Cos’ha fatto Dark Souls ai videogiochi?
È una domanda semplice, e non è neanche la prima che sorge giocando ad AI Limit, ma a voler riflettere un po’ sul titolo che ho avuto modo di giocare per Serial Gamer Italia, una questione relativa ai sottogeneri nei videogiochi e in maniera più diretta a quello dei soulslike è d’obbligo; proveremo ad affrontarla in questa sede.
AI Limit è solo l’ultima produzione resa disponibile sotto l’egida di China Hero Project, il programma di Sony volto a supportare la pubblicazione di giochi su PlayStation ad opera di piccoli e medi sviluppatori cinesi.
La campagna ha già proposto diversi titoli interessanti e promette di avere ancora qualche ottima cartuccia per il 2025 (quale Lost Soul Aside, mai troppo lontano dai riflettori), ma per quanto riguarda la conclusione del primo trimestre del 2025 ci viene presentato un prodotto assai meritevole di attenzioni: AI Limit.
Sviluppato da SenseGames e pubblicato su PlayStation proprio grazie a China Hero Project, AI Limit è un titolo soulslike in tutto e per tutto, che sulla formula vincente proposta da FromSoftware cuce una serie di elementi, idee e visioni personali degli sviluppatori.
Mi prendo un momento per evidenziare come questo sia l’impiego perfetto del concetto di “sottogenere”.
Dove un’espressione artistica è abbastanza potente, è possibile che venga ampliata in maniera quantitativamente minore da altri artisti, creando così qualcosa che condivide la base con il suo ancestore per poi svilupparsi in maniera leggermente diversa, o semplicemente offrendo un diverso tipo di visione, atmosfera o mondo.
Altre volte la struttura base di un titolo abbastanza forte da ispirare altri viene impiegata per dare forma alla visione di un creativo che propone una serie di idee anche interessanti a cui però manca “uno scheletro”: in questo caso l’autore riesce, grazie ad un modello preesistente, a dare vita alla sua visione, creare un suo mondo o semplicemente interpretare la struttura base di un tipo di gioco in maniera personale.
La differenza tra titoli facenti parte di un medesimo sottogenere e cloni di altri giochi è proprio questa: un clone non arricchisce, non rielabora, non propone nulla.
La stessa differenza che c’è nella pittura, tra chi aderisce ad una corrente artistica e un falsario che copia semplicemente i quadri di altri.
Nel caso di AI Limit i riferimenti a titoli che hanno certamente avuto un’influenza sul processo creativo sono evidenti: in primis certamente Dark Souls, ma poi anche Code Vein, e certamente molti altri che io non ho colto.

La trama di AI Limit inizia, nel più classico dei modi per il genere di riferimento, con una guerriera senza nome che si sveglia tra delle rovine sotterranee armata solo di tante domande.
In quelli che palesemente sono i cunicoli di un sistema fognario in disuso, la protagonista incontra sin da subito un gran numero di mostri nati da un misterioso fango nero, ed equipaggiata con una spada di fortuna inizia a farsi strada verso l’uscita dai tunnel. Ben presto però incontra il personaggio di Asteria, che si presenta a lei come ologramma regalandole poche verità: quello su cui sta camminando è un mondo che ha già vissuto la sua apocalisse, e gli esseri umani sopravvissuti ora sono insidiati sia dall’avanzata del Fango Nero che avvelena la terra e dà vita ai mostri, sia da altre pericolose creature note come Necros, forse addirittura più pericolose. L’unica via di salvezza sembrerebbe gettarsi tra le braccia di una luminosa chiesa che svetta al centro dell’unica città rimasta in piedi, Havenswell, ma anche questa, così accogliente con i pellegrini, puzza di qualcosa di strano.
Dal canto nostro, nei panni della protagonista, riceviamo da Asteria il compito di scoprire e riparare il maggior numero di Germogli (Branches) possibili, dei piccoli ramoscelli argentei che emergono dal fango e che dovrebbero ridare vita all’ultimo albero esistente, ormai avvizzito.
Inizia così un viaggio irto di insidie in un mondo in agonia, dove la nostra missione di bene sembra così lontana dalle sofferenze di tutti coloro che incontriamo da farci chiedere il motivo per cui siamo per strada: l’universo di AI Limit è geloso dei suoi segreti, ma la guerriera ha troppa fame di verità per non mettersi alla ricerca delle risposte sul mondo e su sé stessa.

