Sviluppato e pubblicato da Don’t Nod, Lost Records: Bloom & Rage è un’avventura narrativa divisa in due parti, la prima, quella che esaminerò nella mia recensione è disponibile a partire da oggi 18 febbraio 2025 per PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S mentre la seconda sarà disponibile ad aprile come aggiornamento gratuito per chi ha acquistato il titolo, che è anche disponibile già da oggi sul PlayStation Plus per i tier Extra e Premium.
Sarà riuscita la casa editrice francese (coadiuvata dalla succursale canadese di Montreal) a creare un prodotto all’altezza del primo Life is Strange? Scopriamolo insieme nella mia recensione approfondita di questa prima cassetta di Lost Records: Bloom & Rage.
L’adolescenza nella provincia americana degli anni ’90
In questa nuova avventura di Don’t Nod vestiremo i panni di Swann Holloway, che dopo 27 anni ritorna a Velvet Cove, cittadina immaginaria del Michigan negli Stati Uniti d’America dove è cresciuta fino all’adolescenza, prima di trasferirsi in Canada dove il padre ha trovato lavoro e da dove non si è più spostata neanche entrando nell’età adulta. Il motivo di questo ritorno nella piccola cittadina americana è una promessa fatta, appunto 27 anni prima, nell’estate del 1995, a tre amiche conosciute proprio in quello stesso anno ma con cui aveva instaurato un legame profondo e con cui ha fatto una promessa. La storia prende il via nei giorni nostri mentre la protagonista è al telefono con la madre, parcheggiata davanti al The Blue Spruce, il locale dove avverrà la reunion delle amiche e in cui si intrecceranno i dialoghi nel presente ed i ricordi di quell’estate lontana, in cui Swann conobbe Autumn, Nora e Kat.
La trama quindi si compone presentandoci le vicende legate alle quattro adolescenti nel 1995 di cui i ricordi sono inizialmente fumosi e poco lucidi, per progredire man mano, tra continui passaggi tra passato e presente in cui conosceremo meglio le diverse sfaccettature e i caratteri delle giovani donne. Autumn è intelligente, studiosa e molto premurosa verso le sue compagne d’avventura, Nora è punk e ribelle ma sa già benissimo cosa vuole dalla vita (il successo e la popolarità), Kat è invece pragmatica e con una fortissima personalità, mentre Swann è tendenzialmente insicura e timida, con una bassissima autostima e a forte disagio con il proprio corpo, almeno inizialmente, mentre giocando sarà possibile creare moltissime sfaccettature caratteriali che dipenderanno dalle scelte effettuate.
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Senza spoilerarvi ulteriormente le 6-8 ore di gioco che dura questa prima parte, che diventano 10 se volete recuperare tutti i collezionabili presenti e qualche ora di più se volete esplorare anche tutte le scelte possibili e ottenere tutti i Trofei/Obiettivi della Cassetta 1, Lost Records: Bloom & Rage offre una trama che oltre a diventare sempre più misteriosa e sovrannaturale man mano che si avanza nei ricordi, affronta temi come il bullismo, i rapporti travagliati con i genitori e le classiche tematiche adolescenziali che già abbiamo visto in Life is Strange e offre un’ottima caratterizzazione dei personaggi principali e dei comprimari e una splendida visione piuttosto fedele e realistica della periferia americana anni ’90, con un cliffhanger finale che renderanno più lunghi i due mesi che ci separano dalla seconda parte.
A livello di gameplay, vestire i panni di Swann comporterà, oltre ovviamente a muoversi nei diversi scenari (camminando, correndo e accucciandosi) in terza persona nel passato ed in prima persona nel presente, il poter interagire con oggetti e qualche piccolo enigma ambientale e soprattutto, durante l’estate del 1995 utilizzare la videocamera a cassetta della protagonista per documentare tutto quello che accade e registrare le proprie memorie e anche creare video extra che sono i collezionabili di questa avventura (per esempio riprendere fiori, animali, scorci panoramici eccetera). Nelle scene del passato sarà quasi sempre possibile passare alla visuale in prima persona utilizzando la videocamera (che mostrerà tutto con l’effetto retro come se stessimo effettivamente guardando attraverso la camera) con cui sarà possibile zoomare e registrare; nel menu di pausa inoltre si potranno scegliere le clip da utilizzare, quelle da cancellare e modificare la disposizione delle clip per poi guardare il montaggio, con tanto di commento di Swann.
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Le scelte effettuate nei dialoghi comporteranno effettive modifiche sia nel carattere della protagonista che nelle relazioni con le tre amiche, anche se per capire quanto queste scelte influiranno nella trama finale sarà necessario attendere il finale con la seconda cassetta in arrivo ad aprile.
A livello tecnico invece, Lost Records è sicuramente più rifinito degli altri lavori della software house francese, con modelli poligonali, effettistica ed espressioni facciali di ottima fattura e le ambientazioni e la regia sono davvero ben realizzate ed offrono sia un ottimo level design delle location che scorci particolarmente ispirati e mozzafiato, ricchi di dettagli e di cose da scoprire.
La colonna sonora è come sempre un fiore all’occhiello per D’ont Nod e offre canzoni e musiche splendide, ispirate e sempre azzeccate per i vari momenti di gioco, che riescono a rendere ancora più emozionante un’avventura che di sicuro non lascerà indifferente chi gli darà una possibilità.
Il gioco è doppiato in inglese con sottotitoli in italiano e la localizzazione dei testi miè sembrata ottima e senza particolari errori, non ho inoltre riscontrato peraltro particolari bug durante la mia prova.
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In definitiva, Lost Records: Bloom & Rage (Tape 1 – Bloom) è un’avventura narrativa molto ispirata e che riesce, nella sua progressione, ad emozionare e farci affezionare a questo variegato gruppetto di adolescenti che vive una storia che diventa sempre più misteriosa e soprannaturale fino a raggiungere il climax proprio quando ci lascia con il cliffhanger che porterà alla seconda parte in arrivo ad aprile. In attesa di scoprire come finiranno le avventure di Swann, Autumn, Nora e Kat non posso che consigliare a tutti gli appassionati di questo genere l’acquisto del gioco, che almeno per il momento raggiunge e forse supera i livelli di intensità e di emozioni del primo Life is Strange, almeno per il sottoscritto.
*Versione testata: PS5, grazie ad un codice fornito dall’editore in cambio di una recensione imparziale