Correva l’anno 2016 quando uscì il primo capitolo del “World of Assassination”, un progetto sviluppato da IO Interactive che ad oggi, con l’uscita di Hitman 3, conta tre capitoli che si concludono proprio con quest’ultimo. Il titolo è disponibile dalla scorsa settimana per PC, Xbox (sia Xbox One che Xbox Series X|S), Playstation 4 e PlayStation 5, Google Stadia e Nintendo Switch.
Quello che possiamo dire fin da subito è che si tratta, come per i capitoli passati, di un gioco “stealth”, dunque non aspettatevi un gameplay frenetico, veloce e immediato, ma piuttosto un modo di giocare un po’ lontano da ciò che il mercato di oggi offre. Si tratta di un graditissimo ritorno a quella tipologia di intrattenimento in cui sono strettamente necessarie capacità di analisi, valutazioni della situazione e una massiccia dose di pazienza: non bisogna vederle come un aspetto negativo, al contrario è decisamente molto appagante assecondarne le meccaniche.
Le missioni legate alla campagna, o mappe open world nello loro unicità, sono sei, un numero che potrebbe far storcere il naso a parecchi, specialmente se rapportato al prezzo di vendita con cui un gioco nuovo, ad oggi, si affaccia sul mercato. Tuttavia, il consiglio spassionato è quello di trovare il modo di possedere tutti e tre i capitoli assieme, in maniera da avere l’esperienza completa. Era necessario parlarne in quanto i possessori dei precedenti capitoli (o coloro i quali decideranno di prendere il pacchetto completo), avranno la possibilità di accedere ai capitoli precedenti direttamente dal menù principale, aggiornati alle ultime tecnologie.
I capitoli si sviluppano in scenari particolarmente ispirati, limati in quasi ogni dettaglio, dico quasi perché l’unica grossa pecca che ho percepito riguarda le espressioni facciali, spesso lontanissime dal realismo dal quale sono circondate. Tuttavia, più di una volta sono rimasto a bocca aperta per la pulizia visiva e per il magistrale lavoro in termini di composizione della scena. Le cut-scenes meritano un discorso a parte: sono anch’esse oggettivamente ben fatte, belle da vedere ma la loro estrema sintesi ed incisività non permette al giocatore di provare empatia od emozione pura nemmeno nei momenti chiave della storia. Siamo un po’ lontani dagli standard qualitativi di regia ai quali ci hanno abituati altre produzioni AAA. Insomma, manca il fattore pelle d’oca.
Un grandissimo plauso lo merita, invece, il level design: profondamente stratificato, ricco di opportunità in termini di mobilità, tra porte secondarie, punti in cui arrampicarsi, strutture provvisorie e molto altro. L’elemento investigativo, specialmente in alcuni capitoli, vi permette di valutare un gran numero di soluzioni per raggiungere i vostri obiettivi. Già, perché la ormai pluri-premiata stratificazione passa anche dal numero elevatissimo di possibilità con cui avanzare senza intoppi verso l’assassinio perfetto. Esistono “quest” primarie e secondarie in cui infiltrarsi, basta osservare e valutare lo scenario di gioco e non nascondo che molte di queste possibilità vi porteranno a conclusioni esageratamente soddisfacenti, divertenti e appaganti.
Il numero così elevato di variabili e possibilità gioca in favore della rigiocabilità, compensando dunque la scarsa longevità del solo Hitman 3. Chi, come me, è un folle appassionato di completismo, cacciatore di trofei o semplicemente vuole godersi fino in fondo il gioco, è davvero molto invogliato a ritentare più volte una singola missione, che sia per completare le numerosissime sfide singole o che sia per semplice curiosità di sperimentazione. Come il titolo già accenna, le variabili in termini di approcci e uccisioni sono altissime: in questo terzo capitolo possiamo apprezzare, oltre alle opportunità più celebri e già viste nei due scorsi capitoli, l’utilizzo di terminali e del proprio telefono, in grado di hackerare o manipolare alcuni elementi dello scenario. Corrente elettrica, veleno, sacchi di mattoni, lampadari, travestimenti, rappresentano solo una piccola parte interattiva degli scenari con i quali potete decidere di uccidere o semplicemente indirizzare lo svolgimento del gioco, secondo i vostri interessi.
Parliamo ora dell’intelligenza artificiale: è facile farsi beccare, la mappa è ricca di vita e di movimento, non potrete sempre forzare una giocata per approfittare repentinamente di una occasione. È un concetto che va ribadito: dovete analizzare a fondo chi sta facendo cosa, in quanto tempo e come interagisce in scena, altrimenti rischiate di compromettere il vostro travestimento e magari la tattica che state portando avanti da ore per fare tutto come lo avete pianificato. Dovrete nascondere i corpi, non dovrete stare a far nulla per non far insospettire qualcuno e dovrete prestare molta attenzione, tramite un’utilissima modalità ultra-sensoriale (molto simile alla modalità detective di Batman) ai capi dei vari gruppi (camerieri, sicurezza, addetti alle pulizie) perché potrebbero riconoscere e smascherare l’agente 47 ancora prima di cominciare ad avvicinarvi al vostro obiettivo.
Il punto di massima espressione, però, lo potrete percepire giocando al livello di difficoltà massimo, dove non avrete alcun aiuto visivo che vi indichi da chi andare e come proseguire nella missione: in tal caso sta solamente a voi trovare la strada giusta da percorrere e vi garantisco che non si tratta affatto di un compito semplice. Il livello di sfida è notevole e stuzzica l’appetito dei giocatori più abili e di quelli con i nervi più saldi: la frustrazione estrema nel vedere l’apparente assenza di soluzioni è dietro l’angolo.
In definitiva trovo che Hitman 3, ma più in generale questa trilogia, rappresentino un’appetibile offerta videoludica per tutti gli amanti del genere e non solo. All’inizio potrebbe essere strano se non siete abituati a questo genere di videogiochi, ma è anche molto facile prenderci gusto e divertirsi. Siamo di fronte ad uno standard qualitativo molto alto, un punto di riferimento per il genere ma anche un esperimento, quello dei capitoli, di intrattenimento a tappe che funziona a metà: esistono una serie di vincoli per gli sviluppatori dettati dal mercato che spesso non vanno in loro soccorso, questo si traduce in scelte azzardate a volte vincenti e a volte perdenti. Il rischio, in questo caso, è di far perdere quel filo conduttore che collega la trilogia in favore di un senso di incompletezza generale legato ad ogni singolo videogioco. Il succo è che con tutti e tre i titoli disponibili da un solo menù sembra davvero di possedere un gioco molto molto ampio e completo, seppur leggermente ripetitivo alla lunga. Distribuire l’esperienza lungo 5 anni probabilmente ha generato la qualità che ho ampiamente premiato, ma ha altresì sollevato tutta una serie di dubbi circa le modalità di distribuzione e sviluppo del progetto Hitman 3.
Lo consiglio? Decisamente sì! A tutti? Ovviamente sì!
*Versione testata PC, grazie ad un codice fornito dal publisher