La saga di Legacy of Kain è un caso decisamente interessante all’interno del panorama videoludico.
Con il primo capitolo che risale al 1997, i 5 giochi che compongono l’epopea della terra di Nosgoth fanno la spola nel raccontare le vicende di due vampiri Kain e Raziel, entrambi con il potere di sconvolgere l’equilibrio della loro terra mentre inseguono i loro obiettivi.
Il prezzo di sangue da pagare sembra non interessare a nessuno dei due, e l’unico motore che muove i due protagonisti sembra essere un maligno groviglio di odio, vendetta e sete, di sangue e potere.
Riflettevo sull’interesse del caso Legacy of Kain perché, forse più di altre saghe, questa sembra vivere in due universi sovrapposti, così similmente a quanto avviene ai protagonisti di alcuni capitoli:
Da una parte quello che appare come più lontano dal panorama videoludico odierno, con tanti tentativi di rilancio di un franchise che si avverte sempre un po’ troppo ai margini, e dall’altra quello che invece fa percepire un grandissimo amore dei fan per le vicende di Nosgoth, mai dimenticate nonostante la cancellazione di diversi progetti legati a questa terra.
A certificare questo mai spento affetto è poi il sondaggio di interesse fatto da Crystal Dynamics del 2022, che avendo ricevuto più di 100.000 risposte dai fan è comunque da considerarsi uno dei “via libera” che ci ha portato oggi ad avere tra le mani l’edizione rimasterizzata dei due titoli di Soul Reaver, i capitoli che vedono Raziel protagonista.

Sviluppato da Aspyr su licenza Crystal Dynamics, ed edita sempre dalla suddetta Aspyr, Legacy of Kain: Soul Reaver 1&2 Remastered è stato reso disponibile su piattaforme PlayStation, Xbox e Nintendo Switch lo scorso 10 dicembre, in concomitanza con le celebrazioni del 25esimo anniversario della saga.
Come abbiamo anticipato la remaster include i due capitoli che vedono come protagonista il vampiro Raziel, una volta generale di Kain e successivamente tradito da questi, che invidioso del suo potere e delle sue ali, provvede a strappargliele a mani nude e gettarlo nel fiume delle anime condannandolo al tormento eterno, in una delle scene probabilmente più emblematiche della storia dei videogiochi con estetica gotica e dark.
Raziel dal canto suo, sul fondo del fiume sopravvive ad un eternità di agonia, e risorto sotto la forma di un wraith riesce a emergere dall’acqua, scoprendo quietata la sua sete di sangue, ma non quella di vendetta nei confronti di Kain, suo antico maestro.
Quella che trova è una Nosgoth sull’orlo della catastrofe, messa in ginocchio dalla sete di potere di Kain, che ha manomesso i “Pilastri” che sorreggevano l’equilibrio della terra.
Appare abbastanza presto evidente come il viaggio di Raziel, che ha come obiettivo quello tutt’altro che positivo di vendicarsi di Kain, sia intrecciato a doppio filo con il destino di tutta Nosgoth.

Nel corso dell’avventura saremo chiamati, nei panni del Wraith, a muoverci attraverso la dimensione fisica della terra e quella spirituale, a quest’ultima sovrapposta.
La comprensione della complementarietà dei due mondi sarà fondamentale per proseguire il nostro viaggio, in quanto una grande parte di enigmi ambientali, fiore all’occhiello della produzione al momento della sua uscita, saranno risolvibili proprio passando da un mondo all’altro.
Il gameplay di Soul Reaver propone infatti una formula action Adventure a fortissime tinte dark che aveva fatto innamorare i fan ormai vent’anni fa, ora tirata a lustro in occasione della remastered. All’importante comparto di esplorazione, affinato dalla succitata presenza di diversi enigmi ambientali, si aggiunge un sistema di combattimento che richiede una lettura di nemici e ambiente di gioco ben attenta, in quanto i nostri avversari saranno per la maggior parte non morti, e quindi immuni a quel brutto fastidio che è appunto la morte.
Per sconfiggerli saremo dunque chiamati ad inventarci più di qualche mezzuccio, ma con la giusta dose di inventiva e elasticità di pensiero nessun ostacolo sarà insormontabile.

Se la proposta di Soul Reaver 1 e 2 era già interessante al momento della loro uscita, le migliorie apportate dall’arrivo della remastered rendono di fatto il prodotto ad oggi golosissimo.
Il comparto grafico viene infatti qui migliorato con texture più curate, anche a se ad onor del vero non è questa feature a rendere la rimasterizzazione un successo.
Quello che è molto più apprezzabile invece sono i miglioramenti al quality of Life generale, con una nuova mappatura di controlli più moderna, l’aggiunta di una photo mode per gli artisti più nostalgici e soprattutto una forte miglioria alla telecamera in game, che più di una volta in questi 20 anni mi aveva fermato dal godermi un buon replay soprattutto di Soul Reaver 2 sull’immarcescibile PlayStation 2.

Insomma il prodotto Soul Reaver è sempre stato contraddistinto da una grande personalità e una qualità notevole per il periodo in cui è stato lanciato, e l’arrivo della remastered segna di fatto un nuovo modo di giocare ai due capitoli della Legacy of Kain: il modo migliore possibile .
Se si è già goduto dei due giochi nel corso di questi anni, Soul Reaver 1&2 Remastered è un’opportunità di rivivere in una nuova veste queste due leggende del genere.
Se invece non ci si è mai avventurati nella terra di Nosgoth, questa è un’occasione imperdibile di avere esperienza di una saga che ha detto tanto negli scorsi anni, e che speriamo sempre possa dire qualcosa di nuovo.
*Versione testata: Xbox Series X, grazia al codice fornito dal publisher