The Elder Scrolls Online sta per avere una nuova scossa.
L’MMORPG di Zenimax e Bethesda, che ha accolto nel suo mondo più di 26 milioni di giocatori, annualmente propone ai suoi utenti una sempre interessante pletora di nuovi contenuti, e nel 2025 non sarà da meno.
È per avere un’anteprima di queste nuove implementazioni che abbiamo avuto modo di assistere l’8 aprile appena trascorso all’atteso ESO Direct, con la possibilità di confrontarci con alcuni membri del team di Zenimax sulle novità più succose in arrivo.

A rispondere alle domande nostre e di molti altri invitati sono stati Matt Firor, Rich Lambert e Susan Kath di Zenimax Online Studios, e ciò che abbiamo appreso è decisamente in grado di stravolgere il modo di giocare Elder Scrolls Online.
Sin dall’inizio della presentazione gli sviluppatori si sono mostrati profondamente consci del prodotto che hanno tra le mani, nonché di ciò che hanno creato nel mondo di Tamriel: un MMO longevo come ESO ha chiaramente almeno in parte già in tasca la formula per far funzionare un universo narrativo che deve accogliere milioni di giocatori, e il terzetto Firor, Lambert Kath hanno subito messo in chiaro che la volontà del team è quella di continuare ad evolvere il gioco verso qualcosa di sempre nuovo.
Il focus centrale attorno al quale vorticheranno i molti cambiamenti saranno i giocatori. In Zenimax sanno perfettamente che un buon MMO si basa su questa componente, e l’intenzione di valorizzarla passerà attraverso l’introduzione di nuove feature per agevolare il rientro di giocatori che si sono presi una pausa più o meno lunga (senza confonderli davanti alla pletora di novità che incontreranno), e soprattutto con il lancio del concetto “You Belong”.
Che sia un mantra, un motto, una campagna o l’obiettivo di una mission, il messaggio che deve passare ai giocatori vuole essere semplice e diretto: Tamriel è casa nostra, e tutti noi possiamo provare un giustificato senso di appartenenza a ESO, che si prefigge di essere un ambiente accogliente dove non vediamo l’ora di tornare.
Personalmente è un concetto che apprezzo molto, e che ho cercato in molteplici mondi videoludici, trovandomi a volte soddisfatto e a volte meno; nel caso specifico di ESO son sempre stato appagato, e non vedo l’ora di vedere in quali suadenti modi si declinerà questa intenzione da parte degli sviluppatori.

Per quanto riguarda nello specifico i contenuti, gli sviluppatori hanno ribadito, come già precedentemente annunciato, che ESO non vedrà più l’implementazione di grossi aggiornamenti annuali come gli 8 (!)precedenti, ma che si dipanerà ora su vere e proprie stagioni, come molti game as a service già fanno.
Non avremo pertanto più contenuti con cadenza annuale del calibro di Greymoor o Summerset, che faranno progredire la storia come capitoli quasi stand alone, ma degli aggiornamenti più minuti e con cadenza maggiore, in modo tale da non incorrere nella classica impennata di utenti in occasione del lancio del DLC e della successiva e fisiologica caduta di accessi.
Le season offriranno inizialmente nuove aree, e man mano che si proseguirà nel corso dell’anno queste si espanderanno e accoglieranno particolari eventi globali, che hanno l’obiettivo di unire i giocatori verso un obiettivo comune e premiarli in base ai risultati che raggiungeranno insieme.
Per spiegare ancora meglio questo passaggio, gli sviluppatori si sono sbottonati (ma non troppo) circa la prima vera e propria season di ESO attesa per giugno: la Season of the Worm Cult.
La nuova season of the Worm Cult vuole essere un vero e proprio sequel alla storia principale del gioco base, lanciata ormai 10 anni fa.
Se all’epoca avevamo dovuto affrontare Molag Bal, il negromante Mannimarco e la sua setta di malvagio lacchè, appunto il Worm Cult, pare che oggi questi ultimi siano tornati in circolazione, invadendo l’isola di Solstice a sud di Murkmire, dove stanno macchinando qualcosa che sembra essere tutto tranne che positivo.
Nel corso di tutta la season, dunque, saremo chiamati insieme a vecchie nuovi amici, a fermare il ritorno del culto, in quello che sembra a tutti gli effetti un secondo episodio della main quest di ESO, nonché l’opportunità per il male di vendicarsi di tutti noi.
Abbiamo tutto da perdere insomma, e cosa possiamo vincere?
Semplice: una nuova avventura e il piacere di esplorare una nuova regione di Tamriel!

L’isola di Solstice, che si aprirà a noi nel corso della season promette attraverso le parole degli sviluppatori di regalarci un mondo del tutto nuovo, inizialmente di forte ispirazione caraibica e in grado di cambiare le sue ambientazioni man mano che gli avvenimenti della stagione si susseguiranno. Sull’isola sembrano poi convivere pacificamente le razze degli argoniani e degli elfi alti, che insieme hanno costruito la città capoluogo della regione: Sunport.
Di questa zona si è già visto qualcosa all’interno del trailer di presentazione, ma personalmente non vedo l’ora di scoprire io stesso come le architetture e i mondi di due razze così diverse si possano mescolare in qualcosa di mai esperito prima.

Parlando poi di puro gameplay, il terzetto Lambert/Kath/Firor ha portato sul piatto un’altra incredibile novità.
A lato della nuova trial per 12 giocatori (che sembra sarà introdotta con l’update 46) il sistema di gioco di ESO cambia radicalmente grazie all’inserimento della feature delle sottoclassi.
Grazie a questa, in maniera del tutto rivoluzionaria, sarà possibile innestare nel nostro personaggio delle skill line di classi che non sono sue: per fare un esempio, sarà possibile creare un templare e permettergli di imparare skill del warden (cosa che farò di sicuro), oppure dare vita ad un mostro come un arcanista che possa imparare skill del templare (si, sto parlando proprio di radiant oppression).
Le skill non saranno depotenziate in nessuna maniera, ma semplicemente imparare abilità di una classe diversa da quella principale costerà il doppio dei punti.
Questa nuova versatilità si traduce in più di 3000 possibilità di caratterizzazione del pg, con gli sviluppatori che, perfettamente consci della bomba atomica con cui stanno giocando, promettono che osserveranno con attenzione tutti i primi effetti della novità, e lavoreranno per mantenere l’equilibrio del gameplay.

In conclusione, possiamo dire di aver appreso un gran numero di novità di una qualità davvero eccelsa, e con la potenzialità di cambiare ancora una volta il gioco per il meglio. A rimanere più impresse sono le novità interessanti della nuova struttura a season e dell’introduzione delle sottoclassi, mentre fisiologicamente non può che dispiacere la fine degli aggiornamenti annuali, che ci hanno regalato alcuni contenuti di incredibile qualità come ESO Morrowind o ESO Summerset.
Sarà di certo interessante vedere come un MMO storico e curato come ESO tenta di evolversi per diventare più sostenibile e moderno, mentre tiene fisso davanti a sé l’obiettivo di far sentire i suoi giocatori parte integrante di un mondo dove possono sentirsi davvero a casa.
Non vedo l’ora di vivere The Elder Scrolls Online per l’anno a venire.