Come abbiamo già detto, AI Limit è in tutto e per tutto un action RPG di sottogenere soulslike, caratterizzato da uno stile anime e un’ambientazione sci-fi/dark fantasy.
Il livello di sfida proposto è medio alto, con una difficoltà in grado di proporre situazioni ostiche ma mai frustranti, anche grazie alla varietà di approcci di gameplay possibili.
Una delle principali differenze con il capostipite del genere Souls è il fatto che alla morte su AI Limit non lasceremo i nostri punti per salire di livello sul posto, con la possibilità di andarli a recuperare; semplicemente ne perderemo una percentuale, che non sarà più in nessun modo salvabile. Anche il combattimento in sé risulta meccanicamente più semplice, e spinge il giocartore ad un approccio sempre attivo piuttosto che passivo; l’assenza della stamina, infatti, ci permette di spammare attacchi senza pietà, e la feature della sincronia, che aumenta i nostri danni in base ai colpi che portiamo a segno e li diminuisce se veniamo colpiti, invita davvero a prendere l’iniziativa sul campo di battaglia.
Si tratta di un combact system semplice quanto appagante, arricchito dalla presenza di tante armi, armature e incantesimi per personalizzare le nostre run.
Il world building è certamente riuscito e interessante, con ampie e intricate aree ricche di percorsi secondari sempre forieri di ottime ricompense: l’esplorazione di queste è assai piacevole, e la sana vecchia sensazione di aver aperto uno shortcut o aver raggiunto una zona intravista una ventina di minuti prima è sempre soddisfacente.
D’altro canto, le aree non sono collegate tra loro sempre con la stessa cura: in diversi casi le varie mappe sono connesse in maniera coerente e super stimolante, ma in troppi altri gli sviluppatori si affidano ad una troppo vaga e rassicurante metropolitana, per la quale la nostra protagonista sale sul suo vagone da un punto x e si ritrova dall’altra parte dell’orbe sul punto Y, in maniera forse troppo semplicistica.
In ogni caso nel complesso l’ambientazione e le mappe singole sono molto godibili, e unite alla colonna sonora, votata fortemente a creare un’atmosfera desolata e opprimente, creano una commistione di elementi che riescono perfettamente a produrre il risultato ricercato: il mondo è finito e quello che è rimasto è in rovina, sconquassato da forze misteriose e pericolose. Questa sensazione è palpabile per tutta la durata del gioco.
Un’ultima nota di grande merito va a tutto il comparto di side quest. Il numero di personaggi secondari, assai nutrito, potrebbe suggerire una poca cura nel percorso di ognuno di loro, ma non è assolutamente questo il caso.
Le missioni legate agli npc sono interessantissime ed in alcuni casi addirittura toccanti: scrittura, temi trattati e anche doppiaggio inglese sono tra gli elementi che più riescono a fare apprezzare il viaggio insieme ad i nostri compagni, i quali avranno modo nel corso dell’avventura di aiutarci a capire, grazie alle loro storie, qualcosa in più anche riguardo il mondo che ci circonda tutti.

Insomma, AI Limit è un prodotto interessante e super godibile anche dai più intransigenti fan del genere soulslike. La sua estetica anime gli regala un’occhiata fresca, moderna e fruibile al punto da rendere anche meno pesante la forte ambientazione crepuscolare che mescola sci-fi e dark fantasy.
Pad alla mano il titolo è divertente e dinamico, grazie al suo gameplay proattivo e le sue molte possibilità di personalizzazione, che si concretizzano grazie alla pletora di armi e incantesimi.
In conclusione possiamo quindi dire di aver per le mani un altro centro pieno da parte di China Hero Project, che riesce a dare un suo ulteriore contributo artistico ad un panorama di action rpg sempre più florido di nuove uscite: AI Limit è una di queste e di certo ha tutte le carte in regola per porsi tra le altre come prodotto di ottima qualità.
*versione testata: PS5, grazie al codice fornito dal publisher