La magia è un salto nel vuoto. È un insieme di regole labili, estranee alla fisica e tanto facili da piegare quanto impossibili da rompere.
Quale sia l’obiettivo e quali i sacrifici che siamo disposti a fare per raggiungerlo, la magia è un mezzo incredibilmente potente per farci tagliare il traguardo.
La magia, insomma, è potenzialità.
Il titolo che abbiamo per le mani oggi ha come radice fondante proprio questo concetto, che prova a esprimere in diversi modi nella forma di un videogioco.
Stiamo parlando di Reynatis.
Reso disponibile lo scorso 27 settembre su Playstation 5, PC e Nintendo Switch, Reynatis è l’ultimo lavoro degli sviluppatori di FurRyu, che si avvale ancora una volta di NIS America come editore. Il prodotto era stato annunciato relativamente poco tempo addietro e rilasciato in Giappone qualche mese prima del suo lancio globale.
La storia ci catapulta a Tokyo, nel quartiere di Shibuya e i suoi dintorni, dove la magia è presente ovunque ma il suo uso è proibito per legge e controllato da un organo armato simil-poliziesco, la Magic Enforcement Administration (MEA). Qui incontriamo per la prima volta i nostri protagonisti, il mago Marin Kirizumi e l’ufficiale della MEA Sari Nishijima. Mentre Marin agisce come Rogue con l’obiettivo di diventare il mago più potente del mondo, Sari è fortemente votata alla visione di ordine della sua organizzazione, e combatte con il suo team per mantenerlo tra le strade di Shibuya, dove una misteriosa “Gilda dei Maghi” sta ora mantenendo in circolazione una droga magica chiamata Rubrum, che da assuefazione alle sue vittime fino a trasformarle in mostri.
Gli obiettivi dei protagonisti non potrebbero essere più diversi, ed and un primo sguardo risulta difficile collocarli negli equilibri di potere che governano una Shibuya scossa dalle guerre tra MEA e Gilda, ma vedremo presto che, proseguendo con la trama, i due si troveranno ad ampliare il loro cerchio di conoscenze e inaspettatamente a combattere insieme contro le oscure minacce che strisciano per la città, alcune delle quali devono ancora palesarsi…
L’ambientazione è fattivamente il terzo personaggio principale di Reynatis. Shibuya è celebrata in ogni suo scorcio, e camminare per le strade fa palpabilmente percepire di essere all’interno di una vera e propria lettera d’amore al quartiere, reso fedelmente a schermo per la gioia di chi potrà percorrerlo.
Non è la prima volta in cui a questi luoghi vengono riservate tutte queste cure: all’interno dell’ambito videoludico anche la celebre saga di The World Ends With You aveva avuto questo tipo di approccio con il quartiere, e infatti stupisce ben poco che il director del progetto, Takumi Isobe, abbia dichiarato di essere fan della serie, e di aver fortemente voluto un crossover tra quest’ultima e il suo prodotto, concretizzatosi di fatto all’interno di una missione secondaria in cui i protagonisti di Reynatis incontrano di fatto quelli di Neo: The World Ends With You per sconfigegre un potente nemico.
Reynatis si presenta come un Action JRPG fortemente incentrato su un sistema di combattimento semplice nei suoi rudimenti e privo di lati troppo profondi: i nostri personaggi, componibili in party di 3 elementi hanno ciascuno un suo stile personale, che verte comunque intorno all’impiego di attacchi leggeri e pesanti, due abilità e una “ultimate” in grado di impennare il coefficiente di DPS e cambiare le sorti della battaglia. Ogni pg può venire potenziato tramite level up e soprattutto attraverso l’equipaggiamento di abilità passive e attive, che aumentano ulteriormente le possibilità di caratterizzazione in base allo stile di gioco dell’utente.
Si tratta di un gameplay appunto semplice di base, che viene impiegato all’interno di un mondo aperto e ricco di attività secondarie: sono infatti presenti a Shibuya e dintorni più di una sessantina di side quest molto lineari, una serie di collezionabili che hanno come vantaggio quello di sbloccare ricompense e abilità, e infine oltre un centinaio di dialoghi bonus tra i nostri protagonisti, scopribili sempre grazie ad un’attenta esplorazione della mappa.
Dal punto di vista artistico, Reynatis presenta degli alti e dei bassi.
Abbiamo già parlato della cura con cui è resa l’ambientazione di Shibuya, e come questa sia un elemento di qualità incredibile per gli innamorati di questa zona di Tokyo, a cui si aggiunge la colonna sonora composta dalla celebre Yoko Shimomura che, rimanendo comunque discreta per buona parte del gioco, esplode in alcune situazioni facendoci ricordare con che mostro sacro abbiamo a che fare quando si parla di OST.
Il lato più carente della produzione è però il comparto tecnico grafico, che senza mezzi termini, ha un impatto davvero pessimo sul giocatore, che avviando il titolo difficilmente si renderà conto di avere avviato una app di Playstation 5. I modelli dei personaggi sono semplici oltre misura, e le animazioni ridotte all’osso lasciando così a schermo dei volti che sembrano davvero usciti da PS3.
È innegabile che molti progetti jrpg abbiano mostrato negli anni questa caratteristica per la quale si prova a coprire una poca cura tecnica con una direzione artistica di livello, ma Reynatis ci riesce solo a metà, non tanto per le carenze del lato design, quanto per il basso livello delle componenti tecniche.
Si tratta a tutti gli effetti di un compromesso che gli sviluppatori impongono al giuocatore per avere modo di fruire del prodotto, e non è la prima volta che in sol levante questa cosa viene fuori: se accettare lo scambio o meno sarà una decisione in mano ad ogni utente, da prendere con coscienza di se e di ciò che si ha davanti.
In conclusione, Reynatis non sdarà un blockbuster che esploderà fuori dalla sua nicchia di appartenenza, ma all’interno di questa riesce comunque ad essere un prodotto interessante. L’idea e il design del titolo sono l’elemento trainante dell’intera produzione, che verte totalmente sul comparto artistico sacrificando il lato tecnico, e proponendo un gameplay semplice e immediato, che riesce a non stancare anche in virtù delle non eccessive ore di gioco richieste per completare la campagna principale e le attività secondarie.
Come dicevamo, la magia è potenzialità, e Reynatis tenta di sfruttarne il più possibile per lasciare il segno nell’anima dei giocatori. sarà stato sufficiente? La sensazione è che le porte di questo potere siano proprio davanti a noi, ma che con Reynatis, anche dopo un viaggio interessantissimo, siamo solo arrivati a provare a spingerne i battenti, senza scoprire davvero cosa c’è oltre.
Versione Testata: PS5, grazie al codice fornito dal publisher
Reynatis
- Trama/Ambientazione 66%
- Grafica 50%
- Gameplay 67%
- Sonoro 73%
- Longevità/Multiplayer 75%