Il 13 novembre 2020, due giorni dopo l’uscita nel paese del sol levante, si è aggiunto un nuovo capitolo a Kingdom Hearts, una delle saghe videoludiche da me preferite in assoluto nata dall’insolito connubio tra Disney e Final Fantasy; trattasi di Kingdom Hearts Melody of Memory, rythm game per PlayStation 4, Switch ed Xbox One sviluppato e pubblicato da Square Enix e Indies Zero. Ho sempre adorato alla follia l’universo creato da Tetsuya Nomura, un designer che negli anni è andato a delineare, ampliare e complicare volutamente il suo prodotto inondandolo di idee, il più delle quali geniali…altre talvolta da dover completamente scartare.
Bisogna obiettivamente riconoscere che la saga Kingdom Hearts abbia avuto anche dei bassi non indifferenti durante questo percorso lungo quasi vent’anni. Diversi titoli, pur risultando godibili, aggiungevano ben poco a livello di narrazione, talvolta risultando anche un’inutile complicazione di una trama già complessa di suo risultando comunque canonici ed uscendo su piattaforme abbastanza rivedibili; sto parlando proprio di Coded e dei titoli χ, a cui purtroppo si aggiunge anche Kingdom Hearts Melody of Memory. Le premesse potrebbero non sembrare ottime, ma il titolo in questione risulta decisamente appagante, divertente e completo dal punto di vista del gameplay. Il mio giudizio potrebbe sembrare decisamente ambiguo, ma lasciate che vi esponga il mio pensiero dettagliatamente di seguito. Alla fine (spero) sarà tutto più chiaro.
Un viaggio nei melodiosi ricordi di Kairi
Partiamo dal primo punto dolente di Kingdom Hearts Melody of Memory, ovvero dalla sua narrativa; non si ha una vera e propria introduzione, si viene semplicemente sbattuti all’interno di un tutorial che ci farà approcciare ad alcune semplici dinamiche di gameplay e basta. Il giocatore, soprattutto i fan di lunga data come il sottoscritto, si sentiranno decisamente confusi ritrovandosi in questa modalità Tour Mondiale che permetterà loro di rivivere ogni singolo mondo della saga in ordine cronologico senza alcun pretesto narrativo, cosa che verrà presentata solo verso la fine del percorso. Cercherò in ogni caso di dare un minimo di contesto al titolo, evitando in tutti i modi di fare spoiler: ad un anno dagli eventi di Kingdom Hearts III, capitolo che avrebbe dovuto concludere la Saga di Xehanort (e tengo a sottolineare l’avrebbe dovuto), Kairi, per ritrovare Sora, si avventura nei propri sogni rimembrando tutte le vicissitudini che hanno condotto i nostri eroi fino a quel punto. Questo viaggio la porterà a nuove risposte ed indizi sulla sorte dell’amico, risultando però decisamente deludente e breve nel farlo in quanto le cutscene presenti hanno la durata di una singola ora, e di queste sola la metà sono native di Kingdom Hearts Melody of Memory e rientrano nella casistica dell’inutile complicazione di trama. Semplicemente non si sentiva bisogno di questo titolo, che nell’effettivo funge solo da aggancio decisamente forzato ed inutilmente macchinoso con quella che sarà la prossima saga dei nostri eroi… ma per sua fortuna è decisamente divertente da giocare.
La nostra Squadra, per affrontare i vari mondi e relativi ricordi, percorrerà un gigantesco pentagramma che si districherà in tutti li scenari che abbiamo avuto modo di amare negli anni; sul nostro percorso appariranno i nemici tipici di ciascun titolo (Heartless, Nessuno, Nesciens e Divorasogni) che dovremmo abbattere a tempo di musica premendo i tasti giusti al momento giusto potendo utilizzare oggetti che ci permettano di arrivare a fine traccia. I brani potranno essere affrontati in tre difficoltà differenti, Principiante, Standard ed Eroe, che cambieranno il numero di nemici, la loro velocità di apparizione e la loro disposizione, riuscendo ad essere una sfida non indifferente man mano che si procede all’interno del titolo e subendo qualche variazione grazie ai Tuffi nella Memoria, in cui giocheremo sullo sfondo di alcune cutscene iconiche, ed i Brani Battaglia, in cui affronteremo boss iconici (a mio dire pochi rispetto ai titoli che si vanno a coprire). Insomma, un perfetto rythm game ricchissimo di contenuti principali e soprattutto di brani segreti tutti da scoprire, a cui si aggiunge anche l’intrigante componente multiplayer grazie alle modalità Cooperativa, in cui si potrà giocare assieme ad un amico sulla stessa console, e Battaglie VS, dove si dovranno affrontare giocatori di tutto il mondo per scalare i ranghi.
Scelte discutibili a livello artistico
A livello artistico Kingdom Hearts Melody of Memory si riconferma come un titolo ambiguo, soprattutto a causa di una scelta che non ho trovato sensata sotto molteplici punti di vista.
Come molti sapranno, la saga ha cambiato il proprio motore grafico passando ad Unreal Engine 4 nel capitolo 0.2 Birth by Sleep – A Fragmentary Passage, quindi sono particolarmente deluso dalla scelta di utilizzare i vecchi asset per sviluppare il comparto grafico dell’opera in questione. Se ciò derivasse dal voler essere volutamente citazionista sarebbe stata anche una scelta che avrei fatto passare se il titolo non fosse stato venduto a prezzo pieno, cosa che fa apparire Kingdom Hearts Melody of Memory semplicemente un mero mezzo per lucrare aggiungendo meno di mezz’ora di trama ad asset grafici riciclati sfruttando la fama dei suoi predecessori senza fare sforzi considerevoli. Questa sensazione di pigrizia a livello di sviluppo è incentivata anche dal fatto che la Squadra Principale, composta da Sora, Paperino e Pippo, non cambi il proprio aspetto durante la progressione e che soprattutto i mondi di Kingdom Hearts III siano solo Tuffi nella Memoria, ovvero un semplice progredire di cutscene che ha permesso agli sviluppatori di non dover ricreare tali mondi con un altro motore grafico totalmente da zero, cosa che denota una mancanza di cura non indifferente.
Dal punto di vista tecnico a livello musicale non si può dire assolutamente nulla al titolo, in quanto sposa benissimo i numerosissimi brani (senza contare quelli segreti) che ho amato per anni al suo gameplay dinamico, vario e divertente, risultando un rythm game divertente e degno di nota. Dopotutto non si può mai essere stanchi dei lavori di Yoko Shimomura, storica compositrice della saga fin dai suoi albori.
Conclusioni
Insomma, Kingdom Hearts Melody of Memory è un bel gioco ma un pessimo Kingdom Hearts! Si tratta di un gioco dalla natura volutamente arcade mascherato per qualcosa di più aggiungendo solamente trenta minuti di trama. Sarei stato sinceramente contento se si fosse proposto come un semplice titolo musicale della saga, ad essa però totalmente slegato dal punto di vista narrativo e venduto ad un prezzo più contenuto. Tetsuya Nomura sarà anche un genio, ma assecondarlo anche in progetti così sconclusionati potrebbe nel tempo rivelarsi un autogoal non indifferente. Se state cercando la magia di Kingdom Hearts in una sua nuova iterazione vi toccherà dover attendere ancora, ma se invece volete semplicemente un rythm game dedicato ad una delle saghe tra le più curate dal punto di vista musicale Kingdom Hearts Melody of Memory fa proprio per voi.
Versione testa: PlayStation 4, grazie al codice digitale fornito dal publisher