quanto visto una ventina di anni fa.
A pari passo della direzione artistica troviamo poi una colonna sonora sensazionale che entra in testa in pochi minuti anche grazie alla partecipazione del rapper giapponese Lotus Juice che, come nell’originale, ha dato vita a brani perfetti riuscendo ad accompagnare tutti i momenti di Yuki e compagni.
Un capolavoro rispolverato
Persona 3 Reload è un titolo che conquista, che riesce a catturare i giocatori nel suo ritmo scolastico intermezzato dalle battaglie all’ultimo sangue nel Tartaro con una direzione artistica fuori di testa.
Atlus è riuscita a riportare in vita un titolo di vent’anni fa andando a migliorare ancor di più l’aspetto grafico e artistico che già era di alto livello. Non hanno subito tante modifiche invece gli eventi e le trame legate ai personaggi così come i combattimenti nel Tartaro che forse avevano bisogno di qualche miglioria in più. In conclusione Persona 3 Reload è di sicuro un titolo che va recuperato e apprezzato più e più volte grazie ad un lavoro ottimo sotto tutti i punti di vista.
*Versione Testata: PS5, grazie al codice fornitoci dal publisher